Capitolo 57

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Non penso di aver scritto cose cruente o simili, forse qualche pensiero qua e là però, per sicurezza, vi avviso del fatto che è un capitolo decisamente poco felice.
Buona lettura!

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C'era un gran trambusto in quel posto, in quelle strade, in quel preciso tratto dove la vendetta aveva preso il sopravvento e spinto qualcuno a strappare una vita. Megan giaceva al suolo e a stento riusciva a tenere gli occhi aperti: si guardava intorno nel tentativo di seguire quel suono familiare, quella voce che temeva di non poter più sentire. Raegan chiamava il suo nome ma a lei sembrava quasi impossibile che fosse già lì, temeva che fosse un'allucinazione, un desiderio divenuto reale per i suoi ultimi attimi, eppure le mani che toccavano le sue guance non potevano essere di nessun altro. Sua sorella non era mai stata una tipa particolarmente delicata, eppure ogni volta che le toccava il capo, il viso per infastidirla o la stringeva a sé, tirava fuori una delicatezza senza eguali, quasi come se temesse di essere una macchina da guerra, un'arma capace solo di distruggere e quindi aveva imparato a sfiorare i suoi piccoli tesori, troppo timorosa di poter spezzare anche loro.
Raegan aveva posato la sua fronte contro quella della sorella e, con mani tremanti, aveva iniziato a sussurrarle parole sofferte.

«Per favore, non lasciarmi.» la supplicò mordendosi il labbro. La sua mano presto si mosse verso il collo della sorella per sentire il suo battito che diveniva sempre più fievole e, in quel momento, sentì come se qualcuno le avesse perforato il petto, pronto a strapparle via il cuore.
Con una mano cercò di fare pressione sulla ferita all'addome mentre con l'altra continuava a sentire il suo battito, sperando con tutta se stessa che le sue suppliche avrebbero potuto darle più tempo. Dopotutto aveva funzionato una volta, no? Perché non doveva accadere di nuovo? La volevano davvero privare di ciò che era rimasto della sua famiglia? Dopo tutti quegli anni in cui aveva pensato che fosse morta? La sua vita doveva essere solo ed esclusivamente questo? Perdita, dolore, morte.
Il respiro di Raegan divenne sempre più instabile alla vista di tutto quel sangue, di quelle ferite che stavano prosciugando la vita dal corpo di sua sorella. Continuava a guardarsi intorno e ad agire nel vano tentativo di tardare ciò che non sarebbe mai riuscita ad accettare, ma più la guardava più si rendeva conto di quanto fosse messa male, di quanto le probabilità andavano a scemare.

«Non abbiamo nemmeno parlato, noi... ti prego, Megan. Sei tutto quello che mi è rimasto.» continuò a pregarla ma Megan a stento riusciva a concentrare il suo sguardo su di lei. Voleva riuscire ad aprire la bocca per dirle che non aveva colpe, che non le aveva mai avute, che non avrebbe dovuto incolparsi per tutto quello che era e stava accadendo. Voleva dirle che le voleva bene, che voleva uno di quei suoi abbracci che l'avevano sempre fatta sentire protetta e che aveva sempre amato, anche se ogni volta le tirava pugni per apparire forte. Ma lei non lo era, non lo era per niente, però con ogni parte del suo corpo si aggrappava alla vita, anche se la sentiva scivolare via, perché non voleva spezzare la sorella ancora una volta, non lo meritava, non l'aveva mai meritato.

«L'ho promesso a nostra madre io... ti prego, Megan. Non lasciarmi io... sei appena tornata, non puoi lasciarmi di nuovo.» in quel momento Raegan si sentì completamente impotente, alla deriva, senza speranze. Il petto le faceva male, terribilmente male, così tanto da voler essere lei stessa a strappare via tutto. La testa le girava, i pensieri scorrevano incontrastati, le mani tremavano, un groppo in gola le rese complicato parlare mentre i soccorsi la fecero allontanare per poi circondare la sorella nel tentativo di capire la situazione per aiutarla. Due poliziotti erano poco lontano da loro, con la pistola fuori dalla fondina, increduli davanti a quella scena.
Abigail, dal canto suo, restava distante, attenta come un cane da guardia. Avrebbe voluto restarle vicina anche in quel momento, posarle una mano sulla spalla, stringerla a sé, nel silenzio, incapace di dirle che sarebbe andato tutto bene perché no, tutto continuava ad andar male, peggio. Nonostante la lontananza sentiva il dolore di Raegan come se fosse suo, e se avesse potuto portare in lei anche solo metà del suo dolore l'avrebbe fatto senza esitazione. Ma nonostante tutto rimase distante da lei, senza mai perderla d'occhio, ad osservare il perimetro, pronta a neutralizzare qualsiasi pericolo.

«May We Meet Again» - {Addicted To You - Sequel}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora