55. Will

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Will afferrò la terza freccia della faretra, tese la corda dell'arco e tirò. La freccia si conficcò dritta nel cuore del manichino a cinquanta metri di distanza, insieme alle prime due.

Compiaciuto, Will indietreggiò di tre passi, e prese la quarta freccia. Lasciò scorrere quaranta secondi. E questa volta puntò in mezzo agli occhi del manichino. E riebbe successo.

Indietreggiò ancora.

Ormai si allenava nel tiro con l'arco tutti i giorni. Aveva scoperto che l'attività fisica lo aiutava a distendere i pensieri, e a dimenticare. Invece, l'attività continua in infermeria gli permetteva di immedesimarsi nel dolore dei suoi pazienti. Poteva essere utile, soprattutto in quei giorni in cui si risvegliava con un acuto dolore al petto e le guance bagnate.

Si era tuffato nell'attività fisica otto mesi prima, quando si era accorto che Nico di Angelo si era dimenticato di lui. E l'attività fisica gli bruciava tutte le energie non consumate in infermeria, e gli permetteva di coricarsi la sera senza pensieri, facendolo sprofondare in un sonno ristoratore privo di sogni.

Faceva parte del Campo Mezzosangue ormai da cinque anni, dopo una lunga discussione con la madre e il patrigno sulle sue origini. Si era fatto accompagnare fino ai pressi del Campo, e poi aveva proseguito senza voltarsi nemmeno una volta.

A quel tempo, sperava solo di trovare qualcuno di simile a lui, qualcuno che potesse aiutarlo ad entrare a far parte di quel mondo che conosceva da anni, e a cui non aveva mai pensato di farvi parte. Qualcuno che potesse capire il caos che aveva dentro. Non si era aspettato tutti quei fratelli, quelle sorelle, tutti quegli altri figli di Apollo, tutti con le sue stesse passioni. Avendo passato la vita leggendo libri sugli Dei greci, non si era stupito che suo padre Apollo avesse dato alla luce così tanti pargoli.

Era rimasto stupito, però, nello scoprire che non era solo Apollo ad avere dei figli semidei. Quando sua madre gli aveva parlato del Campo Mezzosangue, non lo aveva compreso appieno. Pensava che il Campo fosse un luogo esclusivamente per lui, e per gli altri figli di Apollo. Fino a quando non si trovò da solo di fronte a quella moltitudine di case, non aveva compreso le parole della madre.

A molti era stato simpatico, soprattutto ai suoi fratelli maggiori e minori della cabina di Apollo. Ad altri, come la giovane Clarisse Le Rue, era sorto spontaneo odiarlo. Will non aveva mai disprezzato nessuno dei semidei suoi compagni, da alcuni era sempre stato terrorizzato, o troppo intimorito davanti alle loro imprese per provare a dire o fare qualcosa.

Nel corso delle settimane, dei mesi, degli anni dal suo arrivo, Will aveva partecipato a centinaia di caccia alla bandiera. E ad altrettante corse sui carri. E aveva vinto decine di volte i tornei come miglior tiratore con l'arco. Dopo i primi allenamenti, aveva scoperto di non avere un dono particolare nel maneggiare la spada. O i pugnali. Ma con arco e frecce era tutt'altra storia.

Come altri tra i suoi fratelli, Will aveva prediletto la guarigione allo sport. E nelle battaglie che si erano svolte in quei cinque anni, Will, oltre ad occuparsi dei feriti, si era battuto con il suo fedele arco. Non si era mai tirato indietro di fronte ad una battaglia, e non gli era mai importato molto di morire. Faceva parte della sua nuova vita come semidio.

Ora, dopo cinque anni, il pensiero della morte lo divertiva. Era sicuro che fosse l'unico modo per mettersi in contatto con Nico di Angelo, o almeno per incontrarlo. Giù, negli Inferi. In attesa di una collocazione. Non avrebbe avuto nemmeno la forza di arrabbiarsi, se avesse incontrato il figlio di Ade durante la coda per i Campi Elisi, o al momento della partenza.

Sorto com'era nei suoi pensieri, Will inciampò in avanti mentre arretrava e cadde in ginocchio, ferendosi i palmi. Il sangue colava giù dai piccoli tagli. Li curò, afferrò il sassolino che l'aveva fatto scivolare e lo scagliò con violenza contro il manichino, colpendo un paio di frecce e spezzandole a metà.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora