La busta nera giaceva sulle piastrelle umide del vialetto, appena fuori dal cancello, in attesa di consegnarsi. L'orario sul display che illuminava il mio viso segnava le quattro di mattina passate, il cielo era fin troppo buio e profondo per dimostrare che fosse davvero quell'ora, e già pensai a come quel giorno sarebbe trascorso, per aspettative, in una via molto particolare.
A parte la pioggia leggera, in quel momento, sembrava che il mondo si fosse svuotato, che il suo suono fosse tutt'altro, e che fossimo rimasti soltanto io, la casa dei miei nonni, i miei interessi, le mie ambizioni, le mie preoccupazioni.
Talmente vuoto che il silenzio mi seguiva come una nube nera, come il fumo che mi ero lasciata nel passato senza riprendere più, e quando appoggiai i piedi nudi sul parquet comunque freddo, i miei occhi assonnati acquistarono più lucidità.
Quel giorno sarebbe scaduto, se avessimo rifiutato di compilare il foglio non avremmo mai potuto dare inizio a nulla, però era accaduto tutto il contrario. Ore prima avevo lasciato che il lampadario della cucina non permettesse all'oscurità di appropriarsi del tutto della casa, ma quando uscii dalla mia stanza non fui in grado neanche più di vedere le mie mani vagare per orientarmi.
Premetti l'interruttore, ma la luce non ne voleva sapere di tornare, e perciò non insistetti. Un'ondata improvvisa confuse i miei sensi, l'eco del campanello continuava ad ondeggiare verso il resto delle stanze anche dopo due secondi.
O forse... la mia mente cercava solo di giocare.
Infilai con la pelle d'oca la giacca di pelle e in seguito i piedi nelle scarpe da ginnastica bianche che avevo a portata di mano, proprio davanti all'ingresso.
Il campanello suonò una seconda volta, proprio nell'esatto momento in cui avevo aperto la porta permettendomi la vista dei lampioni ancora accesi e flebili, e di sentire il profumo della terra bagnata. Come se la pioggia avesse offuscato anche i miei occhi, avanzavo con passi incerti verso il cancelletto principale, dove qualcuno di sconosciuto mi stava attendendo.Non mi sorpresi del motivo per cui mi fossi svegliata a quell'orario, perché sapevo che un certo attrito, una certa sensazione di arrivo, il silenzio dell'ambiente e della natura e di qualsiasi altra voce esistente che non fosse il mio respiro, aveva annunciato tutto quanto.
Alcune ciocche color carota spuntavano da sotto un cappello da pescatore inzuppato, il tipo solleticò il suo mento abitato da qualche pelo di barba, e quando rivolse l'attenzione su di me coprì la bocca con il collo alto della sua giacca di velluto. Poteva al massimo avere qualche anno in più di me, ma non prestai molta retta a quella convinzione.
<<Chi sei? Era previsto che Dionne consegnasse la busta, non una ragazzina.>> mi guardò con il suo unico occhio, poiché l'occhio sinistro era coperto da una sottile benda nera somigliante a quella di un pirata.
<<Tutte le firme che vi servono sono lì. Porterò avanti io il progetto, anche se non sono Dionne Parker.>> risposi, forzando un fare autoritario, mentre il ragazzo restò interdetto e contrariato allo stesso tempo. <<Probabilmente sei sua figlia. Connor, Dionne, e il resto della truppa avrebbero dovuto recapitare tutto quanto a Liverpool, e ancora non capisco perché i membri non lo abbiano fatto e perché una sedicenne sia davanti a me.>>
<<Perché... come ho già detto, porterò avanti io il progetto. Le firme sono già pronte, e lei non sembra nella carica di poter fare decisioni al riguardo>> avvertii la sonnolenza svanire del tutto in quell'esatto istante.
<<Chi ha contrattato con voi ha deciso di ritirarsi, ma avete la fortuna di parlare con i sostituti>>.Il pirata mi rivolse un'occhiataccia scettica, che io ignorai come se fosse una saponetta scivolata giù dalle mie mani, consumata.
<<Sono richiesti dei requisiti particolari, tutte le fasi sono state tracciate e sono essenziali per arrivare all'ultima. Capo Silver non avrebbe creato tutta questa 'trafila' se non avesse voluto>>.
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Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Gizem / GerilimAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...