Un suono si stava avvicinando al mio orecchio, era la sveglia, e mi sorpresi anche di essere riuscita a chiudere occhio, pensandoci onestamente.
Erano le 6 di mattina e a scuola ci sarei andata a piedi, data la non troppa lontananza, e la forza di volontà della quale occasionalmente dovevo approfittare.
Mi alzai, avvertivo già il principio di un capogiro, ero in canottiera e non ne ricordavo il motivo. Pensai a come la sera prima, sotto le coperte, avessi iniziato a sentire caldo e invece mi ritrovavo seduta sul letto con le mie spalle nude che tentavano invano di contrastare gli spifferi di freddo. La porta della stanza era socchiusa, e lì circolava il freddo insieme al profumo del caffè e del cioccolato che quasi ogni mattina sentivo.
La finestra era aperta e la lattina del drink era ancora sul davanzale; mi precipitai ad evitare che il freddo avesse continuato a farmi tremare, e annusai il profumo leggero e dolce della bevanda.
Sarei sembrata una strana ragazza fissata con le cose semplici, ma inutili, perché quale persona normale la mattina come prima cosa annuserebbe una lattina vuota? A cosa pensavo? Alla fine, quel profumo fruttato era un buon accompagnamento ad un lungo sguardo sul mondo esterno.
Nel chiudere la finestra sentii delle risate provenire da fuori. La casa dei miei nonni si affacciava sulla strada tranquilla di un quartiere come tanti, perciò vidi direttamente qualcuno, senza ostacoli visivi, a parte i rami di un albero molto alto a lato del nostro giardino.
Due ragazze, una con i capelli corti e castano chiaro, più vicini all'arancione, e un'altra accanto a lei con i capelli di un rosso sangue scuro raccolti alla meno peggio, entrambe mi davano le spalle e avevano superato la casa.
Ridevano, soprattutto la ragazza dai capelli chiari, mentre io avevo la consapevolezza di dovermi fare il viaggio in modo deprimente.
Guardai d'istinto il cellulare, e poi sentii mia nonna chiamarmi in modo calmo dalla cucina. <<Eryn vieni a bere un po' di caffè caldo, se non lo vuoi c'è anche della cioccolata>>.
Erano le sei e cinque minuti, alle sette avrei dovuto lasciare casa e ancora non avevo idea di cosa avrei indossato. <<Buongiorno, tesoro>> mia nonna mi stampò un bacio sulla fronte, e mio nonno sorrise leggermente mentre prendevo posto.
<<Eryn, se non hai nessuno con cui andare a scuola...posso accompagnarti in macchina, se vuoi>> disse mio nonno ad un tratto, con il mento sporco di cioccolato, ed io lo guardai storto.
Il suo volto era occupato dalla classica espressione di chi aveva preso una decisione all'ultimo minuto, ma fingeva di averla direttamente tirata fuori dalle profondità del cuore e della volontà d'animo.
<<Sono sempre andata a piedi, questo è l'ultimo anno, non il primo>> dissi con tono secco, e lui cominciò a imitarmi creando una vocina, ancora sotto il mio sguardo.<<Tesoro, questo è il privilegio del primo giorno. Non hai nessuno con chi andare a scuola?>>
<<... Sono io a voler andarci da sola, a dire il vero nessuno di loro mi va a genio e non ho un legame così stretto con qualcun altro, come invece può sembrare. Sono solo compagni di classe>> guardai mia nonna sorridendo, più per compiacimento della semplicità con cui lo avevo detto che per altro, però mi fecero tenerezza, e presi un altro sorso di caffè, il penultimo prima di alzarmi e iniziare a prepararmi senza attendere inutilmente che si facesse tardi.
Mio nonno iniziò a ridere, ma intervenne con interesse. <<Non riesci ad avvicinarti proprio a nessuno di questi compagni di classe?>> <<Eryn, vuoi un paio di pancake?>> si intromise mia nonna, ritardando la mia risposta, che arrivò comunque. <<Non ne sento il bisogno, se delle persone non mi piacciono preferisco decidere da sola>>.
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Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Mystery / ThrillerAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...