Sapevo che prima o poi tutto sarebbe finito ma non mi aspettavo in questa maniera, non pensavo mia madre dicesse seriamente quando ha accennato al fatto di vendere Dakota e speravo con tutta me stessa che per una volta pensasse a sua figlia e non a se stessa e ai suoi interessi. La valigia ormai pronta è poggiata sul mio letto ed è come se anche lei mi stesse dicendo di lasciar stare mia madre e far ciò che desidero, ma ormai è troppo tardi. A capo chino esco di casa dirigendomi verso la scuderia arrivando davanti il box del mio cavallo che mangiava tranquillamente del fieno ed entro avvicinandomi a lui poggiando una mano sul suo garrese e accarezzandolo dolcemente "Hey." sussurro quando volta il viso verso di me. Rimango a fissarlo e lui con me. I miei occhi non ci mettono molto a riempirsi ancora di lacrime e mi avvicino di più abbracciandolo al collo e stringendolo a me "Promettimi che starai bene." sussurro tirando su con il naso "E che non mi dimenticherai."
Gli bacio il muso e poi prendo la capezza e mettendogliela per poi attaccare la lunghina e portarlo fuori fino all'entrata della stalla dove il furgone che dovrà trasportalo è già pronto e mia madre in lontananza si avvicina con accanto un signore basso e tarchiato e con i baffi bianchi che quasi coprivano interamente le labbra. Si avvicinando entrambi a me e l'uomo poggia prontamente la mano sul muso di Dakota che si allontana con un piccolo sbuffo "Buono bello." dice passando in rassegna il suo intero corpo sorridendo soddisfatto "È un perfetto cavallo da salto, sarà sicuramente al livello delle mie aspettative." passa poi lo sguardo su di me "Non preoccuparti starà benissimo.""Starebbe molto meglio qui." rispondo di rimando ricevendo una gomitata da parte di mia madre "Non le dia retta, ultimamente fa fin troppi capricci." mi guarda male "Forza, salutalo e poi raggiungi Jungkook che ti sta aspettando in casa."
Senza dire nient'altro accarezzo il viso di Dakota lasciandoci un bacio e passando la lunghina a quel signore "La prego non lo tratti male." dico mordendomi un labbro "È tanto testardo e ci metterà un po' a darle retta ma non gli faccia del male è fin troppo buono."
"Tranquilla, è in buone mani."
Annuisco senza dire nient'altro e a capo chino mi dirigo all'interno di casa mia trovandomi davanti uno scenario abbastanza inaspettato.
"Pensavi che fossi così stupido da non accorgermene?"
"Se neanche ti sei accorto che era tutto una finta tra voi!"
Sgrano gli occhi vedendo Jimin di spalle al muro e Jungkook che lo tiene per il colletto della maglia "Jungkook!" lo richiamo avvicinandomi a lui e poggiandogli una mano sulla spalla "Lascialo!"
"Perchè?" domanda guadando me ma stringendo la presa su Jimin "Che bisogno c'era?" chiede ancora alzando notevolmente il tono di voce.
"C'era il bisogno che sono costretta a fare ciò che non voglio!" rispondo di rimando "So che tu non c'entri nulla ma non avrei potuto fare altrimenti."
"Si che avresti potuto!"
"Oh andiamo Jungkook!" dico spingendolo e allontanandolo definitivamente da Jimin "Sai anche tu che non ho mai fatto qualcosa che volessi io ma ho sempre fatto tutto secondo il volere di mia madre." inizio mordendomi il labbro "E purtroppo anche la relazione con te è stata voluta solo e unicamente da lei. Sei un bravo ragazzo Jungkook ma non provo per te quello che provi tu per me."
"Che ha che io non ho?" chiede indicando Jimin con un cenno del capo "Sono migliore in tutto. Tutto."
"Jung-"
"Cosa? Il modo di trattarti? L'atteggiamento? Dimmi."
"Nulla. Nessuno ha niente di più ma non sei tu il ragazzo che mi ha conquistata e fattene una ragione." ribatto incrociando le braccia al petto.
"Un pezzente...il ragazzo che ti ha conquistata è un pezzente e neanche te ne rendi conto." ridacchia sarcastico.
"Smettila di-"
"Cosa? Ti da fastidio che io lo chiami pezzente?"
"Chiamami un'altra volta in quel modo e giuro che ti spacco il naso." risponde Jimin tra i denti e dopo un piccolo ghigno Jungkook ripete quella parola con tono strafottente ricevendo nello stesso istante un pugno sul naso.
"Jimin." urlo di riflesso afferrandogli una spalla.
"Ti sei sfogato?" chiede "Adesso ti senti soddisfatto?"
"Sei un pezzo di merda." dice Jimin allontanandosi da lui "Smettila di dare fastidio è andata come è andata non puoi farci nulla Jungkook."
"Ha ragione." mi intrometto "Hai ragione ad essere arrabbiato ma non puoi cambiare i fatti." affermo è lui ridacchia annuendo poi "Già hai ragione, chissà che ne penserà tua madre."
"Sei uno stronzo." lo guardo male ma poi ridacchio "Sai che c'è? Puoi fare ciò che ti pare tanto ormai nella sua mente sono già a Seul all'università."
Senza dire nient'altro esce di casa sbattendosi la porta alle spalle e sospiro sedendomi sul divano posando lo sguardo su Jimin che mi si accovaccia davanti "Posso sapere perchè stavate litigando?"
"Pensavo fossi ancora nella tua camera e quindi stavo vendendo da te ma appena sono entrato ho visto Jungkook e provocazione dopo provocazione siamo arrivati a quel punto." risponde scrollando le spalle.
Chiudo gli occhi sospirando e poggio la fronte sulla sua cercando di tranquillizzarmi "Jimin devi stare tranquillo ok? Starò bene."
"Non starai bene, non è ciò che ti piace." ribatte scuotendo la fronte contro la mia.
"Me lo farò piacere." scrollo le spalle "Per favore non fare cazzate."
"Non ti prometto nulla." risponde subito e mi allontano per guardarlo negli occhi "Jimin, per favore." chiedo seriamente e dopo un piccolo sorriso annuisce stringendomi a lui "Non voglio che tu vada." sussurra poggiando il mento sulla mia spalla.
"Non voglio neanch'io ma ormai non posso fare altrimenti." dico stringendolo di più.
Mi bacia la fronte e mi sorride poi dolcemente "Quando partirai?"
"Domattina."
"Sarò qui." risponde prontamente guardandomi poi negli occhi "Resterei con te ma con questa situazione è meglio evitare." dice poi accarezzandomi una guancia.
"Non preoccuparti." rispondo prendendo un grosso respiro evitando di scoppiare a piangere ancora "Ci vediamo domani." dico con la voce leggermente incrinata.
"Vieni qui." mi stringe ancora una volta al suo petto mentre cerco di reprime i singhiozzi attingendo sempre di più la sua maglietta nel mio pugno.
"Non cambierà nulla principessa, te lo prometto." sussurra baciandomi una guancia e annuisco tirando su con il naso sentendo poi il rumore di una macchina che si allontana e del cancello d'entrata che si chiude "Dakota..." sussurro poi sentendo le braccia di Jimin stringermi più forte a se.
Rimaniamo così per un lasso di tempo abbastanza lungo che sembra però durare pochissimo e quando dopo avermi salutata esce di casa torno in camera mia sedendomi sul letto e rimanendo ferma a fissare la valigia cercando di prepararmi all'indomani mattina dove lascerò tutto e tutti.
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Cresciuti al contrario
Fanfiction[COMPLETA]✅ Lei : una ragazza colta dal carattere forte e ribelle che vive nel suo mondo perfetto costituito da amici e famiglia. Lui: un ragazzo che ha superato a malapena l'esame di stato del quinto superiore dal ribelle che ne combina di tutti i...