58. Will

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Will camminò nel boschetto fino a quando non si ritrovò nei pressi dell'infermeria. La superò in fretta, digrignando i denti nel sentire le voci di qualche semidio intento a lamentarsi. Come se il loro dolore potesse superare il suo. Entrò nella sua cabina e andò subito a sedersi sul letto. Nessuno dei suoi fratelli era lì. Di sicuro erano tutti in spiaggia a prendere il sole, in un bel giorno come quello. Se non fosse stato così stanco, e con i nervi a pezzi, Will forse li avrebbe raggiunti.

I suoi occhi si posarono sulla borsa da viaggio, sotto la sua piccola scrivania, in attesa di essere riempita e poi di partire. Sua madre non lo aspettava prima di settembre, quando avrebbe ufficialmente lasciato il Campo Mezzosangue per iscriversi alla facoltà di medicina. Ma era quasi certo che la madre non l'avrebbe scacciato di casa solo per essersi presentato con tre mesi e mezzo d'anticipo. E nel caso fosse accaduto, Alec e Jem sarebbero stati più che felici di invitarlo nel loro squallido appartamento. Be', forse Alec no, ma non si aspettava un rifiuto da parte di Jem.

Will cominciò a riempire lo zaino, poi lasciò perdere. Non poteva scappare dal Campo Mezzosangue. Non poteva sperare che la rabbia nei confronti di Nico fluisse via solo perché si era lasciato alle spalle il Campo. Ed era sicuro che Nico lo avrebbe cercato in lungo e in largo per tutta la città, ma anche in tutto il mondo, e Will non intendeva scappare. Già una volta, con Drew, aveva rinchiuso i suoi sentimenti e non li aveva più affrontati, fino all'arrivo di Nico. Ora non poteva fare lo stesso, perché era sicuro che il suo cuore non avrebbe retto una fuga, oltre la seconda delusione d'amore più grande della sua vita.

Tornò sul letto, e si strappò l'elastico dai capelli. Doveva tagliarli. Se lo ripeteva da tre mesi. Ma gli piacevano. Doveva lasciare il Campo. Ma non poteva abbandonare i suoi fratelli. E non aveva ancora finito di istruire Rose e Angel.

Will nascose il volto tra le mani e inspirò. Poi espirò. Aveva bisogno di riprendere un po' dell'energia che lo aveva fatto sopravvivere in quei mesi di solitudine. Se avesse saputo che Nico di Angelo, nel giro di un quarto d'ora, lo avrebbe annientato di nuovo, sarebbe scappato molto prima. O avrebbe attuato il suo piano per ritrovarsi di fronte a lui nei pressi dei Campi Elisi.

Will si mordicchiò un'unghia, brutta abitudine che aveva ripreso negli ultimi mesi, poi posò l'autografo e la falange di John Lennon sul comodino. Un regalo davvero molto originale. Spostò lo sguardo sui cassetti e sentì un colpo al cuore. E se..? Ma non era possibile, se ne sarebbe accorto...

Balzò in piedi, sentendo le guance ardere, bollenti. Aprì un cassetto dopo l'altro, svuotando il contenuto sul letto. Forse il messaggio di Ermes era arrivato, e lui non l'aveva visto, perché stanco dopo una giornata in infermeria. O stanco per gli allenamenti. O stanco per aver passato un'intera giornata a studiare per l'esame di medicina, di alcune settimane prima.

Scartò tutte le lettere che individuò nei cassetti. I fratelli Solace gliene scrivevano almeno una al mese, o anche due, se succedeva qualcosa di interessante. Come la nascita di Tessa, la figlia di Gideon e Janet, due mesi prima. Guardò la foto della piccola Tessa, i suoi occhi neri e i capelli rossicci, e il suo radioso sorriso. Quando, un giorno, tra molti anni, la nipotina fosse stata abbastanza grande per uscire con i ragazzi, Will l'avrebbe fermata, chiedendole se non stesse meglio da sola.

Will riposò le lettere nei cassetti e si scagliò sulla scrivania. Sfogliò tutti i suoi libri, alla ricerca di quella dannata lettera perduta. Trovò solo una decina di dollari sparsi in alcuni libri di Harry Potter, e li gettò alla rinfusa in uno dei cassetti.

Disfece le lenzuola del letto, controllò dentro il cuscino, e sotto il materasso, anche in quello di Angel, che dormiva al piano sopra il suo. Possibile che suo fratello l'avesse presa per sbaglio? Iniziò a controllare tra i suoi effetti personali, e fu sul punto di scagliare un libro fuori dalla finestra per la frustrazione quando Angel comparve alle sue spalle.

«Ehilà, Will!» esclamò Angel, allegro. Ma l'allegria fluì via dal suo volto quando notò il disastro che il fratello aveva combinato. «Ehm, che succede?»

«Sto cercando una lettera.» sbuffò Will, infastidito per l'interruzione. Ma anche grato. In quel preciso momento, cominciò a temere per la sua salute mentale.

«Hai, mmh, provato a guardare nel tuo cassetto? Tra la tua roba?»

«Certo che sì. Altrimenti non avrei iniziato a frugare tra le tue cose.»

Angel si mordicchiò il labbro, pensieroso. «E non l'hai trovata?»

«No, altrimenti avrei smesso di frugare tra le tue cose.»

«Uhm... Una lettera di chi?»

«Non è importante.»

«Di Nico?»

Gli occhi di Will fiammeggiarono al nome. «Sì.»

«Ma lui è qui! Vicino alla postazione di tiro con l'arco! Ne parlano tutti. E Austin e Derek stanno decidendo su chi deve essere il primo a tirargli un pugno.»

Will rise, rincuorato. «Digli che possono farlo entrambi.»

Angel sorrise, poi tornò serio, un'espressione che non gli si addiceva. «Mi dispiace, ma non mi sembra che ti sia arrivata qualche lettera dagli Inferi. Quando prendo la posta, lo sai, la metto sempre sul tuo letto.»

Will annuì. Ricordò di aver rischiato di strozzare il fratello quando era arrivata la lettera con i risultati dell'esame, la settimana prima. Solo perché Angel l'aveva messa in bella mostra sul suo letto, attirando tutti i figli di Apollo e qualcuno di Atena, ansiosi di scoprire l'esito.

«Comunque...» mormorò Angel, turbato, avvicinandosi ai suoi libri sparsi e aprendoli uno ad uno. «...Ricordo che qualche mese fa, stavo leggendo un libro bellissimo sui Cacciatori di Demoni, e dopo cento pagine mi serviva un segnalibro...»

«Angel.» Will chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie, pregando per il fratello. «Ti prego, dimmi che non è vero...»

Angel non gli rispose, ma si affrettò a cercare. Alla fine, una busta indirizzata a George Moon ricadde sulla scrivania con un lieve fruscio.

«Ah!» esclamò Angel, imbarazzato. «Per fortuna non era la tua.»

«Già, per fortuna, altrimenti ti avrei ammazzato, e non sto scherzando.» brontolò Will, aprendo la lettera del fratello George e dandole un'occhiata. Era solo una cartolina da parte della madre e del patrigno.

«Forse Austin, Derek o qualcun altro te l'ha nascosta.» disse Angel, prendendo la lettera di George e lasciandogliela ricadere sul letto. «Non volevano che stessi male.»

«Forse. Ma immagino che spettasse a me decidere se leggerla o meno.» Will si stropicciò gli occhi. Era stanco. Desiderò coricarsi nel letto e dormire, per tutto il giorno seguente, ma aveva delle cose da fare. «Quando tornano domandaglielo, d'accordo?»

«Okay. Dove vai, ora?»

Will sorrise leggermente, avviandosi alla porta. «Vado a prendere a pugni Nico di Angelo. Aspettami in infermeria.»

«Aspetto te o lui?»

Will pensò ai nuovi muscoli di Nico di Angelo. «Tu aspetta solo uno dei due. O entrambi.»

Angel ridacchiò.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora