27. Will

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Dopo l'uscita dall'infermeria di Gabriel Hawthorne, Will si ritrovò senza pazienti gravi, e decise di concedersi quella piccola vacanza che bramava da tanto tempo.

«Austin.» chiamò Will, uscendo dall'infermeria. «Che ne pensi di un pomeriggio con il tuo fratellone preferito?»

Austin aggrottò la fronte. «Derek mi ha detto che oggi è impegnato...» mormorò il ragazzo, sorridendo.

Will gli tirò un gioco pugno sul braccio. «Dai. Andiamo in spiaggia, prendiamo un po' di sole, facciamo un bagno... Prima che qualcun altro si ferisca.»

«D'accordo. Però... mmh... non dovresti andare a parlare con il figlio di Ade? Quanto tempo è passato, ormai? Tre giorni?»

Will arrossì e distolse lo sguardo, puntandolo verso la cabina numero 13 in lontananza. Sì, erano passati tre giorni da quando aveva baciato Nico, e da allora non aveva avuto più la forza di parlargli. Ma si erano incrociati raramente, in quei giorni. Lui era rimasto in infermeria a studiare, e da quanto gli raccontò Angel, Nico si era dato da fare per restaurare la sua cabina.

Angel aveva mantenuto la parola, non aveva raccontato a nessuno di averlo visto baciare il figlio di Ade. Ma Will non si era trattenuto a parlarne con Austin. Sebbene volesse bene a tutti i suoi fratelli, Austin era di sicuro il suo preferito, perché sapeva farsi gli affari suoi, tenere la bocca chiusa al momento opportuno. Si confidavano segreti da più di tre anni.

«Mmh... lui ha molto da fare.» si decise a dire Will, lanciando una rapida occhiata al fratello, che sospirò. «Non ha tempo per parlare con me.»

«Ti ricordi ciò che è successo alla fine della guerra, dieci giorni fa?» gli chiese Austin. «Hai passato quasi tutto il tuo poco tempo libero a lamentarti del fatto che Nico non veniva mai a farti un saluto, sebbene lo sapesse dove ti trovavi. Ora mi sembra che tu gli stia restituendo il favore.»

«Mi ha tirato un pugno!» esclamò Will, con amarezza. «E mi ha fatto male!»

«Hai quasi diciotto anni, Will. Davvero vuoi continuare ad insistere che un ragazzino più piccolo di te ti abbia fatto male colpendoti al volto? Per gli Dei, non sembri per niente un figlio di Apollo...»

Will sbuffò, infastidito, incrociando le braccia al petto e affilando lo sguardo. «Ti ho fatto una domanda semplice, Austin.» gli disse. «Ti va o no di venire in spiaggia con me?»

«Verrò volentieri.» si decise a rispondere Austin.

Si avviarono verso la loro cabina, e Will notò subito Nico di Angelo fuori dalla sua cabina che indicava ad un figlio di Ares una porzione del tetto. Guardò il figlio di Ares arrampicarsi sul tetto, subito seguito da Nico.

«Potresti andare a dargli una mano, piuttosto che prenderti il sole.» borbottò Austin.

«Stai zitto.» ringhiò Will.

«Will Solace!»

Lui sussultò e si voltò a guardare spaventato Clarisse Le Rue in avvicinamento. Se fosse stato più basso, si sarebbe senz'altro nascosto dietro al fratello.

«Ehm, ciao!» la salutò Will, lanciando una rapida occhiata a Nico, che aveva alzato lo sguardo verso di loro. «Hai, ehm, altri neonati da far nascere?»

Austin ridacchiò.

«No. Ti sta cercando Chirone.» rispose la figlia di Ares. «Sembrava una cosa urgente.»

«È alla Casa Grande?» si incuriosì Will. Tempo addietro, Chirone lo aveva chiamato per chiedergli di aiutarlo in una faccenda molto intima, ovvero aiutarlo a togliergli un ferro dallo zoccolo. Will non aveva dovuto promettergli di mantenere il segreto.

«Sì. Ti conviene muoverti.»

Will si voltò verso Austin. «Mi aspetti in spiaggia?»

«No, a questo punto mi stendo qui nel prato.» rispose Austin, entrando in casa. Will si affrettò nella direzione della Casa Grande, tenendo lo sguardo abbassato e pensieroso. Cosa poteva volere da lui Chirone? Un altro cambio di ferro?

In pochi minuti, si ritrovò sulla veranda della Casa Grande. Il signor D stava facendo dei cruciverba.

«Wilbur Sparks.» disse il signor D, e Will ebbe l'orribile sensazione che stesse parlando con lui. «Chirone ti aspetta dentro. Entra pure.»

«D'accordo.» Will lo guardò dubbioso. «Sono Will Solace.»

«Wilbur, Will, fa lo stesso.» scrollò le spalle il dio.

Will sospirò ed entrò in casa.

Individuò subito Chirone sulla sedia a rotelle, che gli fece un cenno di saluto.

«Ciao, Will.» disse Chirone.

«Salve, Chirone.» salutò di rimando Will. «Mi voleva parlare?»

«Sì, vieni nel mio ufficio.»

Will lo seguì, chiedendosi cosa avesse fatto di sbagliato. Forse era venuto a conoscenza del suo bacio con Nico... Will si sentì prendere dal panico. Forse Nico aveva fatto la spia, e Chirone intendeva punirlo.

Quando entrarono nell'ufficio, Chirone si voltò a guardarlo. «Poco fa ha chiamato tua madre.» lo avvertì.

Will appoggiò una mano sulla parete, per tenersi in equilibrio. «E allora?» domandò, sforzandosi di non sembrare turbato. Sua madre non lo chiamava mai. E non sembrava né felice né sorpresa quando Will si concedeva di tornare a casa, almeno una volta all'anno.

Chirone lo studiò. «Hai impegni, per domani?»

«No, mi sembra di no.» Will aggrottò la fronte. «Perché? Cosa le ha detto?»

«Mi ha detto... che tuo fratello Gideon si sposa. E che ti vorrebbe al suo matrimonio.»

Will spalancò la bocca per la sorpresa. «G-Gideon si sposa?» ripeté. «Gideon? Ma com'è possibile?! L'ultima volta che sono tornato a casa è stato ad aprile, e lui non era nemmeno fidanzato

Chirone si strinse nelle spalle. «Mi è stato detto così. Vuoi richiamarla?»

Will si mordicchiò il labbro e annuì. Chirone lo lasciò da solo, e Will compose in fretta il numero di casa.

«Pronto?»

«Ehi, ciao, Thomas. Sono Will.»

«Will!» esclamò suo fratello minore. «Ciao! Come stai?»

«Sto bene, le cose qui sono come al solito...» Will non aveva informato la sua famiglia dell'imminente guerra contro Gea, perché non voleva spaventarli. E non era un granché nei saluti di addio. «Cos'è questa storia di Gideon che si sposa?»

Thomas rise. «Ha conosciuto una ragazza, due mesi fa. Lui dichiara che è amore a prima vista.»

«E la mamma... ehm, glielo permette?»

«Secondo la mamma è abbastanza grande per commettere i suoi sbagli... comunque verrai? Il matrimonio è domani.»

«Io... io credo di sì.» annuì Will.

«Non devi uccidere nessuno zombie?»

«Thomas, ti ho già spiegato che qui non uccido zombie...»

«Sai come la penso.»

Will sospirò. Thomas non lo considerava un semidio, ma un cacciatore di zombie in incognito. Per lui, di età quindici, era più probabile l'esistenza dei cacciatori di zombi che la possibilità degli Dei di scendere in terra e avere relazioni con gli esseri umani.

«Se parto tra un'ora, sarò a casa stasera.» disse Will, guardando l'orologio.

«Passo a prenderti in stazione?»

«No, credo.. che mi farò dare un passaggio fin sotto casa. Ci vediamo stasera.»

«Okay, buon viaggio!»

Will lo salutò e riattaccò il telefono. Quindi suo fratello Gideon era veramente in procinto di sposarsi... Se lui, strambo com'era, era riuscito a trovare la sua anima gemella, cosa impediva Will di andare subito da Nico e confessargli apertamente i suoi sentimenti?

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora