Capitolo 37 - Alec Thompson

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I brividi solleticarono il mio collo, una mano gelida toccò il mio polso avvicinandomi alle labbra nere che mi aggiornavano sempre di qualsiasi informazione. Era solo di passaggio, perché poi avrebbe poggiato i piedi sul suo skate e si sarebbe buttata tra le onde e i colori della pista invitante che stavamo osservando.

<<Thompson entro oggi sarà qui in città>>, Megan si avvicinò ancora di più, senza far notare troppo il suo fare furtivo, <<traffico d'armi, qui nei dintorni. Se vuoi fare qualche affare, è disponibile.>> <<Chloe vuole un fucile, e potrebbe occorrere dell'altro anche a noi, tipo munizioni.>> osservai con divertimento Victoria, che oscillava nella pista e incrociava i suoi percorsi con quelli di un altro ragazzo, rischiando più volte di andargli addosso.
<<Hai detto che è disponibile, quindi...digli che possiamo vederci domani sera>>
<<Tu e lui...da soli? Non so quanto possa->>
<<Tu vieni con me, dato che lo conosci da tempo, poi potremmo portarci anche Carter. Avrà sicuramente già parlato con persone come Thompson prima di venire qui.>> dissi, con asserzione, sorprendentemente decisa e sicura di ciò che stavo ideando nella mia testa. Era una mappa improvvisata, strategie che non ero mai stata abituata a fare, ma stava succedendo. I due occhi color notte davanti a me osservarono i miei movimenti con interdizione e perplessità, avevano fretta di tagliare in due qualsiasi cosa, perché mi stavo sbagliando.

<<Lei potrà avere le palle, ma non parla con serietà, Asia.>>
<<Che vuol dire...>> ridacchiai, lanciando un'occhiata ad Alexandra e a Chloe che le teneva le mani sui fianchi, <<non capisco cosa intendi>>, erano entrambe appoggiate alla motocicletta di Alex.
<<Invece capisci e come. Alec non è come me, non è il tipo che resta a guardarti se lo prendi per il culo, e Chloe prende per il culo>>
<<Soprattutto quando non conosce>> aggiunsi io, con certezza. La rossa avrebbe saputo come comportarsi, avrebbe saputo cosa era giusto dire e cosa invece era sbagliato, anche se spesso era vittima della sua stessa impulsività, con le parole.
<<Mh...e Thompson cosa farebbe se lo prendessimo in giro? Cosa farebbe a Chloe, se spara una delle sue, Megan?>> dissi, con sarcasmo nascosto nel profondo. E per quanto lei avesse provato a capire come mi ero espressa, non sarebbe mai riuscita a raggiungere quel punto. Mi guardò con fare convinto, con serietà, il suo solito comportamento che traspariva la sicurezza che voleva auto infondersi, tante volte senza neanche convincere sé stessa.
<<Arriverebbe a creare casini, se non è con la luna giusta>>
<<Creare casini? Mi prendi in giro?>>
<<Ha i Bloodstream ancora alle calcagna, perché era uno dei migliori lì in mezzo. Potrebbe ammazzare Chloe, se non tiene la lingua a bada, anche a costo di rivoltarsi te e tutta la gang contro. Avrebbe la faccia di uccidere proprio il capo...farsi perseguitare da noi, e poi ammazzarci una per una.>> mi spiegò lei, come se mi stesse raccontando la trama di un film d'avventura. Dentro di me ammisi la picca d'ansia che stava arrivando, ma non l'avrei mai fatta vedere a nessuno.
<<Chloe vuole il fucile e sa quello che sa, quindi viene con me. Abbiamo Leandro Silver dietro al culo, e da come parli sembra che ti fidi più dei tuoi ex amici che di una società che spedisce sicari in giro per il mondo. Ho ragione?>>
<<La società i sicari li spedisce, noi siamo quelli che ci abbiamo a che fare giorno per giorno...o almeno credo>> mi disse con calma, lasciandomi a riflettere su ogni sua parola. Quando aveva parlato di capo, uccidere il capo, si era riferita a me. <<Alec non ci farà niente, il risultato del nostro incontro non dipenderà dalle parole di Chloe, ma dalle sue, quindi mi auguro che tu l'abbia davvero descritto nel modo giusto>> dissi io, infondendole incertezza tramite le mie parole, e senza intenzione di tornare indietro sui miei passi.

Tra lei e la rossa il mare era sempre in burrasca, non si trovava mai realmente un momento dove le si vedevano conversare con calma o semplicemente evitare i loro battibecchi.
<<Dirò A Jess di stare nei paraggi, se Thompson si porta qualche scagnozzo come pensi che potrà andare?>> Megan alzò un sopracciglio, domandandomi ciò, e guardammo la ragazza nominata spruzzare la vernice arricchendo i graffiti già presenti su quel muro rovinato.
<<Diglielo pure, dopotutto tu non sembri quella più disposta a fare a botte, se mai si dovesse>>
<<Perché, tu sì? E Chloe?>>mi disse lei, con aria quasi di sfida, alzandosi a giocherellare con lo skate tra i suoi piedi. Iniziai ad innervosirmi. <<Io so il fatto mio, e smettila di chiedere di Chloe, perché anche se non ti sta a genio ho già preso la decisione che devo prendere.>>
<<Non voglio andare contro le tue decisioni, tu lo sai bene...okay? Volevo solo tenerti al corrente dei rischi che potrebbero esserci con Alec, non spetta a me decidere chi ti accompagnerà, o cose del genere...>> alzò i palmi delle mani aperti senza esagerazione, e indietreggiò, intenzionata ad andarsene a fare altro. La nostra conversazione era terminata, quanto ai miei riguardi.
<<Vado ad avvisare Jessica, almeno ho qualcosa di cui potremmo parlare>> disse con serietà, mantenendo le sue labbra a cuore in una linea dritta e oscillando le sue braccia a ritmo con i suoi fianchi. Io sarei andata a parlare con la rossa, e mentre con decisione mi dirigevo verso di lei mi guardai intorno. Halsey era seduta su una panchina a mangiarsi un panino e a sorseggiare una Monster Energy Pink Punch in tutta tranquillità, Victoria continuava imperterrita sul suo skateboard con precisione e competizione, ed infine Jessica stava imbrattando con disegni color blu la giacca della ragazza che fino a pochi minuti prima mi aveva scrutata con il suo sguardo da incantatrice. Perché era quella, la specialità di Megan. Chloe si accorse di me già dopo i primi passi che mossi verso di loro, e notai la strana luce con cui mi aveva guardata, la strana luce a cui non mi ero mai abituata e pensavo che non ce l'avrei mai fatta, a farlo. Lei si appoggiò con i fianchi allo scooter, si tolse la giacca dalle spalle e la lasciò appoggiata al sedile restando con solo una canottiera che valorizzava le sue braccia allenate. Alexandra le si piazzò davanti e si avvicinò per lasciarle un bacio sulle labbra, prima di allontanarsi verso l'altro lato della pista lasciando alla rossa la libera vista del mio arrivo in sua direzione. <<Quattrocchi>> le dissi, appoggiandomi a braccia conserte di fianco a lei, e il mio cellulare decise di accendere il suo display, segnalando l'arrivo di un SMS per il quale rimandai la mia attenzione ad un altro momento. <<Sorella Parker, a quale buon vento devo questo onore?>> mi sorrise, con fare scherzoso guardando verso le piastrelle rosee in pietra, <<ci sono problemi? Chi vuole ritrovarsi senza incisivi?>>

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora