57. Nico

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«Mi hanno detto che è stato tuo padre ha spifferare in giro della mia vittoria contro la morte.» disse Leo Valdez, sorridendo. Aveva una macchia di grasso sul collo, e non sembrava preoccuparsene. «Ringrazialo.»

«Posso portarti da lui, così lo ringrazi di persona.» rispose Nico, sforzandosi di sorridere.

«Ah, no, passo. Non vorrei che si accorgesse di non aver cancellato il mio nome dalla sua Lunga Lista di Morte e mi prendesse con sé...»

Thanatos si occupava della Lunga Lista di Morte di Ade, ma Nico pensò che non fosse il caso di approfondire. Si voltò verso i boschi in cui era scomparso Will. Doveva rincorrerlo e chiedergli scusa per quello che gli aveva fatto passare. Non era stato l'unico a soffrire, in quei mesi.

I l regalo gli era piaciuto? Nico pensò di sì, dopo strati e strati di disgusto. Forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare i consigli di John Lennon, piuttosto che fare di testa sua.

Nico si guardò attorno. Jason e Piper erano stati i primi a saltargli addosso, subito seguiti da altri semidei di cui non conosceva il nome, ma che aveva già incontrato. E infine, Leo Valdez.

«Dove ti hanno trovato?» chiese Nico, incuriosito, ignorando le pacche sulle spalle o le dita tra i capelli. Nel sottosuolo, aveva imparato ad ignorare chiunque lo sfiorasse. E quando lo facevano i defunti, era meglio guardare da un'altra parte.

«Venezia, in Italia.» sbuffò Leo, infastidito, scoccando un'occhiata a Jason.

«Sul serio?» sorrise Nico, divertito.

«Ho portato Calypso a fare un romantico giro in gondola, e mi sono trovato Jason e Piper che mi guardavano dal Ponte dei sospiri.»

«Come avete fatto?» Nico si rivolse a Jason.

«Ho chiesto aiuto a qualche amico vento.» sorrise il figlio di Giove, stringendo a sé Piper.

«Noi abbiamo iniziato a cercarlo in Messico, ma lui era da tutt'altra parte.» aggiunse Piper. Aveva i capelli molto più lunghi, tenuti in una lunga treccia dietro le spalle. Era più radiosa di quanto Nico si ricordasse.

«Siamo stati in Messico.» annuì Leo, aggrottando la fronte. «Tre mesi. Poi abbiamo ripreso il giro del mondo. Ho portato Calypso ovunque. Sulla Tour Eiffel, al Colosseo, sulla Statua della libertà... e via via per tutti questi monumenti noiosi.»

«E Calypso è qui con te, ora?»

«Sì. Dorme nella Casa Grande. Ora mi sta aspettando in officina. Ci vediamo più tardi, eh?»

Nico annuì e salutò Leo, che si allontanò con passo baldanzoso, lanciando in aria una chiave inglese.

«Lo abbiamo cercato un po' ovunque, prima di andare in Messico e scoprire che era appena partito.» sospirò Jason, e Nico tornò a guardarlo. «Siamo anche stati in Europa, ma questa volta è stato un viaggio diverso.»

«Più romantico.» annuì Piper.

«E lo abbiamo scovato a Venezia.»

«Quando ci ha visti, ha urlato di gioia e si è buttato nel Canal Grande. Per fortuna non c'era nessuno nelle vicinanze.»

«È sopravvissuto al tuffo nel Canal Grande?» fischiò Nico, sorpreso.

«Sì, ma io l'ho recuperato subito. Dopo i primi cinque minuti di gioia, di baci e abbracci, Leo ci ha chiesto se eravamo finiti lì per caso o se lo stavamo cercando.»

«E vi siete fatti sfuggire quello che mi ha detto mio padre.»

«Esatto.» sorrise Piper, passandogli le dita tra i capelli. «Tu che hai fatto, invece?»

«Ho amministrato gli Inferi per qualche mese su ordine di mio padre.» Nico osservò i semidei che lo circondavano, che stavano chiacchierando tra loro, raggianti. «Qui è successo qualcosa di interessante?»

«No.» disse Jason, scuotendo la testa, ma i suoi occhi brillavano di una luce strana. Nico capì che gliene avrebbe parlato più tardi, forse in privato.

Nico guardò senza muovere un muscolo i semidei e Jason che organizzavano in tutta fretta una festa di benvenuto per lui. Fu tentato di dire che non si sarebbe fermato a lungo, ma tempo addietro si era promesso di non abbandonare più Will. Non poteva rifarlo. Non prima di aver chiarito le cose con lui.

«Piper...» mormorò Nico, allontanandosi di qualche passo e avvicinandosi alla figlia di Afrodite. «È successo qualcosa?»

«Nah. Qualche mese fa siamo stati attaccati da qualche mostro. Chirone ha detto che era normale. Lo abbiamo sconfitto in nemmeno un quarto d'ora, eravamo piuttosto fuori forma.»

«E... nient'altro?»

Piper lo osservò a lungo, esaminando il suo volto pallido e, forse, anche le orecchie tempestate di piccoli anelli d'argento.

«Nulla di interessante.» ripeté Piper. Prima di correre tra le braccia rigide del figlio di Ade, Jason si era assicurato con lei di non menzionare nemmeno una volta Will Solace. E Piper non intendeva venire meno alla promessa del suo ragazzo.

«Mmh.» Nico distolse lo sguardo e osservò Jason, che discuteva con dei figli di Efesto sui fuochi d'artificio. «Percy e Annabeth?»

«Sono ancora a scuola. Ci raggiungeranno a metà del prossimo mese.»

«Tu e Jason cosa avete fatto?»

«Abbiamo viaggiato. Sei mesi fa abbiamo incontrato Leo, e visto che lui non intendeva ancora tornare, abbiamo viaggiato tutti e quattro insieme. Lui e Calypso sono la coppia perfetta per mia madre. Siamo rimasti insieme un paio di mesi, poi siamo tornati qua. E Calypso è stata accolta da Chirone.»

«E, ehm...» Nico avvampò. «Ehm... Tu sai...?»

Piper lo guardò in attesa, e quando capì quello che intendeva chiedergli, si schiarì la voce e gridò: «Jason, che ne pensi farla in spiaggia, la festa? Dopo dieci mesi passati negli Inferi, scommetto che un po' di sole farà molto bene al nostro amico!»

J ason le fece un segno positivo con la mano e le sorrise. Piper prese Nico sottobraccio e lo portò lontano dalla postazione di tiro con l'arco. Nico si guardò intorno, in cerca di Will, ma invece trovò solo cinque figli di Apollo che lo aspettavano a braccia conserte, lo sguardo corrucciato.

«Bentornato, Nico di Angelo.» lo salutò Austin, con lo stesso entusiasmo di un prete che serviva messa ad un funerale.

«Ciao.» lo salutò Nico. Le espressioni dei figli di Apollo non erano allegre, tutt'altro. Sembravano pronti a saltargli addosso e conciarlo per le feste, ma solo la vicinanza di Piper, Jason e tutti gli altri semidei alle loro spalle li trattenevano.

Nico si accorse di conoscerli tutti e cinque. Austin, Derek, George, Rose ed Helen. Quasi tutti con gli azzurri occhi scintillanti di rabbia e l'espressione di disgusto dipinta sul volto.

Nico si inumidì le labbra. Era quasi certo che i fratelli di Will non intendessero picchiarlo per suo ordine, ma non poteva esserne sicuro.

«Per cena organizziamo una festa in spiaggia.» li avvertì Piper, posando una mano sul fianco, vicino al suo pugnale. Nico sorrise. Piper sarebbe stata dalla sua, se i figli di Apollo avessero tentato di aggredirlo. «Siete invitati.»

«Ci saremo.» annuì Derek, gli occhi puntati su Nico, che capì che, se fosse stato per loro, avrebbero organizzato un altro tipo di festa.

Si allontanarono di qualche passo, e Nico fu sicuro di sentire ancora su di sé l'occhiata gelida dei figli di Apollo.

«Credo che ora andrò nella mia cabina.» borbottò Nico. «Ho bisogno di riposarmi un po'. Il viaggio è stato lungo, e sento la mancanza di un letto senza lamenti di morti in sottofondo.»

«Be', la vera vacanza l'hai fatta tu, Nico.» rise Piper, e Jason li raggiunse raggiante.

«Stiamo preparando tutto per stasera.» lo avvisò Jason. «Tu fingi di esserne sorpreso.»

«Ah, d'accordo, sarò strabiliante. Scusate, vado nella mia cabina. Ci vediamo più tardi?»

Jason annuì, e lo abbracciò un'altra volta. Nico si avviò alla cabina numero 13, e notò due figli di Apollo che lo guardavano in cagnesco. Affrettò il passo.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora