Se mi fosse stato chiesto come avesse fatto il tempo a passare in quella maniera, così velocemente, non avrei avuto modo di rispondere.
Quella sera, alle sei, Chloe ci aveva condotte per le scale del condominio dove abitava.
Megan aveva insistito per fare in modo che avvisasse subito il proprietario dell'edificio, com'era giusto, ma lei la liquidò rispondendo che ne avrebbe avuto il tempo in futuro, tanto alla fine i soldi delle spese di affitto gli sarebbero arrivati in ogni caso.
Tutte quante salivamo le scale gradino per gradino, ordinatamente, e tentando di mantenere più silenzio possibile.
Tutte tranne la padrona di casa e Victoria che come bambine facevano scalpitii continui, rumorosi con le suole che sbattevano come scoppi, e proseguivano tre gradini per volta con loro stessa difficoltà. Victoria guardava la rossa, divertita e con una continua risata a decorare i suoi lineamenti.
Concentrava il suo divertimento verso la figura della più piccola che saliva una rampa più avanti di lei, ma Chloe invece si concentrava sui suoi stessi passi.
Rideva, l'eco della sua voce rimbalzava per i corridoi insieme a quello squillante della bionda e si unì alle nostre richieste di silenzio. Ma ascoltando quella risata mi resi conto di quanto fosse estranea, su un viso che invece sembrava conoscermi così bene dal principio di qualsiasi vita avessimo trascorso sotto lo stesso cielo.
Ebbi l'impressione di non sapere più a chi appartenesse, quella voce. Davanti ai miei occhi c'era la stessa ombra, la stessa nuvola che si vedeva quando osservavo qualcosa di mai visto prima, qualcosa di talmente nuovo da divenire incredibile, qualcosa di impossibile da descrivere. Delle mani pungenti si stavano arrampicando giorno per giorno dentro di me, come edera, e mi chiesi se forse qualche volta avrebbe finalmente deciso di fermarsi. Lo sperai, più che altro, mentre deglutivo qualsiasi dubbio cercasse di raggiungermi la gola.
Quando fummo arrivate davanti al portone dell'appartamento, un signore di mezza età era appena uscito dall'ascensore per raggiungere proprio il portone di fronte, e rallentò i passi, quando adocchiò Megan che si era girata verso di lui, con fare serio.
Mi parve un'espressione del tipo: "Ti avviso, qualunque cosa tu voglia fare nella vita. Non so chi diavolo sei, ma tu prova a dire una sola parola e te ne pentirai".
Mi chiesi a cosa stesse pensando, la corvina, mentre l'uomo con perplessità cercava di inserire la chiave nella serratura del suo portone. Ed entrambe le serrature scattarono all'unisono, l'uomo si rintanò ed io, per ultima, entrai nell'appartamento della rossa.
<<Ho due grandi camere con due letti da una piazza e mezza ciascuno, e poi ho una singola, che->>
<<Che è mia. Attenta a quello che dici.>> <<Stavo solo finendo la frase dicendo che non l'avrei utilizzata io...e poi ho già la mia, cosa vuoi che me ne freghi?>>. Jessica e Chloe avevano inaugurato la nostra nuova casa con i loro soliti e piccoli battibecchi.Era un appartamento molto spazioso, iniziava con un ingresso luminoso e piccolo che dava semplicemente libera vista alle scale per il piano di sopra e una porta più infondo, proprio davanti alla nostra strada.
Poco più avanti sulla destra e sulla sinistra sfociavano due stanze, rispettivamente quella della cucina e quella di un ampio salotto dalle pareti elegantemente nere e arredata nel modo migliore che serviva per dare un aspetto moderno, e disordinato al contempo.
<<Vado un attimo al piano di sopra. Comunque ci sono due bagni, un bagno per tre e l'altro bagno per le altre tre. E aggiungerei anche che dovrete rispettare i turni di pulizia per quanto riguarda... tutto.>> ci diceva una delle più piccole, la padrona di casa, con fare compiaciuto, rigido, e un piede pronto a salire sul gradino successivo.
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Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Mystery / ThrillerAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...