52. Nico

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Will borbottò tutta la notte al suo fianco, e Nico non riuscì a prendere sonno. Troppi pensieri gli affollavano la mente, si ingarbugliavano, si intrecciavano, e non riusciva a capire quale districare per primo.

Suo padre gli chiedeva di sostituirlo per alcune settimane negli Inferi... Lui e Will avvinghiati nel letto... La prospettiva di lasciare Will per tre settimane.

Il solo pensiero gli fece mancare il respiro. Nico spostò lo sguardo sul figlio di Apollo, il cuore che gli pompava sangue sempre più velocemente, e gli posò un bacio sulla guancia. Will borbottò qualcosa riguardo squartamenti e stivali, e gli posò la testa sulla spalla. Nico sorrise.

La soluzione era semplice. Doveva rifiutare la richiesta di Ade. Suo padre non si sarebbe arrabbiato, avrebbe capito i suoi sentimenti. Infondo, non stava per tornare sulla terra e setacciarla da angolo ad angolo alla ricerca della moglie? Lui, Nico, non poteva lasciare Will da solo. Non dopo lo stress psicologico a cui era andato incontro tre ore prima.

Al ricordo, Nico arrossì. L'ultima volta che suo padre era entrato nella sua cabina, dopo che l'aveva ristrutturata, ed era giunto fino a lì per parlargli di Leo Valdez. E Piper e Jason erano partiti alla ricerca del loro amico fidandosi di lui.

Ora, Ade era tornato e gli aveva fatto quella richiesta... E Nico si rese conto che Persefone era già sparita quando suo padre gli aveva parlato di Leo. Forse aveva sperato che la dea tornasse da sola nel suo palazzo. O forse non voleva appesantirlo con i suoi problemi. Sapeva che Nico non aveva una gran considerazione della matrigna.

Nico scrutò il volto di Will. Ora che era innamorato - doveva esserlo, altrimenti non gli avrebbe mai sfilato la maglietta - poteva capire il padre. Ade amava Persefone da tantissimo tempo, addirittura da millenni, e l'aveva tradita solo una manciata di volte - Nico non voleva indagare oltre la madre sua e di Bianca, e la madre di Hazel - e le aveva perdonato, be', qualche tradimento e le scappatelle di casa per conto della madre.

Si chiese come sarebbe stato se, un giorno, svegliandosi, si fosse accorto che Will era scomparso, fuggito. Di sicuro si sarebbe messo a cercarlo. E, probabilmente, avrebbe chiesto aiuto a suo padre.

Mi fido ciecamente di te, figliolo.

Questa frase di Ade gli risuonò nella testa e Nico arrossì, lievemente compiaciuto. Dopo anni e anni di prove, finalmente suo padre si fidava abbastanza di lui per lasciargli il controllo completo degli Inferi. Si domandò se avesse fatto la stessa offerta ad Hazel, ma immaginò di no. Sua sorella era figlia di Plutone, e aveva altri tipi di poteri.

Tornò a guardare Will. Ora dormiva più sereno. La pelle non era più pallida, un lieve sorriso sulle labbra, e sembrava di nuovo pieno di vita. Nico temeva il momento del suo risveglio, quando avrebbero discusso della proposta di Ade.

Will gli avrebbe chiesto di accettare o di rifiutare? Nel giro di tre settimane si sarebbero rivisti di nuovo, e questa volta Nico non se ne sarebbe andato negli Inferi. Non avrebbe più rinunciato a Will. Avrebbe passato ogni singolo minuto libero con lui e, perché no?, avrebbe ripreso in mano gli studi. Anche l'odiata matematica. Per fortuna, ricordava ancora le tabelline.

Il bussare alla porta fece sussultare Nico. Era riuscito ad addormentarsi per qualche ora, un sonno senza sogni, i suoi preferiti. La sua mano destra era posata sul fianco di Will. Si chiese chi potesse disturbarlo a quell'ora del mattino.

«Will!» urlò la voce di un figlio di Apollo, e Nico immaginò fosse George. «Lo so che sei lì dentro!»

Borbottando, Will aprì gli occhi e incrociò quelli di Nico. Per qualche secondo non fiatarono, poi Will sorrise.

«Buongiorno.» gli disse, muovendosi verso di lui per dargli un bacio.

«Piantatela di piccionciare, voi due!»

«Buongiorno.» rispose Nico, accettando il bacio.

Will scese dal letto, per nulla sorpreso di ritrovarsi in mutande, e camminò ad andatura zombie fino alla porta. La spalancò.

«Ciao.» salutò George, tossicchiando, mettendosi in punta di piedi per lanciare un'occhiata divertita a Nico. «Raphael è tornato. Dice di non sentirsi bene. Ha chiesto di te.»

«Dieci minuti.» bofonchiò Will, sbattendogli la porta in faccia prima che potesse replicare.

Will si passò le dita tra i capelli, osservando la stanza, ignorando Nico che si infilava in fretta i vestiti del giorno prima.

«Ti ho per caso vomitato nel lavandino?» domandò infine, avviandosi verso il bagno.

«Credo di sì.» annuì Nico, nascondendo un sorriso.

«Ti chiedo scusa.»

«Cose che capitano.»

Will fece una smorfia e rimase in bagno per cinque minuti, prima di tornare da Nico. Si era lavato il volto e pettinato. Faceva un gran bell'effetto con i capelli ordinati. Gli occhi erano ancora ingigantiti, più azzurri del solito, forse dal ricordo delle parole di Ade.

«Allora.» mormorò Will, lisciandosi una piega della maglietta. La quinta perla cambiò colore, e diventò viola. «Hai pensato a quello che ti ha chiesto tuo padre?»

«Sì.» deglutì Nico, in pensiero. Non aveva ancora preso una decisione. Era combattuto. Da una parte gli dispiaceva lasciare Will, dall'altra gli dispiaceva lasciare che suo padre se la cavasse da solo in una situazione tanto delicata.

«E hai... preso una decisione?»

Nico scrollò le spalle, pensando che era tutta colpa di Will se aveva iniziato a preoccuparsi di suo padre o del figlio di Apollo. Ma, dopotutto, era una bella sensazione, preoccuparsi per gli altri.

«Ne riparliamo per pranzo?» chiese piano Will, e Nico annuì, sperando di avere i pensieri più lucidi. Si salutarono con un lieve bacio sulle labbra, e Will lasciò la cabina di Ade.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora