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"Preghiamo i gentili passeggieri di allacciare le cinture di sicurezza, l'aereo sta per atterrare all'aeroporto di Roma." gracchia la voce all'altoparlante facendomi leggermente aprire gli occhi mi copro la bocca sbadigliando e voltando poi il viso verso il moro accanto a me che dorme beato con il viso sulla mia spalla "Jimin" lo scuoto leggermente e lui scuote il capo "Siamo arrivati." lo informo e apre un'occhio osservandomi "E dove siamo arrivati?" chiede passandosi una mano tra i capelli e rimettendosi poi il cappello rosso che prima era poggiato sulle sue gambe "A Roma." rispondo e lui annuisce contento "Ho un tantino paura di vedere che cosa hai prenotato." dice con un piccola risata alzandosi poi per prendere il borsone che si trovava sopra le nostre teste appena l'aereo atterra. Gli sorrido colpevole e gli afferro la mano scendendo da quella scatola di metallo per poi ritrovarci nell'enorme aeroporto e prendere le valigia risulta un'impresa data la quantità enorme di persone che si sono accalcate. Faccio segno a Jimin aspettare e mi inoltro in quella massa di gente, gli Italiano a volte sembrano proprio delle capre, sbuffo e cerco di raggiungere la mia valigia urtando per sbaglio un ragazzo che vedendo i miei tratti orientali inizia ad insultarmi sottovoce convinto che non capissi la minima parola ma cambia immediatamente idea quando lo guardo davvero male e si polverizza nel giro di un secondo. Una volta afferrato le valigie torno accanto a Jimin che ride divertito "Che c'è?"

"Lo hai spaventato a morte." ride poggiandosi una mano sulla pancia e io gli do uno scappellotto dietro la testa "Zitto tu." annuisce ancora ridendo e mi afferra una mano mentre ci dirigiamo fuori dall'aeroporto "Sei consapevole del fatto che mi dovrai fare da traduttore?"

"Si, lo so." rido trascinandolo poi al noleggio auto e dando le mie credenziale per farmi consegnare le chiavi dell'auto che avevo scelto già qualche settimana fa.

"Che macchina hai scelto?" chiede e io sorrido "Lo vedrai."

"Nulla di troppo vistoso vero?" chiede inarcando un sopracciglio.

"Beh-" non finisco di parlare che un rombo ci interrompe e davanti i nostri occhi compare una fantastica decappottabile rosso fuoco "No, nulla di troppo vistoso." dico osservando bene l'auto.

"Oh mio Dio." dice lui sbattendosi una mano in fronte "Amore ma come cavolo ti viene in mente?" chiede poi guardandomi.

"Zitto e mettiti a guidare." esclamo lanciandogli le chiavi che mi erano state date in precedenza. Metto le valigie nel bagagliaio aiutata da lui e poi Jimin si mette alla guida inoltrandosi nell'autostrada per arrivare poi alla magnifica capitale Italiana. Il vento fresco mi scompiglia dolcemente i capelli e fisso lo sguardo nel cielo limpido d'inizio luglio. Una mano piccola si posa sulla mia gamba e sorrido dolcemente a Jimin "Appena arriviamo in Hotel posiamo le nostre cose e poi andiamo a mangiare, sto morendo di fame." dico poggiando una mano sulla mia pancia.

Siamo partiti a mezzanotte e teoricamente adesso in Corea sarebbero le quattro di pomeriggio ma qui sono solamente le nove del mattino e questo fuso orario mi ha un po' scombussolata ma non m'importa, voglio solo mettere qualcosa sotto i denti.

"Come vuoi." dice afferrando poi la mia mano ma lasciandola velocemente per cambiare marcia "Per quanto staremo?" mi chiede.

"Due giorni, ripartiremo dopodomani." rispondo "Per andare nelle altre località ci sposteremo con l'auto anche se ci vorrà un po'."

"Non è un problema." dice lui sorridendo.

Il nostro viaggio continua tranquillamente finché con le indicazioni del navigatore arriviamo al tanto atteso Hotel, appena entrati ci dirigiamo alla reception per pendere le chiavi della stanza e dopo aver detto il mio nome e cognome mi vengono consegnate. Prendiamo l'ascensore per arrivare al terzo piano e Jimin ancora non è spiccicato parola finché non entra poi nella stanza e si butta a capofitto sul letto "Hey fammi spazio!" esclamo saltando sulla parte del letto accanto a lui. Mi giro a pancia sotto poggiando il viso sulle mani e osservando il viso di Jimin che ha gli occhi chiusi ma li riapre poco dopo sorridendomi dolcemente e sporgendosi verso di me per baciarmi "Oltre al fatto che hai fatto le cose veramente in grande non posso lamentarmi." dice accarezzandomi una guancia "Guarda che bella vista!" sorride contento osservando piazza di spagna dalla finestra e sorridendomi ancora una volta "Si, tutto molto bello io ordino da mangiare eh." dico alzandomi e afferrando il menu dal comodino per leggere le pietanze che avrei potuto chiedere "Hai così tanta fame?" chiede lui ed io annuisco "Sto morendo di fame!" esclamo sedendomi poi sulle sue gambe mentre osservo ancora il menù ma lo strappa dalle mie mani per afferrare il mio viso con le mani e baciarmi "Jimin, ti amo anch'io ma devo mangiare." dico allontanandomi poco per riprendere quel pezzo di carta plastificata ma mi riporta su di se "Ci sono io." esclama scrollando le spalle e gli colpisco il petto velocemente "Smettila, ho davvero fame." metto il broncio e lui annuisce ripassandomi il meno e iniziando a guardare con me le varie pietanze.

Cresciuti al contrarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora