Capitolo 9 - Diamante

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Salii le scale dello scantinato e aprii la porta, avvertendo il mio tornado interiore fermare l'entusiasmo e calmarsi, abbassandosi ogni secondo mentre tentavo di uscire il più silenziosamente possibile, immaginando i miei genitori già seduti a tavola intenti a cenare. La motivazione, o meglio chiamarla scusa per il mio ritardo nel tornare la stavo tenendo in mano, ma avrei comunque preferito evitare di farmi vedere da loro. Iniziai a salire verso il piano di sopra appoggiando silenziosamente e velocemente i mie piedi sulle scale, ed ero a pochissimo, fortunatamente, dal raggiungere la mia stanza.

Entrai in questa e vidi pararsi intorno a me pareti color crema, il profumo alla vaniglia rinfrescava e illuminava la camera nonostante fosse piena sera. I mobili interamente bianchi e moderni erano tornati davanti a me, insieme al mio grande letto con il materasso alto, le sue lenzuola che mi ricordavano lo stesso profumo di quelle che avevo a casa dei nonni, e nel frattempo la felicità decise di inebriarmi, anche se non si fece sentire proprio in modo diretto.

Mi faceva solo strano trovarmi lì dentro con il calore dei riscaldamenti accesi, come se tutto fosse sulla linea della normalità, come se una piccola parte della mia vita non fosse mai accaduta. O forse, avrei dovuto più sperare di non averci riflettuto troppo ingenuamente. Appoggiai a casaccio sul comodino le cose che avevo portato, dopodiché poggiai il mio culo sul letto, dopo tempo, rilassando improvvisamente ogni muscolo del mio corpo e affondando in quella morbidezza che mi fece sentire impotente, ci voleva solo che sprofondassi con la testa nei cuscini per ritrovarmi con la sola forza di reggere il cellulare con una mano davanti ai miei occhi.

Quando accesi il display sorpresi un messaggio sul blocco schermo, ed era esattamente da parte della persona che avrei scelto di contattare pochi minuti dopo.

Quando accesi il display sorpresi un messaggio sul blocco schermo, ed era esattamente da parte della persona che avrei scelto di contattare pochi minuti dopo

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... il messaggio da parte di Chloe mi fece realizzare quanto tre semplici parole sarebbero riuscite a scombussolarmi, soprattutto perchè al di sopra di esse c'era il nome di un mittente capace di insidiarsi nella mia gola, fino a privarmi di qualche respiro. Mi affrettai a telefonarla sperando che non si trovasse con le altre.

Non era necessario che sapessero il tutto subito, se ne avessimo avuto il bisogno, e se la rossa avrebbe accettato, sarei stata la prima a parlare con loro della faccenda. Stringevo futuri avvenimenti importanti in un abbraccio frettoloso ed invisibile, visibile solo ai miei occhi, e i primi a non dover vedere nulla sarebbero stati gli adulti.

Ognuno di quelli a cui ero a conoscenza.
Toccai il contatto della rossa, notando il fatto che mi tremassero le dita. La chiamata suonava, passò un intero minuto e, come di mia natura, cominciai inevitabilmente a preoccuparmi. Riconobbi la sensazione che avevo provato verso di lei anni prima, che provavo di routine anche solo a pensare al suo nome, quando era ancora a Cleveland, con dentro l'anima di un angelo che sprizzava luce dietro ogni suo passo anzichè quella dell'opposto. Di un demone, del disordine, di qualcuno che non avrebbe mai più portato la stessa voce.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora