39. Will

8.8K 779 310
                                    

«Se ti va, Will, che ne pensi di... ecco, di proseguire la storia?»

«Quale storia?»

«Quella di Logan e tua madre. A proposito, come si chiama?»

«Cindy.» Will tamburellò le dita sulla gamba. Avevano finito di mangiare da tempo. «E tua madre? Come si chiama?»

«Si chiamava Maria.»

Will lo studiò. Doveva aspettarsi che la madre del figlio di Ade fosse morta. Nico non cambiò espressione, e Will si domandò se ormai avesse superato il trauma.

«Non c'è nulla da raccontare.» mormorò Will, infilandosi gli occhiali da sole. «Due anni dopo la nascita dei gemelli, mia madre è uscita dal lavoro, è andata a fare una passeggiata sulla spiaggia, ha incontrato Apollo ed è rimasta con lui per due giorni. Quando è tornata da Logan, gli ha comunicato che era incinta di un figlio di Apollo.»

Will ritornò con la mente ai discorsi dei suoi genitori.

«E Logan non ha detto niente? Ha accettato la cosa?»

«All'inizio, ne è rimasto sorpreso.» continuò Will, abbassando la voce, senza guardarlo. «Pensava che lei stesse scherzando, che volesse lasciarlo. Hanno fatto test di gravidanza uno dopo l'altro nelle prime settimane, e tutti con esito negativo. E dopo un mese, mia madre pensò che forse si era sbagliata, che non era veramente incinta, ma poi hanno iniziato le nausee. Ha iniziato a sperare che fosse figlio di Logan, e dopo altri due mesi di preghiere, Apollo è andato a trovarla, e le ha confermato i suoi sospetti.»

Will deglutì.

«E in quel momento Logan ha detto a tua madre che doveva essere fiera di aver attirato le attenzioni di un dio?» gli domandò Nico, con molto tatto.

Will iniziò a ridere, arrossendo. «Sì, ma solo perché se lo è trovato di fronte. Non credo che ad un uomo possa far piacere che la propria moglie abbia un figlio da un altro uomo, anche se questi è un dio.»

«E tua madre ha smesso di suonare dopo quell'incontro?»

«Sì e no. Non ha smesso subito. Le piaceva suonare l'arpa per far addormentare i miei fratelli, e Jem smetteva di piangere solo se la sentiva suonare. A poco a poco, ha iniziato a suonare sempre meno e distraeva Jem con altri giochi. Dopo due mesi dall'incontro con Apollo, mia madre ha venduto tutti i suoi strumenti e non ha più suonato da allora.»

«E Logan?»

«Logan...» Will puntò lo sguardo su Nico. «Sto per rivelarti una cosa che non ho mai raccontato a nessuno, nemmeno ai miei fratelli. Dovrai tenere la bocca chiusa.»

Nico annuì.

Will alzò gli occhiali da sole per osservare Nico dritto negli occhi. «Bene. Allora... be', quando Apollo comparve in casa dicendo che ero effettivamente suo figlio, il mio paterno dio ha provato anche un enorme interesse per Logan... ricambiato.»

Nico strabuzzò gli occhi.

«Già.» sospirò Will. «Quando mia madre ha smesso di suonare, ha pregato Logan di fare altrettanto. Pensava che gli strumenti fossero maledetti, e non voleva rovinare la famiglia. La relazione tra Logan e Apollo è durata forse una settimana, nella quale Apollo ha donato a Logan dei poteri musicali, che non si è mai ripreso. Logan ha lasciato il gruppo dei suoi amici, naturalmente, ma insegna musica nelle scuole, ha creato dei musical. Se tu girassi in città anche solo per cinque minuti, vedresti il suo nome appeso su ogni cartellone pubblicitario.»

Nico si grattò distrattamente il mento, gli occhi fissi su di lui. Will riconobbe lo sguardo. Era lo stesso che lui aveva lanciato a Logan quando, tra un silenzio e l'altro, gli comunicava questa gran notizia.

«Mmh.» mormorò Nico. «I tuoi fratelli sanno che..?»

«Che il loro padre ha giaciuto con il mio padre divino? No. Sono sicuro che capirebbero, ma è meglio tenerglielo nascosto. Ma, tutto sommato, immagino che Alec lo sappia, altrimenti non saprei come spiegare i suoi mille tentativi di farmi fuori, o il suo profondo odio verso di me.»

Questo era il motivo più probabile. Il secondo, forse Alec ce l'aveva ancora con lui da quando aveva iniziato a nascondergli i pannolini sporchi di Danny sotto e dentro il cuscino.

«Tutto qui.» concluse Will, sforzando un sorriso. «Questo è come Apollo ha conosciuto i miei genitori, e come io sono stato concepito. Nulla di straordinario.»

Nico borbottò tra sé, poi aggiunse: «E il fatto che tua madre volesse abbandonarti in orfanotrofio?»

Will aggrottò la fronte. «Di solito sei sempre taciturno e non fai domande.»

«Di solito non mi ritrovo avvinghiato con un figlio di Apollo nella sua capanna delle tavole da surf.» ribatté Nico, arrossendo, distogliendo lo sguardo. «Se vuoi che smetta, non ti chiederò più niente.»

Will gli posò la mano sul braccio. «No, puoi continuare.» gli sorrise. «Puoi farmi tutte le domande che desideri. Anche quelle più imbarazzanti... mmh, no, queste possiamo evitarle fino al compimento dei tuoi sedici anni.»

Nico sorrise.

Will si schiarì la gola, e disegnò piccoli cerchi sul braccio del figlio di Ade. Cerchi che assomigliavano pian piano ad un cuore. «Cindy voleva divorziare, non voleva che i Solace finissero in rovina per colpa sua. Ma Logan le ha detto che avrebbero tenuto il segreto della mia parentela, e che avrebbero finto che fossi figlio di Logan. Poi sono nato con questi capelli e questi occhi, e Cindy ha pensato che fosse giunto il momento di lasciarmi in orfanotrofio. Hanno litigato molto su questo punto, ma alla fine Logan l'ha avuta vinta e sono rimasto.»

«Sei tanto diverso dai tuoi fratelli?»

«I gemelli e Danny hanno i capelli neri, anche se ora Jem se li è tinti di arancione. E Gideon e Thomas hanno preso il color rosso fuoco, simbolo dei Solace da almeno dodici generazioni. E tutti hanno gli occhi verdi, sempre come i Solace.»

«Oh.»

Will sospirò. «I parenti di mio padre hanno fatto un sacco di polemiche sul fatto che non assomigliavo a Logan, e il fratello di mia madre, Harvey, se n'è uscito fuori dicendo che assomigliavo moltissimo ad un loro lontano parente, un bis bisnonno. Il che, per la precisione, è vero, quindi immagino che anche quello sia figlio di Apollo.»

Nico si massaggiò le tempie. «Abbiamo parlato a sufficienza di te, Will.» gli disse.

«Oh, finalmente!» si entusiasmò Will. «Che ne pensi di fare un tuffo, ora?»

«No.»

«D'accordo, d'accordo...» Will si sgranchì le braccia e osservò Angel e Chris Rodriguez della casata di Ermes che giocavano a ping pong poco distanti. Si era creata una grande folla attorno a loro.

«Che ti va di fare, ora?» domandò Will a Nico, che scrollò le spalle.

«Stavo pensando di tornare in cabina a prendere dei pantaloni.» disse.

Will abbassò gli occhi. «No, Nico. Hai davvero delle belle gambe, non è necessario che tu le nasconda.»

Nico gli lanciò in volto l'asciugamano e quando Will, ridendo, riuscì a districarsi, vide il figlio di Ade diretto alle cabine.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora