Attraversammo quel varco di fuoco, e una pioggia di lava dette vita alla mia tempesta interiore, trasformandola in un turbine infuocato. Erano solo emozioni quelle che provavo, era appena divenuta, iniziata, la luce.
E la nostra villa era vicina.
Le piccole luci esterne che illuminavano il nostro giardino si avvicinavano a noi, le mura bianche che facevano brillare casa mia in mezzo al quartiere si innalzavano ogni secondo di più, e già intravedevo l'interno ampio e buio dopo quella parete di vetro. Arrivammo davanti al cancello e già pensavo a tutte le differenze tra il quartiere incasinato dei nonni e tra quello in cui eravamo appena giunti.
Era buio, la strada era isolata, e la villa era l'ultima di quella lunga fila di case silenziose. Avvertii una figura dietro di me, che mi picchiettó la spalla delicatamente. <<Eryn... dopo potresti posarli nel nostro scantinato mentre sistemo tutti i bagagli?>> domandó mia madre, ed io presi in mano i due pacchi incartati e chiusi dal nastro adesivo. Mio padre si giró a guardare sua moglie, l'espressione che fece lasciava poco a intravedere, era strana come stesse trattenendosi su qualcosa, forse era incredulo, forse era felice di essere tornato e di aver riacquistato la libertà ma preferiva non esprimerlo troppo.Non ne ero sicura.
Restó zitto, girando la chiave nella serratura del portone principale, e sospiró profondamente per poi spalancarlo, come se fossimo dovuti andare in esplorazione di una casa infestata da tutti gli spiriti possibili e immaginabili. Entrai per prima, immergendomi nel buio, e poi vidi i faretti bianchi sul soffitto accendersi, illuminando la sala spaziosa che stavo vedendo dopo un bel po' di tempo. Rividi il quadro enorme sul muro vicino alla porta, che raffigurava delle splendide e raffinate orchidee bianche, la pianta preferita dei miei genitori, che ne avevano piazzato alcuni vasi di vetro un po' in ogni stanza della casa. Il profumo sofisticato come la loro riservatezza decorava tutta la villa ed era diventato ormai tipico del mio ambiente.
<<Eryn, quelli... nello scantinato, ricordati ok?>> disse mia madre, sorridendomi lievemente, mentre mio padre dopo che mi ebbe baciato la fronte inizió a salire le scale verso il piano superiore, portando due valigette per mano che non parevano pesare esageratamente. Non lo avevo visto neanche prenderle dalla macchina, ma ancora era strano essere tornata a casa, ci pensavo continuamente, quindi era possibile che mi fossi anche quasi dimenticata della loro presenza talmente ero assorta per conto mio.
<<Adesso metto a posto tutto insieme al papà e poi ti chiamerò quando avrò preparato qualcosa da mangiare, o non hai fame?>> mi disse ancora mia madre, avvicinandosi per accarezzarmi il viso. Io le scostai una ciocca di capelli dagli occhi, guardandola come se fosse un'antica regina, anche se dentro di me, pensai, non sentivo realmente che lo fosse per me. Non aveva niente di una regina, forse parlando dell'affetto che avevo provato anni prima per lei poteva darsi, solo se avessi deciso di esagerare, ma quel nominativo non le calzava a priori. Era ben altro che una regina, era più elegante di una donna di quel genere, e lo si capiva solo guardandola in quei due diamanti incantatrici che aveva come occhi, dove riuscivo a leggere la potenza che riscaldava sempre il suo tocco su di me, la bravura nel mascherare l'angoscia che conservava dentro di sé, l'entusiasmo, la pazienza, forse la finta comprensione verso tutti.
Le sue mani, invece, celavano il buio, la violenza. La sua stessa potenza peró scorreva nelle mie vene, non era mai capitato che mi fossi sentita pari a lei, in piedi di fronte al suo sguardo e sullo stesso piedistallo, e non sapevo con certezza, anche se era mia madre, se riuscisse a capire anche minimamente ció che io stavo attualmente pensando. Strinsi tra le mani le due scatole rettangolari che stavo tenendo, pronta ad allontanarmi da sola verso il nostro scantinato, e quasi mi dimenticai di rispondere alla sua domanda. <<Non ho fame, metto a posto questa...?>> <<Non credo sia interessante sapere cos'è, devi solo appoggiarli sul ripiano della vecchia cucina>> <<Okay... dicevo, vado a metterli apposto e poi vado direttamente a dormire. Mi sento stanca>> le spiegai, e nella mia mente avvertii il suono di una tromba che annunciava la fine del countdown, questo stava a significare che la sfida, di cui lei non sapeva nulla, era appena iniziata.
STAI LEGGENDO
Wildcard - Rule The Night (Fase 1)
Misteri / ThrillerAsia realizza di essere sempre stata sola. Persa nell'ingenuità, abituata alla vita nel quartiere più tranquillo di tutta Cleveland. Abbandonata negli abissi di un circolo vizioso grande quanto il mondo. Poker, accordi, superbia, sangue ed ingann...