-
Camminavo a gattoni sulla strada, vedevo una luce fioca, voleva accecarmi dall'orizzonte. Forse quello era il mio destino farsi vicino, voleva dirmi che sarebbe terminato.
Forse restavano pochi secondi, lo sentivo nel petto, come un letale countdown. Le altre ombre, mie compagne, stavano sparendo a poco a poco.
Morivano ad ogni accenno di luce, l'alba voleva mostrarsi a noi, avvisarci dell'inizio di una nuova era in cui noi non saremmo esistiti. Un'era in cui finalmente la luce che saremmo dovuti essere avrebbe dominato, facendoci sparire.
Stavo diventando niente, ad ogni battito rallentato del mio cuore il mio corpo spariva, avrei raggiunto chi mi stava aspettando, le nostre ombre non sarebbero mai più ascese.
Forse.
Ancora una volta, gli stessi occhi avevano deciso di guardarmi, vitrei, fermi sempre sulla stessa distanza, e non avrebbero mai mosso un passo se avessi deciso di non immaginare.
Ero una bambina, la mia mente non era peró abbastanza sveglia da capire il perché le mani dei miei genitori si fossero abbassate, brandendo oggetti diversi, destini diversi, sorti che non sarebbero mai andate avanti in quella vita.
Estirpavano ciò che c'era di vivo, ció che c'era da vivere, e sarebbe passato ancora troppo tempo fino a che fossi riuscita a capirlo.
Il corpo scendeva, le sue gambe avevano ceduto, ed io sapevo che quello a gocciolare era sangue. Lo stesso che anche se proveniente dalle mie stesse sbucciature alle ginocchia non riuscivo mai a guardare, e lo stesso che mia madre mi aveva sempre raccomandato di non temere.
Era il suo colore, la sua fluidità, e la sua provenienza a liberare il timore, i brividi, tutta la paura.
STAI LEGGENDO
Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Gizem / GerilimAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...