Capitolo 1- Vecchio, o Nuovo inizio.

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<<Eryn, è ora di pranzo, hai detto di voler mangiare il pollo fritto e la nonna ti ha accontentata>>. Speravo che mio nonno avrebbe smesso di bussare alla porta da lì a pochi secondi.

Ero seduta sul mio letto davanti al pc acceso sul sito della scuola, e osservavo la home, mordendomi le unghie, senza riuscire a comprendere se la mia fosse ansia o cosa.

Sentivo solo piccoli brividi lungo le spalle, una tensione opprimente che era arrivata senza voler farmi capire il suo intento, ei bordi che stavano costruendo la realtà si sdoppiavano ribelli quando ricevevano la mia attenzione.
Nel momento in cui la pagina del sito si caricò completamente, mio nonno smise di bussare alla porta in attesa di una mia risposta a tutte le sue richieste, e in quell'esatto momento capii, tramite un ventata di auto-rassicurazione che mi infiammò il petto, che non vedevo l'ora di passare per l'ingresso della scuola, la mattina dopo, accorgendomi degli sguardi di chi mi avrebbe sorpresa e che avrebbe colto le differenze dopo un cruciale periodo.

Lo realizzai quando un sorrisetto si allargò sul mio viso e lo stomaco la finì di agitarsi, mentre quasi tutti i pensieri drammatici cominciavano a dissolversi in ogni lento respiro.

<<Arrivo, nonno>> mi alzai velocemente e aprii la porta della mia stanza - appartenuta precedentemente a mio zio - e mi diressi in cucina.

Chissà, se i miei due vecchi stavano mangiando davanti ad una tavola così ben arricchita come quella davanti a cui mi trovavo, in quel posto del cazzo, lurido e ormai pieno delle loro eco. Se in quel momento stavano mangiando una bella pizza calda a testa, dietro alle sbarre arruginite e cilindriche, era soltanto merito loro. Infondo nessuno avrebbe potuto dire che non erano stati capaci di cogliere una grande occasione, ma loro, invece, riuscivano solo a cadere nelle mani sbagliate e a farsi strizzare, senza riconoscere il sapore della dignità.

Dovevo frequentare il quarto anno, pensavo, mentre mordevo la seconda coscetta di pollo, e ancora non sapevo se dopo la conclusione di questo avrei continuato gli studi o meno. La forza di volontà non era dalla mia parte, e dubitavo mi sarebbe venuta in seguito per la scuola, ma ero consapevold che una buona parte di quella che avevo la stavo riservando per alcuni obiettivi, pensieri di una vita che probabilmente non sarebbe mai arrivata. Avrei portato alla luce obiettivi che mi avevano procurato soltanto un anno intero di notti in bianco.

<<Tesoro, pronta per la scuola? Spero proprio tu non abbia tralasciato niente>> disse mia nonna, guardandomi prima negli occhi, e poi contemplando le ultime cosce di pollo rimaste mentre ne masticava una, probabilmente complimentandosi per la sua cucina deliziosa.

<<Sì, credo proprio di non aver dimenticato niente. Magari controllerò>> mentii. I compiti non li avevo toccati, avevo solo fatto qualche esercizio di Storia che era niente, in confronto a tutto il resto che avevo da fare, solo perché l'anno precedente la pagella mi aveva sorpresa con dei voti scadenti.

I corsi estivi erano serviti a fare nuove conoscenze, ad esplorare ognuna delle sciocchezze che la scuola riservava, e a farmi prendere un nuovo posto in mezzo a tutti gli altri. A nient'altro che sarebbe interessato a loro.
<<Io e il nonno non vogliamo più sapere di te che vieni rimandata o... qualsiasi cosa facciano al giorno d'oggi. Cerca di mantenere i voti, il fatto che hai svolto i compiti dovrebbe decisamente aiutarti a recuperare >>
<<La nonna ha ragione, poi...cosa ne dici di rilassarti un po' oggi pomeriggio? È il tuo ultimo giorno di vacanza prima del->>
<<Nonno, me lo ricordo, e credo che tre mesi siano bastati. Non c'è problema.>>
Tutti e due i volti angelici e rugosi mi guardarono e mi sorrisero, io li imitai, abbassando poi lo sguardo sul mio piatto vuoto.


La cella gelida e trascurata che rinchiudeva i miei genitori per i loro peccati doveva essere quasi il colmo , cosa si provava a stare lì dietro? Poi quelle tute che non avevano mai visto un ferro da stiro, il cibo rancido, le mani delicate di mia madre che sfioravano quel muro impolverato e graffiato e che invece quando ero piccola accarezzavano i miei capelli, trascinandomi nella menzogna, come io la trascinavo dalla mano quando dovevo portarla a vedere i disegni che facevo per lei.
Per nessun altro.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora