4. Will

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La maggior parte dei romani aveva già cominciato a rimuovere le tende quando si era svegliato quel mattino. Ora, stavano finendo di preparare i bagagli.

«Ciao.» salutò Will diretto al gruppo più vicino. I due romani lo osservarono curiosi. «Mi sapete dire dove posso trovare... Marcus Gong? E Paullina Smithers? E...»

«Sei Solace, giusto?» gli chiese uno dei romani, interrompendolo. «Il dottore greco, il figlio di Apollo.»

«Sono io.»

«Tutti i tuoi feriti sono laggiù.» lo avvertì l'altro romano, indicandogli la zona mensa. «Si stanno rifocillando prima della partenza.»

«Grazie.»

Will li salutò e si avviò alla ricerca dei suoi feriti. Il sole gli carezzava la pelle, e si sentì più forte del solito.

Aveva con se la sua borsa piena di medicinali e bende, e quando fu nei pressi della mensa vide la sorella di Nico di Angelo, Hazel Levesque. Era una bella ragazza, ma per quanto ci provasse Will non riusciva a scorgere nulla di Nico in lei. Forse perché era figlia del lato romano di Ade, ovvero di Plutone. Ma un minimo di somiglianza...

«Mi sono svegliata ed era sparito.» stava dicendo Hazel al ragazzo dai tratti asiatici. Frank Zhang. «Senza lasciare alcun biglietto. Sono preoccupata.»

«Dici che si è... mmh... dissolto nell'ombra?» disse il ragazzo, e arrossí sotto lo sguardo di Hazel.

«No! Altrimenti lo avrei percepito! Ma potrebbe aver fatto un viaggio-ombra ed essere tornato negli Inferi. Però è strano, ieri sera mi ha detto che...»

«Scusate.» si intromise Will, e Hazel si bloccò di colpo per fissarlo. «Parlate di Nico di Angelo?»

«Sí!» esclamò la ragazza, gli occhi dorati luminosi. «Lo hai visto?»

«É in infermeria.» disse il figlio di Apollo. Poi, sotto li sguardo spaventato della ragazza, si affrettò ad aggiungere: «Sta bene. L'ho costretto io a venire in infermeria, per riposarsi dai viaggi-ombra.»

«Oh!» esclamò la figlia di Plutone, e Will vide tutta la tensione abbandonarla. «Per fortuna. Posso andare a salutarlo?»

Will annuì, e guardò Hazel e il suo ragazzo Frank allontanarsi verso l'infermeria. Poi si ricordò che era lì per visitare i pazienti romani prima del viaggio, e non per perdersi in chiacchiere.

Trovò i tre feriti seduti sulla stessa panca, che ridevano di gusto alle battute dei loro fratelli figli di Ares.

Nessuno di loro lo squadro male mentre si affrettava a controllare le ferite. Il giorno prima erano guarite quasi del tutto, e la legione romana aveva ricevuto da Will il permesso di viaggiare.

I figli di Apollo dalla parte romana non sembravano vantare più molti privilegi nelle arti curative, tutto per colpa di Ottaviano, ma Will sperò che, col tempo, sarebbero tornati a ricevere rispetto dai loro compagni semidei.

«Tutto apposto.» disse Will alla figlia di Marte, Paullina Smithers, che arrossí in risposta al suo sorriso. «Devi cambiare di nuovo le bende questa sera, e direi che da domani la ferita sarà già scomparsa.»

Paullina annuì e non disse altro.

Will guardò gli altri romani, augurò loro buon viaggio, e fu sul punto di tornare in infermeria - avrebbe dato una mano ad Austin, a patto che il fratello cambia sui turni con lui - quando fu afferrato bruscamente alle spalle.

«Solace?» gli domandò la ragazza romana di fronte a lui. Aveva lunghi capelli scuri e gli occhi, neri anch'essi, lo fissavano con una sorta di affetto.

«Sono io.» annuì Will. Lei era senz'altro Reyna Ramirez eccetera. Il Pretore dei romani.

«Ti ho sentito parlare con Hazel.» continuò Reyna, scrutandolo. «Nico sta bene?»

Will annuì. Nella sua mente super affollata riaffiorò il ricordo: erano stati Nico e Reyna, accompagnati dal Coach Hedge, a portare al Campo Mezzosangue la statua dell'Athena Parthenos.

«Ha bisogno di riposo.» aggiunse Will. «Ha fatto molti viaggi nell'ombra, e non solo per questa impresa.»

«Gli ho dato la mia forza.» disse Reyna, e Will ne fu colpito. «Sai, come figlia di Bellona posso concedere forza e coraggio in certe situazioni, e Nico ne aveva veramente bisogno.»

Will osservò la ragazza, il cui sguardo si ottenebrò per una manciata di secondi.

«É un bravo ragazzo.» mormorò infine Reyna, senza guardarlo, e Will immaginò che stesse parlando con se stessa, e non con lui. «Ne ha vissute tante. Cova dentro di sé un grande dolore.»

«Non credo che potrò guarire il suo dolore con i miei incantesimi.» sussurrò a sua volta Will, talmente piano che Reyna non lo udí.

«Prenditi cura di lui, d'accordo?» gli disse infine il Pretore Romano osservandolo. «Sei un medico, e sono sicura che saprai cosa fare.»

«Conta pure su di me.» annuì Will, e Reyna si diresse verso infermieria, esortando Frank Zhang, appena uscito con Hazel, di portare le truppe fuori dal Campo.

Will si aggirò per qualche minuto tra i romani, aiutandoli a portare i loro bagagli e scambiando qualche battuta con i figli di Vulcano. I figli di Apollo lo squadrarono da capo a piedi, e Will li salutò con la mano prima di fermarsi al cancello.

C'erano almeno una dozzina di SUV neri che attendevano i romani. Molti semidei greci corsero a salutarli, promettendosi di scrivere e incontrarsi presto. Non solo era nata amicizia, ma anche qualche amore, suppose Will, osservando una coppia in procinto di lasciarsi.

I suoi occhi si posarono su Jason Grace, mano nella mano con Piper Mcleane. Per un momento sperò che Grace salutasse la figlia di Afrodite e salisse in auto con i romani, facendole le stesse promesse di tutti gli altri.

Ma Grace si limitò a salutare i romani mentre si allontanavano verso le auto, e abbracciò il Pretore quando ne ebbe l'occasione. Fecero la loro comparsa anche Percy Jackson e Annabeth Chase, salutando Hazel e Frank.

Will rimase in disparte, guardando prima il figlio di Giove e dopo il figlio di Poseidone. Sarebbe stato tutto più semplice se entrambi fossero partiti con i romani.

Sarebbe stato più semplice conquistare il cuore di Nico di Angelo senza di loro.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora