Ci eravamo divise. Io e Jessica camminavamo in direzione della seconda ora di lezione, in quella giornata ancora lunga. La prima ora era trascorsa nel nulla, lungo il corridoio con chiacchiere riguardanti la fresca novità per tutte.
<<Tu non sapevi niente di tuo padre?>> appoggiai una mano sulla spalla di Jessica, rallentando un po' con i passi, e mi accorsi del modo in cui mantenne il capo dritto così che potesse guardare alla sua sinistra in direzione di Milene, convinta di passare inosservata.
La ragazza era infondo a quel corridoio, quasi nello stesso luogo in cui si era tenuta la fatidica rissa che svoltó completamente una pagina nella vita di chiunque, pensai, tanto quasi da non accorgermi dove stessi camminando.
<<No... ehm, non lo vedo da anni, a dire il vero. Avrei potuto pensare a qualsiasi cosa, ma questo...>> si schiarí la voce, e si portó i lunghi capelli da un lato continuando a guardare verso il fondo del corridoio, come fosse una distrazione, e al contempo un impegno.
Io le sfiorai il braccio e mi avvicinai, feci per mettermi di fronte a lei per guardarla negli occhi.
<<Jess...se per te in qualche modo potesse essere un problema non->> <<No...>> mi interruppe, ed io strabuzzai gli occhi a causa di un improvviso pizzichio.
Che fosse legato alla situazione non lo esclusi. Sarebbe potuto essere un segnale, un consiglio proveniente dall'alto che mi suggeriva di ascoltarla, di non andare oltre con le domande, che qualunque risposta avrei sentito sarebbe stata la verità.
O forse, in realtà, volevo auto-suggerirmi di non fermarmi alle parole, di analizzare, di non fidarmi, perchè chi mi avrebbe mai assicurato che tutto sarebbe filato in una linea continua?
<<A dirtela tutta ci terrei...ad esserci.>> mi guardò dall'alto, ed inclinò per un attimo il capo a sinistra, il che mi suggerì qualcosa del tipo: "Potrei spiegarti dell'altro, ma non lo farò neanche per sogno".<<A mio padre non è mai fregato un cazzo, ha sempre e solo causato danni mettendoci di mezzo la faccia di mia madre>> con un braccio, indicò fiaccamente la parete dietro di me come se suo padre ci stesse ascoltando.
<<Se ho l'opportunità di prendere il suo posto, cazzo, sarò certa che cose del genere non accadranno più.
Per una volta forse, non sarò più unicamente una scarica-merda nullafacente come diceva mia madre, anche se lei non potrà accorgersene>> mi spiegó, con freddezza e calma, io restai ad ascoltare riconoscendo come nelle nostre vite il problema fosse rappresentato dai genitori, anche se della sua ne conoscevo due parole.Nella mia, i miei genitori erano di comune accordo nell'addentrarsi in gallerie dove le loro stesse azioni avrebbero fatto eco, ed io... mi stavano trascinando, o le azioni stavano ricadendo su di me?
<<Io credo che la soluzione non urli per farsi trovare. Nessuno penserebbe mai che le paladine dei nostri problemi saremo noi, in mezzo ad un enorme mucchio di bastardi>> mi venne da ridere, e con mia sorpresa Jess mi rivolse un breve sorriso d'intesa.
<<D'altra parte...mia madre è già fuori di testa per conto suo, passare più tempo fuori di casa mi risparmierebbe la stessa fine>>
<<E intraprendere lavori poco legali la vedi una buona soluzione?>> le chiesi, senza trattenere un sorriso di curiosità, e portandomi le mani sul colletto della giacca di pelle, intenta a sistemarlo per il caldo.<<Non la vedo buona, per quanto mi riguarda è l'unica. Anche se è la mia prima volta so che riusciró a portare qualche soldo a casa, e quindi a raggiungere l'importante traguardo di non sentirmi rivolgere la parola da mia madre, finalmente>> continuó, con un ghigno malizioso alla fine.
STAI LEGGENDO
Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Bí ẩn / Giật gânAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...