26. Nico

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 Nico alzò gli occhi sulla porta della sua cabina, in tempo per vederla spalancarsi. Jason si sistemò gli occhiali, e si richiuse la porta alle spalle.

 «Scusa il modo brusco, ma credevo tu avessi chiuso a chiave.» si scusò il figlio di Giove, incrociando le braccia al petto.

 «Avrei dovuto, sì.» borbottò Nico.

 Jason sorrise leggermente. «Allora? Perché sei qui? Ti sei per caso stufato di combattere contro di me? O hai capito che perderai in qualsiasi combattimento tu mi sfida?»

 Nico inspirò. «Primo, sono più che sicuro che il figlio di Apollo che ti ha contato le ferite si sia sbagliato.» disse Nico. «Secondo, dacci un taglio con quest’aria di superiorità, perché sono convinto che tu non abbia grandi chance con il tiro con l’arco.»

 «Giusta osservazione.» annuì Jason. «Sono una schiappa. Ma devi esserlo anche tu.»

 «Probabile.»

 «Che ti prende, Nico?» aggiunse il biondo, togliendosi gli occhiali e pulendosi sul bordo della maglietta. «Prima ti ho chiamato, e mi hai ignorato alla grande. Ho fatto qualcosa?»

 «No.»

 «Hai fatto qualcosa?»

 «No.»

 «Allora? Cos’è successo? Hai una faccia strana…»

 Nico sospirò, tuffando il volto tra le mani. Attese cinque secondi prima di alzare gli occhi su Jason, che lo guardava preoccupato. Di lui poteva fidarsi. Forse non solo di lui, ma lui doveva essere il primo.

 «Ecco…» mormorò Nico, passandosi le dita tremanti tra i capelli, e gettando un’occhiata alla porta. «Will mi ha baciato.»

 Jason sgranò gli occhi, poi spalancò la bocca per la sorpresa. «Cosa?» esclamò. E subito dopo: «Will chi?»

 «Solace. Will Solace.»

 «Oh!» Jason lo guardò stupefatto. «Il dottore? Il figlio di Apollo? Quello antipatico?»

 «Non è antipatico!» scattò Nico, arrossendo. «È simpatico.»

 «Ma è brutto.»

 «No, non lo è! È… lo stai facendo apposta?»

 Jason iniziò a ridacchiare. «Sì, non ho potuto farne a meno.»

 Nico tuffò di nuovo il volto tra le mani. Sentiva le guance in fiamme. Forse aveva fatto male a dare a Jason tutta quella fiducia.

 «Amico…» disse il figlio di Giove, guardingo, sedendosi sul letto affianco a lui e dandogli una pacca sulla schiena. «Qual è il problema?»

 Nico lo mugugnò tra le mani.

 «È diverso da Percy, non c’è che dire.» continuò Jason, pensieroso. «Ora capisco cosa significa quando gli hai detto che non è il tuo tipo. Preferisci i dottori, eh?»

 Nico fece capolino e Jason sorrise dolcemente. Vedere il figlio di Ade con le guance rosse, i capelli scompigliati, e gli occhi che mandavano strani lampi era sensazionale. Non aveva mai pensato di poterlo vedere in quello stato.

 «Cosa hai fatto dopo che vi siete baciati?» chiese Jason.

 Nico avvampò ancora di più. «Gli ho tirato un pugno.» borbottò.

 «Oh!» Jason si mordicchiò il labbro. «Capisco. Be’, ti ha colto impreparato…»

 «L’ho anche ferito con la spada…»

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora