14. Nico

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Will finì di versargli una ciotola di cereali al cioccolato e rimase ad osservarlo con attenzione mentre mangiava.

Nico tenne gli occhi posati sulla poltiglia nella ciotola, conscio dello sguardo del dottore su di lui. Fu tentato di arrossire, ma riuscì ad imporsi di rimanere impassibile. E si decise di contare mentalmente fino a venti. Se Will avrebbe continuato a guardarlo, Nico gli avrebbe volentieri svuotato il resto della ciotola sui suoi perfetti capelli biondi.

Uno, due, tre...

Ma il figlio di Ade non riuscì ad arrivare fino a venti. Si sarebbe senz'altro divertito a vedere Will sputacchiare cereali e a fissarsi raggelato allo specchio, cercando di togliere via lo sporco dai suoi solari capelli.

Arrivato al cinque, Nico inspirò profondamente e alzò lo sguardo.

«Cos'hai da guardare?» ringhiò.

Will continuò a fissarlo per un'altra manciata di secondi, senza sbattere le palpebre, poi sorrise, appoggiando i gomiti sul tavolo, mettendo fine alla distanza tra loro due. Erano uno di fronte all'altro, e Nico riuscì a captare l'odore che emanava il figlio di Apollo. Chissà perchè, sapeva di fragola.

«Devo confessarti una cosa.» disse infine Will, e il sorriso si spense un po'. «Ma devi promettermi che non darai in escandescenza, e che tantomeno non tenterai di eliminarmi.»

Nico inarcò un sopracciglio, lasciando perdere i cereali. «Cosa hai fatto?» gli chiese. Poi aggiunse, in fretta: «Mi hai scattato una foto mentre dormivo? Se è così, chiederò a mio padre di trovarti una punizione adeguata quando sarà il tuo turno di andare nell'oltretomba.»

Will ridacchiò. Neanche la minaccia implicita di morte riusciva a togliergli quel solare sorriso dalle labbra. E nemmeno la minaccia di una punizione eterna.

«Non ti ho fatto alcuna foto.» lo tranquilizzò. «Anche se ho avuto parecchio tempo a disposizione per farlo.»

Nico lo guardò perplesso. «Di cosa stai parlando?» gli chiese.

Will sospirò. Con le gambe scostò una sedia dal tavolo e vi sedette, ricreando la solita distanza. «Hai dormito per quattro giorni di seguito.» gli rivelò infine.

Il figlio di Ade lo guardò confuso, e scosse la testa. «Impossibile.» disse. «Non ho dormito per quattro giorni.»

«Oh sì, invece.» annuì Will con un sospiro, gli occhi azzurri fissi su di lui. «Puoi fidarti. Hai dormito quattro giorni consecutivi.»

Il figlio di Apollo non gli stava mentendo. Aveva veramente dormito per tutto quel tempo. Imbarazzato, capì da dove provenisse quellos trano odore che cercava di ignorare.

Guardò i cereali avanzati che galleggiavano nel latte, e riprese in mano il cucchiaio.

«Wow.» si limitò a dire, infilandosi in bocca un'altra cucchiaiata. «Quattro giorni. Un record.»

Spazzolò la sua colazione, e alzò gli occhi sull'altro, in attesa. Will lo stava osservando con gli occhi socchiusi, una mano appoggiata al mento, e capì che lo stava esaminando con lo sguardo critico tipico dei dottori.

«Scherzi, vero?» disse infine Will, mentre Nico si alzava per recuperare altri cereali. «Ti ho appena detto che hai passato quattro giorni a dormire, e mi rispondi dicendo di aver fatto un record?»

Nico scrollò le spalle. Rovesciò una gran quantità di cereali nella sua ciotola, aggiugendo altrettanto latte, e si lasciò cadere sulla sedia.

«Cosa dovrei dire?» rispose Nico, affogando con piacere perverso i cereali che tentavano di tornare a galla. «Non è la prima volta che scopro di aver dormito così a lungo. Durante il viaggio con la statua, mi è capitatospesso. Non è una novità.»

Nico notò la mano di Will chiudersi a pugno, e si preparò ad uno scontro con il figlio di Apollo. Ma il ragazzo schiuse la mano.

«Ci ho provato.» sospirò infine Will, alzandosi in piedi e guardandolo. «E non dire che non l'ho fatto.»

«Di cosa parli?» domandò Nico, spaesato.

Will scrollò le spalle. «Lascia perdere. Be', visto che sei qui da cinque giorni, sei libero di tornare alla tua cabina. Fai un saluto, prima di andartene.»

Nico guardò Will allontanarsi dalla cucina, e lasciò perdere la sua ciotola di cereali. Odiava i cereali. Ma li aveva mangiati solo perché era stato Will a prepararglieli.

Fu tentato di seguire il figlio di Apollo, ma non lo fece. Non sapeva cosa dirgli, come affrontarlo.

Era arrabbiato con lui per il menefreghismo mostrato per la sua salute? Aveva passato quattro giorni a dormire. Non era una grande novità. Se riconsiderava il viaggio affrontato con Reyna e il Coach Hedge, Nico avrebbe contato più giorni passati a dormire che viaggi-ombra.

Riprese ad affogare i cereali nella ciotola, e finì di mangiarli.

Non era arrabbiato con loro, dopotutto.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora