[Behind]
Il nodo della gola si stringeva, il freddo che gelava il sangue nelle sue arterie colorava di verde le venature sulla pelle lattea di Damon, fuoriuscivano dalle sue mani. Strinse i pugni e sgattaloiò dietro le spalle di Blackcherry, il quale liberava nuvolette di fumo dalla sua bocca con il cellulare morbidamente poggiato all'orecchio. Stava sicuramente parlando con la sua famiglia, aveva pronunciato qualcosa in italiano balbettando scherzosamente, e rideva tranquillo nella spensieratezza di quella notte. Nella sua, di spensieratezza.
Damon raggirò il Vanilla's Bud e andò verso il retro, dove già da prima di entrare nel locale si era fermato insieme ai compagni ad osservare il vuoto dello sterrato, i piccoli spazi fra gli alberi neri scheletrici che creavano la muraglia in quel pizzo della cittadina, dove stavano aspettando qualcosa.
Lui e Fred avevano aspettato, e gli occhi rossicci e pungenti dell'amico gli avevano raccomandato, appena prima che uscisse, di non cadere nei guai. Gli aveva raccomandato di tornare presto, e di solito quando tornava presto era perché qualsiasi questione passata sotto i suoi denti da lupo era stata risolta. Nascose bene nella tasca interna della giacca duecento dollari in banconote spiegazzate, avrebbe ricompensato Toby per la sua attenzione, per il suo avvertimento, per la determinazione e la fiducia che riponeva dell'aiutarli.
Fred, a scuola, quella mattina, non era probabilmente riuscito a risolvere il tutto a pieno, dal momento che i tre si erano fatti nuovamente vedere, per loro stessa sfortuna.
Quei tre fantasmini oscuri sotto la luce del lampione erano guidati da una chioma mossa, metà nera e metà rosso-arancione, che impugnava un coltellino a scatto. Damon non ne ricordava di notti di Halloween così memorabili, la festa nel locale faceva solo da accompagnamento, il vero succo stava arrivando davanti alla sua altezza. Li avrebbe sovrastati.
Frugò di lato alla scarpa destra, tra il piede e la parete della scarpa c'era appallottolato un guanto di lattice nero, e lo indossò sulla sua mano sinistra."Se ci metti tanto arrivo io, e non sono uscito subito solo per tenervi nascosti."
diceva l'anteprima del messaggio di Fred, al quale Damon non rispose, preoccupandosi di rimettere il cellulare nella tasca dei jeans senza crearsi distrazioni.
<<Davvero impossibile per voi pidocchi lasciare la gente in santa pace. È spiacevole.>> iniziò la conversazione con la consapevolezza che sarebbe stato sempre lui a terminarla.Flame Honey, il ragazzaccio con i capelli bicolore e l'eyeliner a fargli degli occhi da gatto impugnò sin da subito, minaccioso e divertito, il coltello con la punta diretta verso il petto di Damon. <<Saldate i debiti con il capo e noi vi lasceremo alle vostre vite. Abbiamo già affrontato questo discorsetto, non ti stanca sentire sempre le stesse cose, Timothy? Dov'è quell'altro?>> <<I debiti non vi hanno dato l'autorizzazione di sparare ad uno dei nostri, vi consiglio di tornare a casa.>>.
Il ragazzo sulla destra di Flame ridacchiò, ma Damon scontrandoci il suo sguardo incontrò una piccola luce di timore che piegava la bocca del tipo, Blaise, in una forma strana. Lo sguardo era diretto verso il guanto di Damon, e tutti i presenti sapevano bene cosa poteva significare quando quest'ultimo ci copriva la sua mano sinistra. Che prevaleva, perché era mancino, quindi il guanto non era proprio lì per decoro.
<<Siete in debito anche voi>> Damon li fissò senza battere ciglio <<se toccate uno dei nostri di conseguenza diventa un prezzo che deve essere pagato. Blaise concorda con me.>> disse con tono accogliente al ragazzo che sembrava quasi la sua brutta copia, ma con i capelli scuri. Damon, con velocità, tentò di prendere il coltellino dalle mani di Flame. Ci riuscì, e strinse le spalle di Blaise con un braccio avvicinandolo a sé per poi affondare due volte con colpi decisi il suo stomaco. Tirò fuori l'arma sporca di sangue come le dita del guanto nero, e lasciò andare il ragazzo, che cadde a terra tossendo e sputando fuori il liquido cremisi e nerastro.
Ancora prima che Damon potesse fare un movimento in più, Flame balzò su di lui e iniziò a prenderlo a pugni con una tale forza e furia che gli avrebbe potuto spaccare le ossa della faccia, e l'altro scagnozzo provava a prendere dalla stretta ferrea il coltellino usato.
<<Il tuo amico non è morto, cazzo! Gli abbiamo sparato alla gamba, forse il proiettile lo ha solo sfiorato e tu hai fottutamente ucciso Blaise, figlio di puttana!>> Damon cercò di spegnere il suo stesso udito alle urla del ragazzo piegato su di lui, e piantò il coltellino con un colpo secco nella gamba di Ryder, il disgraziato coinvolto solo per accoglienza ai rammolliti, che strillò buttandosi all'indietro con la mano stretta sul foro sanguinante e raggiunse dolorante Blaise, che probabilmente era già morto.
<<V-veleno. Ridi, Flame, se vi dico che la pagate cara, dovete pagarla più cara di quanto lo siano i nostri debiti.>> Damon sputò della saliva dal gusto del metallo ad un centimetro dal ragazzo, e dolorante, ebbe la forza di tirargli un pugno in pancia per toglierselo di dosso. Ma Flame, nel frattempo, era riuscito a riprendersi l'arma. Si scambiarono i posti, Damon raccolse con un dito la goccia di sangue che cadeva dalle sue labbra spaccate e lanciò un'occhiata al ragazzo morente, inerme, con il respiro che non si faceva più vedere.
<<Timothy, la vittoria non sarà sempre nelle tue mani. Farai la fine giusta per lo stronzo che sei, in realtà.>>
<<Non valete neanche la metà di quel lurido a cui leccate il culo, ti avevo consigliato di tornare indietro e se lo avreste fatto tutto sarebbe andato per il verso giusto.>>
<<Questo, è il verso giusto.>> sputò Flame, un attimo prima di prendere una corsa con il braccio teso che terminava con la punta ancora scintillante come un rubino, del coltello.
Damon sentì il dolore della lama che affondava nel suo petto, avvertì la sensazione di questa che spezzava la sua carne, ma mentre ancora attendeva dritto con le mani pronte a bloccare il ragazzo, confidò pienamente nella velocità delle ombre.Delle sue, di ombre.
Ombre come quella che aveva affondato i suoi passi nel miscuglio di sabbia e terra, alzando un polverone per la lunga e improvvisa scivolata.
Ombre come quella che aveva appena sbattuto in testa a Flame un tubo arrugginito d'acciaio, senza utilizzare la forza che avrebbe potuto spaccargli il cranio, ma sufficiente per atterrarlo all'istante. Il corpo di Flame scoprì gli occhi fiammeggianti di Fred che ancora stringeva il tubo e ansimava, con lo sguardo fisso sul ragazzo rimasto ancora lucido.
Il vento freddo scompigliò i loro capelli e svolazzò gli orli delle loro giacche. Nonostante il teschio si trovasse dietro le loro spalle, ogni volta era come se invece ce ne avessero uno di fianco.
Le loro guide.
<<Sei un testardo, ma almeno te la sei cavata bene.>> Fred gettò il tubo poco vicino ai suoi piedi e sorrise a Ryder, socchiudendo gli occhi più del dovuto. <<La tua gamba sembra più bella adesso, ce la farà a portare via i tuoi amici? Non ne ho dubbi->> <<No Fraser, chiamiamo il furgone.>> disse deciso Damon, pensando già all'autista del loro furgone scampa-guai come un traghettatore dell'inferno. <<Tu a casa da solo non ci torni. Questo... se chiama la polizia, ci fotte. Non ci avevi pensato no?>>. Fred a sentire le parole dell'amico piegò e distese le dita delle mani come per allenarle e controllare la loro sensibilità, in seguito le riparò nelle sue tasche mentre Damon inviava l'SMS istantaneo diretto ai loro superiori.
Il furgone era già in giro, il caso volle che non fosse troppo lontano da lì, e Fred si accertò che tutto sarebbe stato ripulito alla perfezione mentre il più alto invece si dirigeva nuovamente dentro al locale.Damon lasciò il guanto al compagno e mentre svoltava l'angolo per arrivare alla facciata del bar, Blackcherry, in piedi con mezza Lucky Strike alla menta pendente dalle labbra, lo guardò attonito bloccandosi nella perplessità.
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Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Mystery / ThrillerAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...