Capitolo 30 - Senza artigli

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<<Ehi, ehi>>.

Mi alzai, le tempie tuonarono come se queste fossero enormi e fragili tamburi d'acciaio. La mia visuale prese a scorrere per qualche secondo, irregolare, ma quando posai i piedi fermi e freddi sul pavimento tutto si stabilizzò appena un attimo dopo.

Corsi, seguii la voce di Halsey nel buio del corridoio, senza proferire né sospiri e né parole. Nessuna domanda, nessun altro rumore, soltanto i miei occhi fissi alla ricerca di qualche appiglio.

Chloe era in piedi con una mano appoggiata al muro, parve volerlo stringere come fosse un tessuto, i capelli raccolti alla meno peggio e quelli ribelli appiccicati alla pelle a causa del sudore. <<So camminare, ci riesco. Stai ferma.>>
<<Ci sono le scale, lasciati aiutare>>.

Un respiro affannoso, rapido, mosso dall'irritabilità. La tensione, realizzati, era talmente forte che se avessi allungato un dito nell'aria avrei sicuramente toccato il suo ruvido velo.

<<Ho sentito bussare alla porta.>> sussurrò Chloe, premendo l'interruttore della luce. Quando guardò dietro Halsey si accorse di me, e i suoi occhi sembrarono brillare per un paio di secondi, fermi come se fossero a casa, posati su di me. Pensai potesse essere sollievo.
Quando la luce della luna si accese sulla sua nuca umida scoprendo l'umore agitato, l'unica cosa che riuscii a fare fu restare a guardare, al massimo avvicinarmi.

Vidi la sua gamba ferita cedere, erano passati quasi cinque giorni. I primi cinque giorni del nuovo anno, e la sua gamba stava guarendo lentamente. Temetti che il proiettile avesse colpito un punto troppo delicato, ma ripensando per poco ai toni rassicuranti e precisi di Damon Timothy riuscivo a scacciare quasi il novanta percento delle preoccupazioni.
<<Hai sentito bussare alla porta?>> <<L'ho appena detto>> Chloe mi guardò, ed io serrai la mascella.

Mi avvicinai in silenzio e misi il suo braccio destro intorno al mio collo, con sua sorpresa, notai. Sorrisi ad Halsey e le intimai di tornarsene in camera, poichè sarei rimasta io ad aiutare Chloe, ed ero più che convinta che sarebbe bastato.
<<Ce la faccio, non preoccuparti>>
<<Mancano appena quattro gradini>> le strinsi con sforzo un fianco, impegnandomi a reggere il peso che non avrebbe invece potuto tenere con la gamba ferita. <<Adesso fai silenzio, e vai ad aprire la porta>> dissi soltanto, senza curarmi della sua indifferenza, mentre andava a sbirciare allo spioncino.

Si girò a guardarmi, ed io feci cenno verso la sua calibro quaranta appoggiata sul mobile di legno appena accanto all'ingresso. Mi avvicinai furtivamente a questo, Chloe mi fece spallucce, facendo lo scatto con la serratura per aprire il portone una volta per tutte.
L'asso di picche di lato al suo collo era bene in evidenza, soprattutto con lo spicchio di luce che si stava allargando da attimo ad attimo davanti a lei.

Dietro la porta incontrammo una ragazza dall'andatura traballante, gli occhi erano esageratamente rossi, e stessa cosa era per la punta del naso e le guance. La rossa guardò lei, io invece mi stagliai dietro alle sue spalle come una banale ombra e mi soffermai sugli scatoloni mal ridotti ai piedi della tizia.
<<E tu che hai a quest'ora?>>
<<Questi scatoloni... sono belli pesanti!>>.

In un frame, appena un secondo, vidi la ragazza abbassarsi quasi fino ad arrivare in ginocchio e, subito dopo, risollevarsi impugnando qualcosa verso di noi.
Me ne fregai della sua gamba, della ferita, del dolore, e mi dimenticai di qualsiasi cosa mentre la mia visuale sfrecciava spaventata da un punto all'altro. Spinsi Chloe all'indietro e mi misi davanti a lei con il cuore che si immobilizzava, mentre quel grilletto scattava a vuoto.

La pistola era scarica, mi lanciai verso la ragazza per bloccarle il braccio e le sfilai con forza l'arma dalle mani, rischiando allo stesso tempo di inciampare con i piedi contro le scatole dure come mattoni, mezze aperte.
Facendo ciò che non era mai stato mio, con l'adrenalina scattante, presi da una delle scatole quelle che mi parvero subito delle munizioni adatte e caricai l'arma. Quando scambiai i nostri ruoli la ragazza alzò debolmente le mani, tremante, e pensai che non c'era mai stato momento prima in cui mi ero sentita più sotto controllo di me stessa.

Wildcard - Rule The Night (Fase 1) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora