16. Will

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Ripensare ai giorni appena trascorsi lo aveva fatto appisolare. Ma a risvegliarlo furono dei rumori dall'interno dell'infermeria. Si stropicciò gli occhi, assonnato. Aveva dormito poco quella notte.

Will voltò la testa verso la porta socchiusa. Tutto quel rumore poteva essere provocato da Nico che cercava di lasciare l'infermeria. Ma uno come lui di certo avrebbe cercato di dare meno nell'occhio. Fu sul punto di alzarsi quando proprio il figlio di Ade spalancò la porta.

«Ehi, Will!» esclamò, e Will trasalì. Nico sembrava felice di vederlo, e indossava ancora il pigiama. Non sembrava intenzionato ad andarsene. «Per fortuna ti ho trovato.»

«Stai bene?» si informò Will, balzando in piedi e rischiando di perdere l'equilibrio. Nico lo afferrò per il gomito per sostenerlo. «Hai male da qualche parte?»

«Sto benissimo.» affermò Nico, e proprio in quel momento si udì un rumore di vetri infranti. «I tuoi, ehm, pazienti si stanno azzuffando.»

Will lo guardò a bocca aperta e lo superò quasi di corsa, e constatò con i suoi occhi che il figlio di Ade aveva pienamente ragione. Gabriel Hawthorne era inchiodato a terra da Johnny Bennett.

«Ritira quello che hai detto!» strillò Johnny. «Subito!»

Gabriel bofonchiò qualcosa, e Jennifer iniziò a tirare calci al fratello.

Will pensò di non aver mai desiderato così tanto una macchina fotografica. Doveva avere un ricordo di quel momento, un'immagine priva di tempo che avrebbe tramandato agli altri semidei quando avessero avuto lo stomaco per assistere a quella scena.

Sotto i suoi occhi, un figlio di Ares le stava prendendo di santa ragione da un figlio di Afrodite. Era una scena epica.

Nico lo riportò alla realtà. «Non dovresti dividerli?» gli chiese.

Will annuì e fece un balzo avanti, dispiaciuto. «Johnny! Basta così! Lo stai soffocando!»

Johnny si distrasse un secondo, sufficiente per allentare la presa su Gabriel, che colse l'occasione al volo. Tirò un pugno in pieno petto a Johnny, scaraventandolo a terra, e tre secondi dopo la situazione fu capovolta.

Will afferrò il figlio di Ares per le spalle, e si meritò una gomitata in pieno volto, proprio sull'occhio. Ebbe solo un attimo per autodiagnosticarsi un occhio nero prima dell'ora di pranzo, poi fischiò forte.

I due ragazzi si portarono le mani alle orecchie e iniziarono a lamentarsi del male alle orecchie. Will squadrò Nico e Jennifer - uno indenne e l'altra no - e sospirò.

«Questa è un'infermeria, ragazzi.» ricordò Will, aiutando Gabriel a rialzarsi. La bruciatura sulla schiena stava passando. «Se volete combattere, vi prego di andare fuori, sul campo di battaglia. Qui c'è gente che vuole riposare!»

Johnny spostò lo sguardo su Nico. «Lui è sveglio!» gli fece notare. «E non c'è nessun altro qui, oltre noi.»

Will si guardò attorno, esasperato. Dov'erano i suoi fratelli quando aveva bisogno di loro?

Nico si fece avanti. Aveva un aspetto terribile, dopo cinque giorni passati a letto. Ma si fece avanti comunque, squadrando il figlio di Ares, come se non gli arrivasse a stento al petto, e il figlio di Afrodite, come se non fosse la metà di lui.

«Se non la fate finita con questi battibecchi,» disse Nico, alzando il tono, «farò sorgere degli scheletri che vi condurranno all'Oltretomba senza darvi il tempo di riflettere sulle vostre azioni.»

«Non puoi!» esclamò Johnny, sgranando gli occhi. «Will te lo ha proibito!»

«Sono sicuro che Will chiuderà un occhio.» gli rispose con tono amabile il figlio di Ade.

Si voltarono tutti verso Will, che annuì. «Certo.» disse, ma scoccò a Nico un altro tipo di occhiata: osa-evocare-scheletri-e-ti-terrò-qui-fino-ai-ventuno-anni.

Nico distolse in fretta lo sguardo .

«Siamo intesi?» disse Will, guardando i due ragazzi. «Se non la finite di aggredirvi, Nico farà sorgere gli scheletri che vi porteranno giù, in un indimenticabile Viaggio al centro della terra.»

Solo Jennifer colse il titolo del film, ma Will cercò di non darci troppo peso.

Gabriel si sedette sul suo lettino, massaggiandosi la gola, e Will fu subito al suo fianco. Gli alzò il mento, tastandogli i lividi provocati dal figlio di Afrodite. Prese mentalmente nota di non insultare mai più un solo figlio di Afrodite, sebbene la tentazione era tanta.

«Per cosa stavate litigando?» domandò Will, soprappensiero, mormorando un incantesimo di guarigione.

Gabriel e Johnny si scoccarono un'occhiata di fuoco, come sfidandosi a parlare, ma fu Jennifer ad interrompere quelle occhiate.

«Gabriel ha confessato i suoi sentimenti per me.» ammise. «Ma Johnny è scontento.»

«Non permetterò mai che mia sorella si metta con un figlio di Ares!» ringhiò Johnny.

«Credo che questi non siano affari tuoi!» lo rimbeccò Jennifer.

«Oh, andiamo, Jen, come puoi solo pensare che..?»

«Ahah, sentitelo! Ma non sei tu che sbavi dietro a Trudy Wilson?»

Johnny arrossì, Gabriel si infuriò.

«Cosa?!» esclamò, cercando di divincolarsi dalla presa salda di Will. «Tu cosa?!»

Will sospirò. Si annunciava un'altra lunga giornata. Si voltò e incrociò lo sguardo di Nico. Il figlio di Ade sembrò dirgli: «Tranquillo, non ti lascio da solo.»

Will sorrise e gli sussurrò: «Grazie.»

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora