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Il viaggio in macchina dura meno del previsto, avendo passato le ultime due ore in auto immersa nel mondo dei sogni. Ho preferito addormentarmi invece di stare a pensare a tutta la situazione, in maggior modo perché ormai non posso farci più nulla.
Appena l'auto si parcheggia davanti l'enorme istituto scendo ringraziando l'autista che aveva tirato fuori la valige dal cofano e dopo un inchino mi avvio all'interno della struttura fermandomi davanti la mappa che si trova accanto all'entrata per cercare la segreteria e dopo averla individuata mi dirigo tra i diversi corridoi fino ad arrivare davanti una porta marrone scuro e busso, aprendo poi la porta quando mi viene concesso. Una donna anziana è seduta dietro una delle tante scrivanie ed alza il volto dalle numerose scartoffie posando lo sguardo su di me "Mi scusi, potrebbe dirmi dove devo andare per gli alloggi?"

"Ma certo." mi sorride alzandosi "Seguimi." esce da quel piccolo ufficio e si dirige verso il giardino scolastico ed entrando poi in una struttura situata accanto alla scuola "Come ti chiami?" chiede posizionandosi dietro la scrivania che si trova appena dopo la porta d'entrata.

"Kim Jo." rispondo subito e mentre cerca il mio nome su alcuni fogli mi guardo intorno notando come quel posto sembrasse un'albergo. C'era un piccolo spazio ornato da divanetti e poltrone e poi due ascensori uno accanto all'altro la differenza però è che, notando i diversi cartelli, uno porta alle camere maschili l'altro a quelle femminili.
Mi giro verso quella gentile signora quando sento il fruscio di alcune chiavi "Ecco a te, camera 102." afferro le chiavi com un sorriso ringraziandola quando poi la porta viene spalancata velocemente "Sono arrivata!" una voce squillante si propaga per il piccolo spazio e una ragazza dal sorriso rettangolare posa il suo sguardo su di me "Oh, ciao!" mi saluta facendo un piccolo inchino "Mina! Allora come hai passato l'estate?" chiede poi abbracciando l'anziana signora che rotea gli occhi al cielo sorridendo "Bene bene, tu?"

"Una favola." ridacchia per poi girarsi verso di me "Sei nuova?" chiede e io annuisco "Perfetto, Mina va a riposarti ci penso io a lei."

"Come vuoi." le risponde ma vedendo il mio sguardo spaesato decide di presentarci "Jo lei è Kang Haneul, Hanuel lei è Kim Jo."

"Piacere!" sorride quella ragazza "Adesso se permetti la portò alla sua stanza." dice afferrandomi un braccio e tirandosi dietro sia me che le sue valige fino all'ascensore e appena le porte vengono chiuse riprende a parlare "Che numero è la tua stanza?"

"102"

"La mia 104! È di fronte la tua!" dice battendo le mani.

Una cosa che a questa ragazza non manca è l'allegria.

"Comunque scusa il mio comportamento invasivo." dice poi "Sono al terzo anno ormai questa scuola è come casa mia." spiega poi.

"Non preoccuparti, mi fa piacere che non sia l'unica ad essere arrivata prima."

"Non siamo solo noi due, a breve arriveranno altri due miei amici." mi informa mentre esce dall'ascensore dopo l'apertura delle porte "A proposito, vieni a pranzare con noi?"

"Cosa?"

"Tranquilla sono dei tipi apposto e poi mi dispiacerebbe farti passare la giornata da sola." scrolla le spalle "Adesso tu vai in camera tua, sistemi quello che devi sistemare e poi quando è ora di andare a pranzare vengo a chiamarti e andiamo insieme ok?"

"Si, va bene." le sorrido.

"Oddio quante fotografie!" dice facendo cadere lo sguardo sullo scatolone poggiato sopra la mia valigia.

"Mh si, ne ho portate tante."

"Hai le cose necessarie per appenderle?" chiede e io scuoto il capo in segno negativo.

"Allora posso aiutarti io, quando hai finito di sistemare vienimi a chiamare così ti aiuto."

"Ma non ce nè bi-"

"Invece voglio rendermi utile!" ribatte "Chiamami appena hai sistemato tutto."

"D'accordo."

"Bene, adesso vado a dopo." mi saluta sventolando la mano e sparisce dietro una porta blu notte posizionata di fronte la mia. Apro la porta d'ingresso entrando nella piccola stanzetta riservata a me. Ma appena entro mi rendo conto che non è poi tanto piccola: il letto ad una piazza e mezza è posizionato al lato della stanza, accanto ad esso una scrivania non indifferente e dal lato opposto del letto un'armadio di legno chiaro. Accanto all'armadio c'è una piccola stanza che noto essere il bagno e poi una grande finestra posizionata proprio sopra la scrivania, lascio la valige nel mezzo nella stanza e afferro il mio cellulare con un solo messaggio inviatomi dieci minuti fa, ridacchio per la velocità con cui è stato scritto dati gli errori ortografici ed eseguo ciò che mi è stato scritto. Clicco l'icone per dare il via ad una videochiamata e mi siedo sul letto nell'attesa che la persona dall'altra parte dello schermo risponda "Allora?" chiede subito.

"Tutto apposto, sono appena arrivata in stanza." rispondo portando le ginocchia al petto.

"È bella la scuola?" chiede sedendosi a terra e poggiando il capo al muro.

"Ancora non l'ho vista all'interno ma esternamente è bellissima, anche la mia stanza non è niente male."

"Sei da sola?" chiede spostandosi un ciuffo di capelli.

"No, c'è un'altra ragazza che è arrivata oggi e mi ha invitata a pranzare con lei e dei suoi amici che dovrebbero arrivare a breve." rispondo ridacchiando vedendo il viso corrucciato del moro.

"Amici?"

"Oddio Jimin! Sono appena arrivata lasciami socializzare!" ridacchio sdraiandomi di schiena sul letto e tenendo il cellulare con le mani.

"Dai sto scherzando." ridacchia "Allora già hai fatto amicizia." sorride.

"No, cioè si...non so sembra una ragazza solare e simpatica."

"Beh è una buona cosa." risponde ma poco dopo si sente urlare il suo nome "Principessa devo andare, hanno finito di allenarsi e devo mettere in ordine." dice alzandosi.

"Va bene, ti chiamo nel pomeriggio."

"Si, ti amo."

"Anch'io." rispondo poco prima che la chiamata venga chiusa. Sospiro poggiando il cellulare sul letto accanto a me e rimango a fissare il soffitto, solo dopo aver preso un grosso respiro cercando di tirare ancora una volta indietro tutto ciò che mi sto tenendo dentro e iniziò a sistemare i vestiti nell'armadio, i trucchi negli appositi schiaffali in bagno e proprio mentre inizio a cacciare i quadri e le fotografie dallo scatolone che sento bussare alla porta e aprendo mi trovo davanti il viso sorridente di Hanuel "Stavo cacciando adesso le fotografie dallo scatolone."

"Stupendo!" esclama entrando nella stanza con in una mano un martello e nell'altra dei chiodi "Allora, dove vogliamo appenderle?"

Cresciuti al contrarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora