«Ciao.» lo salutò Jason, sorridendo, sistemandosi gli occhiali. «Come stai?»
«Non male.» ammise Nico, incrociando le braccia al petto.
Jason attese che il figlio di Ade aggiungesse qualcosa, poi chiese: «Stavi aspettando qualcuno?»
«No no...»
«Sicuro? Dal modo in cui hai aperto la porta, sembrava che tu...»
Nico alzò lo sguardo su Jason, che subito si zittì. «Non stavo aspettando nessuno.» mentì. «Stavo solo leggendo.»
«Aah, capisco.» sorrise Jason. «Allora arrivo subito al dunque, prima che tu possa uccidermi per aver interrotto la lettura.»
Nico sorrise leggermente.
«Vieni ad allenarti con me?» chiese Jason, grattandosi il mento. «Se non hai altro da fare.»
Nico spostò lo sguardo sulla sua spada nera. «D'accordo.» annuì.
Jason sorrise. Dalla sua espressione, Nico capì che si era aspettato una conversazione molto più lunga. Prese la sua spada, e Jason tossicchiò.
«È solo un allenamento.» spiegò il figlio di Giove, e Nico notò allibito che indossava la maglia arancione del Campo Mezzosangue. «Potremo utilizzare le spade da allenamento.»
Nico inarcò un sopracciglio. «Temi che ti uccida? Posso capirlo.»
«Non temo per la mia vita, ma per la tua.» rispose Jason, gli occhi luccicanti, un enorme sorriso sulle labbra.
Nico agitò la spada, noncurante. «Credi davvero di essere più bravo di me?»
«Senz'ombra di dubbio.»
«Fammi strada.»
Uscirono dalla cabina numero 13 e si avviarono verso il campo degli allenamenti. Nico lanciò una rapida occhiata verso la cabina di Apollo, con la vana speranza di vedere Will.
«Sono venuto a trovarti, tre giorni fa.» disse Jason, tirando fuori dalla tasca la moneta d'oro imperiale che racchiudeva la sua spada. «Ma stavi dormendo.»
«Sì, è una cosa che ho fatto spesso in questi giorni.» Nico si domandò perché Will non lo avesse informato della visita di Jason.
«Sai, si nota. Sei un po' più colorito in faccia.»
«È solo una tua impressione.»
Jason sorrise, la cicatrice vicino al labbro messa in mostra, e aggiunse: «Percy mi ha parlato di quello che gli hai detto.»
Nico sospirò. Doveva immaginarlo. «Quindi è di dominio pubblico?»
«No, non ti preoccupare. Me ne ha parlato Percy in privato, teme che tu possa, come dire, avere una cotta per me.»
«Non è così.» si affrettò a dirgli. «Con i ragazzi già impegnati ho chiuso.»
Jason rise. Erano già arrivati al campo. «Lo sai che con me puoi parlarne, vero?»
«Sì, certo, lo so. Ma la tua ragazza è una figlia di Afrodite, e in questo preciso momento non voglio avere consigli d'amore da una delle figlie della dea dell'amore.»
«Come preferisci... ma se hai bisogno di un amico, io sono qui.»
Jason fece saltare la moneta, che volò in aria e ricadde sotto forma di spada. Sul volto del figlio di Giove si dipinse un sorrisino.
«Sei ancora in tempo per rimangiare quello che mi hai detto.» gli disse.
Nico rise, sprezzante, impugnando la spada. «Mai.» disse.
Si fronteggiarono per qualche secondo, poi partirono all'attacco nello stesso momento.
I figli di Ares, che si allenavano lì affianco, abbassarono subito le armi e si avvicinarono sghignazzanti.
«Forza, di Angelo!» urlò uno di loro. «Fagli vedere quanto valgono i semidei greci!»
I suoi fratelli ridacchiarono.
Nico riuscì ad ignorare i tre figli di Ares, e poi il resto della piccola folla che si creò loro intorno. Riusciva solo a pensare di tenere duro e di non ricorrere all'aiuto degli zombie.
Lui e Jason si procurarono una ferita nello stesso istante. Due piccoli tagli, lucidi di sangue, entrambi sul braccio con il quale impugnavano la spada. Sui volti di entrambi si dipinse un sorrisino cattivo.
«Sei ancora in tempo a tirarti indietro.» esclamò Jason.
«Sei ancora in tempo a scappare da Piper.» ribatté Nico.
Ripresero a combattere. Il fatto che fosse solo un allenamento tra amici era già passato dalla mente di entrambi.
«Che succede?» domandò Percy, attirato dagli schiamazzi dei figli di Ares.
«Di Angelo e Jason combattono insieme.» lo aggiornò un ragazzo.
«Oh.» Percy fissò i due. Non vedeva l'ora di unirsi a loro. Portò le mani a coppa ai lati della bocca e gridò: «Il vincitore si batterà con me!»
«Non sei alla nostra altezza, Jackson!» gridò divertito Jason, osservando le ferite sul braccio. Di fronte a lui, Nico si toccò il taglio sulla guancia, sogghignando.
«Sono più forte di entrambi, Grace, e tu lo sai bene!» urlò di rimando Percy.
Il combattimento riprese, e finì dopo dieci minuti a causa di un figlio di Apollo che si intromise.
«Basta!» gridò Angel, furioso, occhieggiando i due compagni semidei. «Basta così!»
«Ma ci stavamo divertendo!» notò Jason.
«Siete coperti di sangue.»
Nico abbassò lo sguardo sulle braccia coperte, e notò che Angel aveva ragione. Jason gli aveva procurato almeno una decina di ferite leggere su entrambe le braccia, senza contare il taglio più grave sul volto.
Jason sospirò. «D'accordo, d'accordo.» disse, riponendo la spada. Nico fece lo stesso. «Andiamo in infermeria.»
«Chi ha vinto?» chiese un figlio di Ares dai capelli rosso fiammante.
Nico e Jason si sondarono con lo sguardo.
«Io direi chi ha meno ferite addosso.» sorrise Percy.
«Esatto!» esclamò Nico, cercando di contarle, ma c'era troppo sangue fresco.
«Lasciamo che Angel ci medichi e che decreti il vincitore.» disse Jason, e Nico annuì, seguendo il figlio di Apollo verso un luogo che, ormai, conosceva sin troppo bene.
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Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...
FanfictionDopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace. Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assi...