Le mie gambe scendevano adesso veloci, volevo vedere e godermi la rossa entrare dalla porta d'ingresso, dopo anni, ansiosa al solo pensiero che avesse raggiunto casa mia per parlarmi, di una circostanza, in una situazione che non sarebbe mai stata nostra. Neanche nel passato.Per quante paranoie ero abituata a farmi sempre, l'idea che avesse combinato qualcosa o che addirittura si trattasse di un suo trasferimento definitivo, nel minore dei casi, corsero davanti ai miei occhi. Sparirono subito dopo, ma sentii dentro di me che non era nessuna di quelle storie.
Nella penultima conversazione avevamo parlato dei suoi problemi con il cellulare, coincidenti sulla maggior parte dei versi ai miei, e lei ne avrebbe dovuto parlare con le altre.
Dubitai sarebbe successo qualsiasi cosa in relazione ad un problema del genere, per un evento di una tale superificialità. Non c'era niente a cui potessi aggrapparmi per immaginare a cosa sarei andata incontro qualche minuto in seguito.
Arrivai a scendere gli ultimi gradini, mio padre teneva il pomello della porta d'ingresso, la scena si presentó come a rallentatore.
<<Chi è a quest'ora?>> chiese guardando me, ed io non gli risposi, neanche feci in tempo, lo guardai soltanto e lui aprì la porta. I capelli color cremisi di Chloe brillarono sotto i residui di luce del lampione, e la luce bianca della nostra casa scoprì invece il suo viso dal buio serale.
Vidi come mio padre si era allontanato leggermente dalla porta, girandosi verso mia madre, che invece era distratta con lo sguardo proprio sulla rossa.
<<Buonasera... sei una dei vicini, suppongo?>> chiese Dionne, guardandola con gentilezza, e poi ricambió verso mio padre con una enigmatica occhiata interrogativa.
Chloe scrutó prima uno e poi l'altro, sistemandosi gli occhiali sottili sul naso, e poi rifugió le sue mani arrossate nelle tasche della giacca di pelle che le stava riparando le spalle.
Cercai di fare contatto visivo con lei, fissandola dritta negli occhi, e dopo mezzo secondo ebbi il mio risultato, che peró mi spaventó lievemente dato lo strano sguardo che aveva scelto di rivolgermi, serio, come se dovessi essere rimproverata di qualcosa.
<<Sono Chloe Carter e no, non sono una dei vicini>>, sorrise timidamente quando vide lo sguardo di mio padre e inizió a torturare il suo piercing al labbro inferiore con i suoi denti.
<<Posso entrare?>> <<Chloe...?! Come stai?>> le disse mio padre, con un improvviso sorriso da un orecchio all'altro, facendole segno di entrare con impazienza.
<<Cosa hai fatto al labbro e ai capelli, piccola? Avevi un aspetto così delicato prima...>> mia madre prese il suo viso tra le mani e vidi la rossa riprendere a sorridere, sempre più timida, e anche se era impossibile che mi vedessi in terza persona sentii i miei occhi brillare, e la gioia sulle guance, quando realizzai che la timidezza di Chloe non se n'era mai andata veramente.
<<Ogni tanto mi piace cambiare, Dionne>> rispose Chloe guardando i miei genitori con un particolare sguardo, unico, che cambiava i suoi occhi pieni di lava scoppiettante in quelli della Chloe che ci aveva lasciati anni prima, ed io la osservai, nostalgica, mentre rispondeva alle domande e continuava a parlare con i miei genitori, attendendo di riuscire a parlare con lei, di sapere ció che mi aveva portato.
<<Come state, tutto bene?>> <<Casey e Lewis?>> chiesero i miei, uno dopo l'altro, e le tenebre calarono nelle iridi della rossa, si nascosero dietro le sue pupille, ed io la affiancai immediatamente sperando che il silenzio che si era creato sarebbe sparito il più velocemente possibile. La guardai, tornando a non riconoscerla, studiavo i dettagli del suo viso a partire dalla mascella sottile e precisa, il naso prominente, gli occhi grandi e le ciglia lunghe e scure.
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Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Mystery / ThrillerAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...