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Il giorno seguente non tardò ad arrivare e nonostante avessi passato la maggior parte della notte sveglia non riuscendo a prendere sonno il tempo sembra essere volato. Con poca voglia mi alzo dal letto e mi trascino i bagno per iniziare a prepararmi e come mio solito non ci metto molto, quindi nel giro di un'ora sono già pronta. Sospiro risedendomi sul letto e guardandomi attorno con un mal un sensazione strana ma scuoto il capo afferrando la valigia e scendendo al piano di sotto, completamente vuoto se non per il nostro maggiordomo che prepara la colazione "Buongiorno signorina."

"Buongiorno." lo saluto con un sorriso e afferro la tazza di the che mi tende poco dopo "I suoi genitori si sono svegliati da un po', tra non molto la raggiungeranno." mi informa afferrando poi il vassoio e allontanandosi ma si gira verso di me co un tenero sorriso "Il signorino Jimin mi ha chiesto di informarla che la sta aspettando al fiume."

"Al fiume?" chiedo corrucciando le sopracciglia e lui scrolla le spalle per poi salire le scale e dirigersi verso la camera dei miei per dargli la colazione.
Poggio la tazza di te sul bancone da cucina e a passo svelto mi dirigo alle stalle e accertandomi di non essere vista da nessuno mi avvio a passo svelto al fiume e quando arrivo trovo Jimin sdraiato a terra che guarda il cielo limpido. Mi avvicino mettendo i piedi vicino la sua testa e guardandolo dall'alto "Bu"

"Ti avevo già sentita." dice continuando a tenere gli occhi chiusi "Ti è andata male piccola."

Faccio una smorfia e mi siedo accanto a lui con le gambe incrociate mentre resto ferma a guardare il suo viso illuminato dai raggi solari senza dire una parola ed evitando di spezzare quel silenzio così rilassante. Jimin apre gli occhi fissando lo sguardo nel mio e dopo avermi sorriso dolcemente si siede allargando le braccia per invitarmi ad abbracciarlo. Non me lo faccio ripetere due volte e mi avvicino di più, fino a sedermi sulle sue gambe, per poi stringerlo forte a me cercando di non lasciare altre lacrime ma fallisco nel tentativo e appena inizio a singhiozzare Jimin stringe la presa accarezzandomi la schiena "Non devi piangere d'accordo?" chiede allontanandomi da lui per guardarmi negli occhi "E come faccio?" rispondo tirando su con il naso.

"Ascoltami." sospira "Non devi preoccuparti, ci sentiremo tutte le volte che potremmo e il fine settimane cercherò di venire a Seul o anche in settimana." dice asciugandomi le lacrime dal viso.

"Jimin non ci voglio andare." dico poggiando il capo nell'incavo del suo collo.

"Ma devi e non puoi metterti ancora contro tua madre." dice accarezzandomi una guancia "Sei abbastanza forte da affrontare tutto questo e anche se non ci sarò fisicamente io ti starò vicino." mi sorride "Chiamami per qualunque cosa, anche in piena notte."

"Non preoccuparti." rispondo abbassando il capo.

Mi stringe ancora una volta a lui lasciandomi un bacio sul collo, rialzo lo sguardo posando i miei occhi in quei due pozzi scuri e alzo il mignolo in segno di promessa "Promettimi che non combinerai casini e soprattutto che non ti ribellerai ai miei d'accordo?"

Lui sbuffa e gira il volto di lato ma afferro il suo viso e riporto il suo sguardo nel mio "Jimin, prometti."

"No."

"Jimin hai bisogno di questo lavoro." dico seria "Pensa a tua madre e tua sorella."

"Posso trovare un altro lavoro."

"Nessuno ti darà una paga tanto alta perciò per favore se non vuoi farlo per me fallo almeno per tua madre."

Sospira e poi annuisce avvinghiando il mignolo al mio.

"Perché mi hai fatta venire qui?"

"La situazione con i tuoi già critica, voglio evitare un'altra discussione solamente perché voglio salutarti a dovere." dice con un piccolo sorriso.

"Ah allora sei intelligente!" ridacchio e lui si sposta portando me sotto di lui e tenendomi i polsi.

Ancora una volta il mio sguardo viene totalmente rapito dal suo e dai miei occhi ricominciano a sgorgare numerose lacrime quando le nostre labbra vengono a contatto. Esercito talmente tanta forza in quel singolo bacio che non vorrei mai finisse, rimarrei così per giorni ma purtroppo Jimin si allontana e si alza tendendomi la mano per aiutarmi "Forza."

Accetto il suo aiuto e mi alzo avvinghiandomi a lui come una cozza nel tragitto di ritorno verso casa mia.

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Appena arrivati la prima cosa che noto è l'agitazione di mio fratello che continua a guardarsi intorno mentre mia madre parla tranquillamente al telefono non accorgendosi neanche del mio arrivo. Sospiro avvicinandomi ai due e vengo stretta quasi immediatamente in un abbraccio da Taehyung che non fiata, si limita solamente ad abbracciarmi. Mi madre invece si avvicina e allontana di poco il cellulare dall'orecchio per informarmi che partirò appena arriverà l'autista e annuisco per poi afferrare le mie valigie e portarle più vicine a me siccome si trovavano diversi passi più avanti.
Rimango fissa a guardare le mie scarpe mentre mio fratello mi stringe in un abbraccio laterale "Tae"

"Si?" chiede cercando di camuffare la voce rotta.

"Non piangere." sussurro stringendolo di più mentre sospira evitando di scoppiare a piangere.

"Jo!" alzo lo sguardo vedendo Lyla correre verso di me e si lancia letteralmente tra le mie braccia "Pensavo di non aver fatto in tempo." dice con il fiatone e le sorrido afferrando le mani nelle mie "Non preoccuparti."

La nostra attenzione viene conquistata da un rumore di ruote e un suv nero si posiziona davanti a noi dal quale poi scende un signore in giacca e cravatta che dopo un inchino inizia a mettere le mie valige nel bagagliaio.

"Allora" dico allontanandomi di un passo "Devo andare."

I miei occhi si incontrano ancora con quelli di mio fratello fin troppo lucidi e faccio di tutto per non scoppiare ancora a piangere "Vieni qui." sussurra stringendomi a lui e baciandomi poi la fronte "Ci vedremo presto Tae." sussurro baciandogli la guancia.

"Se con presto intendi le vacanze di Natale allora si." dice lui ironico accarezzandomi la schiena "Chiamami quando arrivi ok?"

Annuisco e mi allontano abbracciando ancora Lyla "Non fare casini." mi dice.

"Tranquilla." le sorrido stringendola ancor di più a me.

Mi allontano poi da lei e incrocio lo sguardo con Jimin che era rimasto in disparte per tutto il tempo. Tiro leggermente su con il naso e mi avvicino per abbracciarlo. Subito circonda le braccia intorno il mio busto e mi stringe forte a lui "Promettimi di tenermi aggiornato su tutto e che mi chiamerai ogni giorno." dice poi allontanandosi.

"Si." annuisco "Tu non fare casini."

"Non farò nulla, te l'ho promesso." dice poi con un piccolo sorriso.

Volto leggermente lo sguardo verso mia madre ancora impegnata nella chiamata e poggio le mani sulle guance di Jimin per baciarlo dolcemente "Ti chiamo appena arrivo."

"A dopo principessa." mi saluta lui lasciandomi un altro bacio sulle labbra.

"Ci sentiremo appena potrò, ve lo prometto." mi rivolgo poi agli altri e due e mi avvicino al suv ma la voce di mia madre mi ferma "Non saluti tua madre? O tantomeno mi chiedi di salutare tuo padre che è dovuto andare a lavoro?" chiede con presuntuosità.

"Nessuno di voi due merita un mio saluto." dico con voce fredda e salgo nell'auto chiudendo lo sportello "Parta per favore." chiedo all'autista che con un cenno positivo aziona il motore e la macchina inizia a muoversi rendendo le figure delle tre persone più care a me sempre più lontane fino a scomparire. Mi accascio sul sedile rilasciando un grosso sospiro e tenendo lo sguardo fisso fuori dal finestrino cercando di non pensare al fatto che tra due ore mi ritroverò completamente da sola in un'università enorme e che ci rimarrò per almeno due settimane.

Cresciuti al contrarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora