Capitolo 23 - Auguri

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Non avevo mai conosciuto o sentito parlare di niente dello stesso genere di ciò che avevo appena letto, né avevo sentito nominare l'uomo che aveva firmato la lettera.


Si erano appena fatte le nove di sera, non era tardi e neanche troppo presto, ma sperai che le ragazze fossero libere e le immaginai per strada sotto la pioggia, proprio come la prima sera che avevamo deciso di riunirci per parlare delle informazioni in nostro possesso.

Poggiai con delicatezza la lettera ancora aperta sul divano e mi alzai in piedi.

Raggiunsi la mia stanza, il mio piccolo rifugio dentro ad un altro rifugio, accesi la luce e con il telefono vicino all'orecchio guardai la fila di lattine vuote poste in disordine sul davanzale della finestra.

Leggevo la mia stessa e continua abitudine, con la maniera di chi ogni tanto si fermava a pensare che razza di divertimento ci vedesse nel raggiungere il supermercato solo per osservare scaffali di bibite gassate. Un vizio che non avevo preso da nessuno, più importante del fumo, pensai, e valutai l'idea di gettare tutte le lattine nella spazzatura.

Dopo ancora qualche squillo una voce sbadigliò dall'altra parte.

Con il fiatone e il petto dolorante mi venne da sorridere, anche se d'altro canto in una situazione come quella non ce ne sarebbe stato motivo.

<<Asia... dimmi>> Halsey mi rispose con fare assonnato, e altri due sbadigli più brevi seguirono dopo il primo.

<<Stavi dormendo?>> le chiesi, guardando verso un punto indefinito. <<Magari. Sono tornata appena un'ora fa a casa e adesso sto studiando qualcosa... o almeno ci provo. Succede qualcosa?>>
<<Dobbiamo chiamare le altre. Potresti venire a casa mia, tra poco?>> sbadigliò ancora una volta, ed io la imitai accorgendomene poco dopo nonostante le mie energie erano quasi al limite, spinte dalla curiosità.

Non rispose subito, ma mi parve di sentire il rumore di qualcosa che si chiudeva con uno scatto.

<<Allora>> iniziò a bassa voce, concedendosi una piccola pausa <<riguarda il nostro giro, vero?>>.

Annuii anche se non mi poteva vedere. Guardai la lettera, e qualcosa di sfuggente per un istante sfavillò nella mia testa come la luce di una lampadina sul punto di bruciarsi.

Non era niente che poteva definirsi buono, ma me ne dimenticai, proprio perché non ero riuscita a raggiungerla.

<<Tutto okay?>> <<Halsey, la Supernova ha mandato una lettera.
I nostri genitori e Clark dovrebbero firmarla al nostro posto, ma se vogliamo iniziare qualcosa di serio, intendo davvero, allora questa è la strada.>> le dissi, senza farmi sconcentrare dai rumori di sottofondo.
<<Intesi...>> fece lei, con il suo solito modo di fare che mi suggeriva di andare avanti nelle mie determinazioni <<be', io inizio ad uscire di casa.>>
<<Avvisa le altre, se non rispondono penseremo a qualcosa>> le dissi, sperando che ce la facesse senza tardare. Ma avrei atteso, anche se fossero passate ore ed ore.

<<Porta qualcosa, se vuoi. Passiamo la notte tutte insieme>>
<<Ricevuto, capo. Posso assicurarti la presenza di tutte, tranne che di Chloe>> mi disse convinta, sospirando subito dopo.
Io immaginai la rossa per le strade della città su una delle tante auto che la tentavano al furto.
Come ricordare una scena da film, le strade dall'alto, i lampioni piccoli come puntini, le strutture come quadrati insignificanti, ed un unica strada d'asfalto liscio con un auto banalmente grigia che la percorreva.

Grigia come le solite, come quelle che si vedevano anche davanti la propria casa, ma distinta dalle altre grazie all'unica chiazza di rosso che spingeva l'acceleratore.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora