Capitolo 22 - Legion -

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<<Si è fatto buio.>>

Bella osservazione, razza di citrullo ubriaco.

<<Che occhio, Nick.>> mi complimentai acidamente, mentre la sua sigaretta si inceneriva producendo leggera luce lungo la via.

Dovevamo ancora terminare la zona priva di lampioni, ma non ci mancava molto da percorrere. Valutavo in silenzio la reale idea di andare dalle ragazze, forse avrei avvisato Halsey; era l'unica di cui avevo almeno visto la via in cui abitava.

<<Casa tua è ancora lontana da qui?>> gli chiesi dopo un po' di silenzio, che probabilmente solo io avevo voglia di interrompere.

Le sue sopracciglia disordinate e dalla forma all'ingiù, tagliate in più punti da sottili strisce vuote, si agrottarono ulteriormente.


Mi sembrò più una reazione sulla difensiva.

Aspirava il fumo guardandosi in giro, e per un po' i suoi occhi caddero sullo stesso punto in cui Cameron si era fermato, stranamente, durante l'andata verso il poligono, prima del calare di quella sera fredda.


<<Fosse stata distante non avrei avuto neanche la voglia di muovermi... avrei dovuto sopportare ancora per un paio d'ore gli altri e i loro animi da casinisti rompipalle.>>
<<Non puoi dirmi che tu non sei un casinista, Nick, perché non ci credo.>> quasi lo interruppi durante il viaggio nelle sue idee, che sapevano solo di stupidaggine, osservai.
<<Mi rincresce.>> fece con aria altezzosa.
<< Loro mi procurano il mal di testa. Tipo una volta che Cameron era nella mia stessa stanza, le tempie sembravano esplodermi, ma quando si è allontanato... improvvisamente mi sono sentito meglio.>> mi misi a ridere.

Ciò che mi preoccupava era che sembrava proprio dicesse la verità, a giudicare dal suo atteggiamento.

<<Perché ridi, ti sembro un pagliaccio?>> mi guardò, e immaginai sulla sua fronte la scritta Scemo chi legge.
Non riuscii a prenderlo sul serio, persino la piega della sua bocca tentava di convincermi delle cose che tirava fuori, e non riuscii a fare a meno di ridere ancora, in tutta risposta.


E lui restò a fissarmi, senza battere ciglio, pietrificando la sua espressione interrogativa sul suo viso, definitivamente.

<<Tu non sei casinista, però il casino lo inizi, in qualche modo.>> affermai, ma lui scosse la testa, convinto ancora prima di parlare.

<<Non è così e basta. Siamo quasi arrivati comunque, io vado a casa perché mi restano dei compiti di matematica.>> mi spiegò, sfogliando velocemente le pagine del libro di carta lucida.

L'aria iniziò a farsi viziata, trasformarsi in nube grigiastra, e mi accorsi che l'odore non era del tutto spiacevole e orrendo.

Nick tirò su' con il naso rumorosamente e buttò via la sigaretta per schiacciarla con la suola delle scarpe da ginnastica spellate che portava.

<<Tra il fumo e la benzina morirò asfissiato...>> si guardò intorno, e poi arricciò il naso, restando con metà viso illuminato di luce arancio e l'altra metà abbandonata all'ignoto.

<<Hai il collo del giubbotto, copriti il naso finché ri-riesci>> tossì un paio di volte, e mi fece gesto con la mano di seguire il suo suggerimento.
<<Quanto manca a casa tua...?>>
<<È lì>> la indicai <<quella bianca, solo pianoterra.>> mormorai dietro al tessuto del piumino mentre guardavo la quarta casa di quel lato.



Accelerammo i passi.

Quando Nickolas mi superò con una corsetta i fasci delle luci stradali cominciarono ad illuminare la strada anche dalla parte del marciapiede opposto, decorata principalmente da buste di spazzatura, grandi bidoni unti, confondendosi in un piccolo buco indefinito dove cominciava ad aprirsi un'altra via, una scorciatoia, che guardandola pensai non l'avrei mai vista dall'interno.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora