31. Nico

9.1K 777 367
                                    

Il figlio di Ade rimase impalato sulla soglia, battendo le palpebre incredulo, e fissando Will Solace in piedi di fronte a lui.

Per due volte, negli ultimi quindici giorni, aveva sperato che fosse lui a bussargli, e invece era Jason Grace. E ora, senza rendersene conto, Will era lì, di fronte a lui, più abbronzato del solito, e con meno vestiti addosso.

«Ehm.» disse Will, a disagio, alzando gli occhiali da sole fino ai capelli. «Stavi dormendo, vero? Hai ancora un po' di bava sul mento.»

Nico si affrettò a ripulirsi.

«Che fai qui?» chiese. «Non... non eri tornato a casa?»

«Sì, mio fratello si è sposato ieri.» annuì Will, sfiorandosi la collana di perle. «Il matrimonio è stato stupendo, entrambi gli sposi hanno pianto, ho ballato con mia cognata, mio fratello Alec mi ha tirato un pugno, e sono arrivato un'ora fa.»

«Perché tuo fratello Alec ti ha tirato un pugno?» domandò Nico, perplesso.

Will arrossì. «Mentre agonizzavo ai suoi piedi, non ho avuto tempo di chiederglielo.» disse. «Anche perché poi l'ho morso alla gamba, e hanno dovuto dividerci.»

«Lo hai morso..?»

«Non avevo spade a disposizione!» Il sorriso di Will fece arretrare Nico di un passo, e Will lo colse come il segnale di poter entrare nella cabina. Senza complimenti, posò una busta sul letto dalle lenzuola disfatt3 e si voltò verso di lui, togliendosi completamente gli occhiali da sole.

«Comunque, ora sono qui.» gli fece notare. «Dobbiamo andare alla festa in spiaggia, ricordi?»

Nico deglutì e annuì debolmente. La festa in spiaggia... Aveva passato la serata precedente con Annabeth e Percy, a guardare le stelle, e a chiacchiere del più e del meno. Nico si era addormentato più volte, e Percy lo aveva accompagnato nella cabina. Aveva un vago ricordo di aver salutato il figlio di Poseidone fuori dalla porta prima di spogliarsi e gettarsi a letto.

«Io...» iniziò a balbettare Nico, cercando una scusa qualunque. «Io... ecco, non ho un costume.»

Will si batté la mano sul petto, il sorriso solare sullo splendido volto abbronzato. «Ci ho pensato io, non ti preoccupare.» gli disse, rovesciando il contenuto della busta sul letto.

Nico fissò le decine di costumi da bagno di vari colori, e si inumidì le labbra, cercando di prendere tempo.

«Perché tuo fratello ti ha picchiato?» si ritrovò a chiedere, di nuovo.

Will alzò le spalle. «Te l'ho detto, non gliel'ho chiesto. Ma Alec è sempre stato un po' geloso di me. E mi ha sempre odiato, da quando ha capito che non ero figlio di suo padre...» Will si interruppe e lo fissò torvo. «La festa ci sta aspettando.»

«E non posso venirci così?»

Will si mise a studiarlo, e Nico lasciò scivolare i suoi occhi sul figlio di Apollo. Era praticamente nudo, fatta eccezione per il costume da bagno arancione, e le infradito dello stesso colore. E tutta quella pelle faceva avvampare il povero figlio di Ade.

«Se fosse una festa al chiuso, forse sì.» disse Will. «Ma visto che siamo su una spiaggia, dovrai adattarti. Su, forza. Altrimenti lo scelgo io.»

Nico si avvicinò al letto e fissò i costumi da bagno. Non si era mai sentito così a disagio in tutta la sua vita. I suoi occhi cercarono veloci un costume nero ma, come c'era da aspettarsi, non ne trovò nemmeno uno. Ne afferrò uno blu scuro.

«Questo.» borbottò.

«Buona scelta.» annuì Will. «Avanti, vai a cambiarti. Ti aspetto qui.»

Nico si chiuse in bagno e, quando si ritrovò in costume, pensò che fosse il caso di scappare. Di tornare negli Inferi. Davvero doveva raggiungere la spiaggia così? E passarvi tante, tante ore?

Will gli bussò brevemente sulla porta, e Nico, inspirando forte, uscì. Will gli aveva riordinato il letto, e lo aspettava mordicchiando l'asticella degli occhiali da sole. Nel vederlo, sorrise.

«Be', devo dire che ti calza a pennello.» disse. «Ora, hai bisogno di un altro po' di gadget, tipo questi, questi, anche questi, e non dimentichiamoci di questa!»

Nico si ritrovò con in mano un paio di occhiali da sole dalla montatura blu - lo aveva fatto apposta, o Will si era immaginato che poteva abbinarli al costume? - infradito nere, un cappello di paglia e la crema abbronzante.

«Faresti meglio a mettertela ora.» disse Will, allegro. «Altrimenti la tua pelle prenderà fuoco.»

Nico pensò al fratellastro che non aveva mai conosciuto, ucciso proprio dal Dio Apollo. «Non sono un vampiro.»

«Fai di tutto per assomigliargli.»

Nico iniziò a brontolare, ma alla fine obbedì. Era sicuro che presto o tardi Will gliel'avrebbe messa, se non si fosse mosso da solo.

«Tu non la metti?» gli chiese Nico, stupidamente.

«No. Non funziona su di noi. I figli di Apollo hanno la pelle impostata sul livello Abbronzatura perfetta

«E io? A che livello mi trovo?»

Will finse di pensarci. «Direi Livello Aragosta

Nico fece una smorfia.

Will lo aiutò a spalmarsi la crema sulle schiena, e poi uscì fuori dalla cabina inforcando gli occhiali e voltandosi verso di lui con un sorriso.

Nico lo seguì di malavoglia, preannunciando una pessima giornata.

«Quindi...» mormorò Nico, sistemandosi gli occhiali sul volto. «Quindi tuo fratello ti odia?»

«Alec? Sì.»

«Anche gli altri?»

«No, devo dire che gli altri mi apprezzano molto, molto di più. Dopotutto, non è colpa mia se Apollo si è interessato della mamma e ha fatto nascere me.»

«Ma... Alec da la colpa a te.»

«Sì. Dice che spezzo il cuore di nostro padre ogni volta che sono in casa. Ma non è vero. Il mio patrigno è ben felice di vedermi, e mi ha sempre trattato come se fossi suo.»

Nico si guardò attorno. La strada era deserta. Erano già tutti in spiaggia? Era lui l'unico ritardatario?

«Quindi, Solace è il nome di..?»

«Del mio patrigno.» Will si passò le dita tra i capelli. «Mia madre era sposata quando mi ha avuto, e visto che non poteva segnare Apollo come effettivo padre, sono rimasto della famiglia.» Il sorriso si spense a poco a poco sul volto di Will. «Mia madre voleva abbandonarmi in orfanotrofio, dopo la nascita, quindi devo davvero molto al mio patrigno.»

Nico rimase per un po' in silenzio, fino a quando non individuò la spiaggia. Alcuni erano già in acqua. Altri giocavano a pallavolo. Non sembravano più semidei, ma semplici adolescenti.

«Quelle due sdraio sono le nostre!» esclamò Will, riottenendo il suo sorriso e indicandole a Nico. «Sono venuto qui prima di chiamarti. Aspettami qui, devo fare una cosa e torno subito.»

Nico annuì, e guardò Will allontanarsi. Distogliere lo sguardo dalla schiena nuda del figlio di Apollo richiese una gran forza di volontà. Individuò Percy e Annabeth che chiacchieravano a tre metri da lui e si avvicinò, sordo alle loro parole.

La vita del figlio di Apollo non era proprio rosa e fiori. Aveva avuto anche lui un'infanzia difficile. Chissà com'era stato, per lui, crescere in una casa in cui uno dei fratelli lo odiava, la madre lo disprezzava e l'unico a volergli bene era la sola persona con la quale non possedeva nemmeno un briciolo di DNA.

Guardò la chioma dorata di Will muoversi con il leggero venticello, e si rese conto che, sebbene la sua promessa, alla fine non aveva parlato con Will di quanto era accaduto giorni addietro. Ma la giornata era lunga.

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora