33. Will

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Nico aveva la mano fredda. Proprio come le sue labbra. Will si promise che, un giorno, lo avrebbe abbracciato così a lungo da riscaldarlo per il resto della sua esistenza.

«Come hai imparato a nuotare?» gli chiese il figlio di Ade, nervoso, mentre si avviavano verso il mare che sembrava infinito.

«Mmh.» Will finse di pensarci su, sebbene il ricordo fosse indelebile. «I miei hanno portato me e i miei fratelli in campeggio. Avevo sei anni, all'epoca. Mia madre mi ha affidato ai gemelli e a Gideon mentre lei si occupava dei più piccoli. Siamo andati in piscina, Gideon si è distratto con una ragazza, Jem si è tuffato dal trampolino. E Alec mi ha spinto in acqua.»

Nico si voltò a guardarlo. «Tuo fratello ha tentato di ucciderti?»

«Fidati, non è nemmeno stata l'unica volta.» Will sorrise. «Per fortuna, il fondo era basso, e Jem mi ha recuperato prima che bevessi troppa acqua. E quando i gemelli si sono messi a litigare, e Alec ha detto che ero scivolato da solo, ho capito che per la mia sicurezza futura avrei fatto meglio ad imparare. Mio padre mi ha insegnato nel giro di un paio di giorni.»

Nico annuì, fermandosi di botto prima di immergere i piedi nell'acqua. Will gli rimase affianco, osservando la distesa d'acqua scintillante e gli altri semidei che sguazzavano. Percy e Annabeth erano scomparsi di nuovo sott'acqua.

«Allora?» chiese infine Will, voltandosi verso Nico. «Vuoi che chiami Alec per darti una spinta? Ne sarà entusiasta.»

Nico scosse la testa, incrociò le braccia al petto e fissò una conchiglia a pochi metri da loro. Will restò immobile al suo fianco, gli occhi chiusi per godersi il meglio di quella giornata soleggiata. Quella sera, durante il falò, ci sarebbe stata una sorpresa per Nico.

Senza preavviso, Nico fece un passo avanti e Will lo osservò. Il figlio di Ade camminò fino a ritrovarsi l'acqua alle ginocchia, e si voltò verso Will.

«Vieni subito qui, prima che cambi idea.» borbottò, e Will lo raggiunse raggiante.

Will dovette ammettere che il figlio di Ade si stava veramente mettendo d'impegno. Questo non gli impedì, però, di bere un sorso di acqua marina e sputacchiarla a pochi centimetri di distanza dal figlio di Apollo.

«Farò finta di non averlo visto.» sorrise Will, mentre Nico lo guardava imbarazzato. «Farò finta di dimenticare che mi hai sputato addosso.»

«È difficile!» esclamò Nico, frustrato.

«Oh, non lo è. Credo sia meno impegnativo di andare in bicicletta. Tu sai andare in bicicletta, vero?»

Nico annuì senza guardarlo.

«Hai già imparato a stare a galla, più o meno.» continuò Will, lanciando un'occhiata al cielo e controllando la posizione del sole. «E il calcio che mi hai tirato prima mentre ti sforzavi di uscire dall'acqua è stato esemplare. Usa sempre quel tipo di forza e non affogherai mai.»

Nico si passò una mano bagnata sul volto, cercando di raffreddarsi le guance, e Will, sorridendo, si immerse in acqua. Fu molto tentato di afferrare Nico per la vita e spingerlo giù, ma l'altro captò le sue intenzioni e gli tirò un calcio nello stomaco.

«O-Okay.» disse Will, uscendo dall'acqua e massaggiandosi lo stomaco. «Per il momento abbiamo fatto tutto. Che ne pensi di una pausa? Sono solo le undici, ma ho già una fame da lupo. E tu non hai fatto colazione.»

«Be', è colpa tua, sei stato tu a trascinarmi qui.»

Will sbuffò e Nico si immerse. Aveva imparato davvero in fretta! Quando riaffiorò, strizzò le palpebre e sputacchiò un altro po' d'acqua, seguendo Will di nuovo sulla spiaggia. Will si sentì afferrare il braccio e scivolò anche lui con la faccia sulla sabbia.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora