Capitolo 20 - Smemorati

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<<Siamo pronti a fornirvi le nostre freschissime notizie del primo mattino che ci hanno fornito i nostri migliori agenti proprio poche ore fa, con esattezza, alle cinque e ventisette minuti di questa mattina.
Spiacevolmente comunichiamo la chiamata di segnalazione di una donna trentanovenne residente nell'East Cleveland insieme al marito e al figlioletto, che è arrivata agli agenti di polizia nel bel mezzo della notte quando la donna, di ritorno a casa dal lavoro, ha scoperto il corpo del piccolo sgozzato e riversato sul suo stesso letto. Il bambino di appena dieci anni, Micheal Dorian Lane, è stato trovato morto in presenza del padre che si trovava nella stessa stanza, sconvolto all'apparenza della donna e dei nostri agenti, che come primo sospettato lo hanno prelevato e accompagnato in centrale.

Micheal andava a scuola, inizio anno di quinta elementare, e la madre... Marianne Lane, sostiene che il figlio non ha mai avuto nessun tipo di strani conflitti o conversazioni con persone sconosciute, un probabile assassino, la prossima preda del corpo di polizia. L'interrogatorio del padre si terrà ad orario ancora a noi indefinito, torneremo all'arrivo di nuovi aggiornamenti sul caso e assicuriamo la giustizia... per la nostra piccola vittima.>>

La sigla del telegiornale, la solita canzoncina di chiusura che ogni mattina prima di andare alle elementari ero solita ascoltare alle sette di mattina, appena sveglia, solo per interesse di mio padre. Caricava l'ansia nel mio corpo come si faceva con i colpi e i cannoni, solo che non esplodevo e né tantomeno sparavo fuori il mio entusiasmo quando uscivo di casa, sommersa dalla candida neve bianca come batuffoli di cotone e ghiaccio. Anche quella mattina l'orario coincideva, erano le sette e un quarto e il telegiornale era appena terminato.
Poggiai i piedi nudi per terra, ero intenzionata a non prendere altro freddo se non per il tragitto dal salotto al mio letto. Era passato molto tempo dall'ultima volta, prima di quella mattina, in cui avevo guardato il telegiornale. Feci in tempo solo a sentire della notizia di cui Megan mi aveva avvisata svegliandomi con una telefonata. <<Asia... proprio qui nei dintorni, ho avuto paura... >> mi aveva detto ancora prima che mi fossi alzata dal letto, mentre tentavo di aprire gli occhi dal momento che solo trenta secondi prima dell'udire della sua voce ero persa nel pieno del mio sonno, nel buio pesto della mia stanza.

Infilandomi nelle coperte calde mi impegnai a costruire l'esatta scena del tragico omicidio nella mia mente, l'esatto modo, anche se impossibile, in cui l'assassino avrebbe tagliato la gola nel sonno a quel povero bambino. Quando ci pensai, nonostante le mie convinzioni, mi accorsi che se fosse stato ucciso nel sonno o meno dopotutto non lo sapevo neanche. Avrei chiesto a Megan se avesse saputo qualcosa di più al riguardo, per mia pura curiosità e per colmare la compassione che scendeva come pioggia, bollente, fino al mio petto.

Se fosse stato sveglio accorgendosi dell'ingresso insolito? Lo immaginai intento ad uscire dalla sua stanzetta per avvisare il padre già dormiente, o forse a lavare i piatti o a terminare una partita sportiva, ritrovandosi poi con le braccia strette rapidamente verso dietro e con il suo stesso sangue schizzato contro la parete, per poi vedere buio e perdere la sensibilità alle gambe, la testa che si piegava, spegnendosi. Le mie stesse visioni macabre per poco non spaventarono me stessa, provai a chiudere gli occhi e subito iniziai ad accorgermi del sonno che, se fossi stata sveglia ancora per molto, sarebbe svanito del tutto. La sera prima, né Megan e né Victoria si erano fatte vedere al Vanilla's Bud, e mi spiegarono il perché soltanto prima che me ne fossi andata a dormire, alle quattro di mattina. Avevano partecipato ad un'altra festa tenutasi in un altro locale a neanche due isolati da dove invece eravamo noi.
Con gli occhi chiusi, rifugiata nuovamente nel buio delle persiane abbassate e con le spalle coperte dalla lana mi ritrovai a pensare, sebbene sapessi che mi sarei addormentata da lì a poco. Era strano il fatto che un bambino fosse stato ucciso così dal nulla, ero ferma e convinta in partenza che sicuramente, un motivo non valido doveva esserci. Solitamente giravano più notizie di uccisioni del tipo... adulti morti. Persone sulla quarantina, al massimo giovani fino ai vent'anni di età, mentre in media, ossia la media delle cose che avevo sempre personalmente ascoltato e saputo, ragazzi di età inferiore erano vittime maggiormente di incidenti stradali o cose più "banali" di questo genere.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora