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Jo
"Dai amore!" dico afferrandolo per un braccio.

"Jo sai che non posso. Se il signor Jeon fa la spia ai tuoi io verrò licenziato." dice lui con uno sguardo pentito. Vuole venire con me ma da di non potere.

"Jimin ho detto a Tan di coprirci, fidati non accadrà nulla, vieni." lo prego con una faccia da cucciolo.

"Principessa..."

"Jimin per questi giorni che i miei non ci saranno voglio godermi tutto il tempo con te." dico seria "E poi oggi è il nostro mesiversario." dico facendo gli occhi dolci.

Sospira e poi annuisce seguendomi verso la sua auto "Dove dobbiamo andare?" chiede con ancora la mano nella mia "Non so, dove vuoi tu." sorrido e gli bacio le labbra quanto però sento qualcuno chiamare in lontananza il mio nome "Che palle." sbuffa Jimin e io rido sotto i baffi allontanarmi da lui per farmi vedere da Jungkook "Sono qui!"

Con una piccola corretta mi raggiunge afferrandomi le mani e guardando dubbioso sia mia che Jimin "Che ci fate qui?"

"Tan ha chiesto a Jimin di andare a prendere alcune cose che servono per il pranzo al supermercato e siccome i serve la carta di credito sto andando anche io, sai che Tan non si fida di nessuno che non sia io." rispondo con un leggero sorriso, avevo già architettato tutto in caso fosse successa una cosa del genere.

"D'accordo, allora ci sentiamo dopo che io devo tornare." mi saluta baciandomi la guancia e poi se ne va mentre io entro in macchina "Avevi architettato tutto non è così?" chiede Jimin accendendo il motore.

"Esattamente." gli sorrido e usciamo fuori dal cancello di cada mia per poi dirigerci non so dove.

Dopo un'ora circa ancora vaghiamo in auto "Per questa sera dobbiamo ritornare a casa." mi informa Jimin mentre guida senza meta.

"Perchè?"

"Vuoi il mio regalo o no?" chiede con un sorrisino.

"E perchè per forza questa sera?" chiedo inarcando un sopracciglio.

"A cosa pensi principessa?" chiede con un ghigno e io non rispondo.

"Anche io devo darti il mio regalo." lo informo arrossendo.

Afferra una mia mano accarezzandola dolcemente ma la lascia per accendere i tergicristalli siccome ha iniziato a piovere. Per ora la pioggia è sopportabile e continuiamo a camminare ma la nostra tranquillità viene spezzata dal mio cellulare che squilla "Pronto?"

"Jo."

"Mamma."

"Come sta andando?" chiede fredda.

"Tutto ok." rispondo "E poi siete partiti da due giorni non è che sia passata un'eternità." dico roteando gli occhi.

"Non parlarmi così! Comunque perchè mi hai mandato un messaggio?"

"Volevo dirti che ho concesso a Jimin dieci giorni di malattia." le dico e sento Jimin tossire dall'altra parte mentre sgrana gli occhi e io gli dedico un piccolo sorriso " E perchè?"

"Perchè sta male mamma." dico ovvia.

"E chi ti ha dato il permesso?"

"Nessuno, ho preso questa decisione da sola perchè era la cosa giusta. Ora scusa ma devo andare."

"Jo aspe-" non la lascio finire di parlare che attacco la chiamata e spengo poi il cellulare.

"Perchè hai detto che avrei preso dieci giorni di malattia?" chiede subito Jimin.

"Te l'ho detto : non ho la minima voglia di passare questi giorni da sola mentre tu lavori, perciò ti ho tolto di mezzo il lavoro." dico con un sorriso.

"Potevi almeno dirmelo."

"No, mi piace di più l'effetto sorpresa."

Jimin scuote la testa divertito e inizia a rallentare con l'auto a causa della troppa pioggia che è davvero fitta ed è già tanto se riesce a vede "Amore sono costretto ad accostare, non vedo neanche più la strada." mi dice mettendo la freccia e accostando al lato della strada deserta.

"Cavolo sta piovendo davvero molto." osservo notando il cielo grigio coperto di nuvole e l'acqua che scende veloce insieme a qualche pezzo di grandine.

"Diamine." Jimin da un pugno al volante e mi giro velocemente verso di lui "Che c'è?"

"Pioverà per almeno due ore." mi mostra il cellulare che riporta i dati meteorologici.

"Quindi? Stiamo qui e aspettiamo." dico scrollando le spalle e lui mi sguarda stupito "E che facciamo qui due ore?"

"Qualcosa lo troveremo."

Jimin sbuffa ancora e poi il suo cellulare squilla e risponde "Pronto?"

"No. Siamo fermi, non riesco neanche a vedere la strada per quanto piove."

"Ma ovvio che non stessimo andando al supermercato Taehyung!" dice ovvio e io rido per il modo in cui arriccia il naso infastidito.

"Aspe- si...ora te la passo." mi passa il cellulare che metto all'orecchio e subito sento la voce forte e roca di mio fratello "Ma che cazzo ti salta in mente?"

"Taehyung non rompere." sbuffo "Tanto ormai anche volendo non possiamo tornare perchè siamo bloccati qui."

"Jo?" domanda.

"Cosa?"

"Jo?" domanda ancora e capisco che non mi sente. Allontano il cellulare dall'orecchio è noto che non c'è campo "Cazzo." spengo la chiamata e do il cellulare a Jimin "Non c'è campo."

"Perfetto." dice prendendo il cellulare e poggiandolo sul cruscotto in modo per niente delicato.

"Jimin! Ma che ti prende?"

"Mi prende che per colpa tua adesso siamo fermi qui! E che sempre per colpa tua per dieci giorni non lavorerò!" sbotta guardandomi "Sai che ho bisogno di lavorare! Non tutti hanno i soldi che gli escono anche dalle orecchie come te Jo!"

Lo guardo in silenzio e mi faccio piccola piccola contro la portiera dell'auto "Non pensavo che stessi facendo qualcosa di sbagliato." sussurro.

"È questo il problema! Tu non pensi! Non pensi mai! Fai tutto quello che ti capita per la mente! Potevamo finire nei guai e lo sai!" aggiunge sempre urlando.

"Scusami!" urlo con le lacrime "Scusami se volevo solamente passare del tempo con il mio ragazzo! E scusami se ho organizzato un merdoso viaggio in Italia per te. Vuoi lavorare in quei dieci giorni? Lavora! Ci vado da sola." sbotto voltando il viso verso il finestrino e non sento nulla da parte sua "Davvero?" chiede e annuisco semplicemente senza guardarlo.

"Jo scusami...non immaginavo che-"

"Lascia perdere."

"No." dice serio "Scusami." poggia una mano sulla mia coscia strofinando leggermente il pollice "Sai...hai una bella considerazione di me Jimin." dico fredda incatenando i miei occhi nei suoi. Si morde il labbro e abbassa il capo "Non lo pensò davvero, è solo che era arrabbiato e non ho pensato a quello che ho detto."

"Jimin per favore lascia stare." dico mordendomi un labbro per cercare di non piangere. Mi sorride dolcemente e mi abbraccia allacciando le braccia dietro la mia schiena e io lo stringo forte a me circondandogli il collo e continuo ad essere percorsa dai singhiozzi "Princispessa non fare così." dice con la faccia tra i miei capelli.

"Jimin è solo che ho paura, p-per è difficile farmi accettare. Non tutti sono disposti a stare dietro ad una ragazza ricca, viziata e antipatica ma non lo faccio di proposito, n-non riesco a togliere la mia maschera davanti agli altri è p-più forte di me m-ma nessuno pare capirlo." dico singhiozzando "E-E non voglio che anche tu m-mi abban-doni, p-per favore Jimin non farlo."

"Principessa io non ti lascio, puoi starne certa." mi sorride asciugandomi le guance "Non piangere per favore." mi bacia entrambe le guance per poi abbracciarmi ancora "Ti amo."

Cresciuti al contrarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora