60. Nico/Will

13.5K 890 1.5K
                                    

Will lo avrebbe perdonato. Nico ne era certo. Forse non quella sera, forse non il giorno dopo, ma se avesse continuato a pedinarlo, a parlargli, a stalkerarlo, per il resto del mese, era sicuro che alla fine Will gli avrebbe sorriso come un tempo, lo avrebbe baciato e avrebbero risolto tutto quanto. Avrebbero rimosso quel periodo terribile a cui erano andati incontro, e a cui erano sopravvissuti.

Suo padre aveva cercato Persefone in lungo e in largo, prima di rinunciare per un'intera settimana e tornare negli Inferi. Nico era stato sul punto di salutarlo e tornare da Will in superficie, ma il padre aveva colto l'occasione per comportarsi da genitore, e Nico si era sentito in dovere di assecondarlo.

Si era ritrovato immerso nella relazione padre-figlio, relazione a cui non aveva mai dato molta importanza. Tempo prima, Ade gli aveva confessato che avrebbe preferito che i ruoli fossero invertiti, che fosse Bianca quella di fronte a lui, e Nico quello morto. Nico si era sentito abbattuto da quelle parole, ma aveva altri pensieri da affrontare.

Quella settimana, di molti mesi prima, gli aveva procurato dei bei ricordi felici con Ade. Certo, forse non erano a pescare come i padri e figli normali, ma avevano fatto qualcosa di altrettanto interessante. Avevano seguito le anime fuggitive, avevano passeggiato nei Campi Elisi per controllare che tutto andasse per il meglio. Avevano addirittura giocato insieme con Cerbero, il mostruoso cane a tre teste, che andava pazzo per le palle da baseball.

E avevano chiacchierato. A lungo. Di tante, tante cose. Aveva scoperto cose di suo padre che non avrebbe mai sospettato. E aveva incontrato anche Apollo, che non sembrava fuori di testa, ma era interessato alla sua relazione con Will.

Probabilmente Nico non si sarebbe mai ritrovato a parlare con nessuno della sua relazione padre-figlio, ma era bello sapere che suo padre, in qualche modo, e magari non con queste parole, gli voleva bene.

Prese il flacone di shampoo e scoprì che era stato aperto di recente. Si chiese se Hazel fosse venuta al Campo Mezzosangue nelle ultime settimane. Fu sul punto di alzare le spalle e insaponarsi, quando uno spiffero alle spalle, successivamente seguito da un fruscio, lo fece voltare.

Will lo stava guardando dalle porte scorrevoli della doccia.

«W-Will?!» gracchiò Nico, e il primo impulso fu quello di coprirsi. «C-Che stai facendo? Che...» Poi ammutolì, sgranando gli occhi.

Will entrò nella doccia senza guardarlo.

«C-Cosa st-stai facendo?» balbettò Nico, debolmente. I suoi occhi erano puntati sul laccio con le cinque perle che Will portava al collo. Aveva paura di abbassare lo sguardo.

«Be', mi sembra ovvio.» rispose Will, alzando un sopracciglio e osservandolo. «Faccio la doccia.»

«Ma... ma qui ci sono io!»

«Lo vedo, Nico. Non sono cieco.»

Il resto delle parole di Nico gli morirono in gola, e Will proseguì, intrepido.

«Ho passato le ultime due ore a tirare quarantanove frecce contro tre diversi bersagli, sotto il sole cocente.» continuò Will. «Sono ricoperto di sudore. E visto che anche tu sei qui, e io e te dobbiamo parlare, perché non fare un favore all'ambiente e fare una sola doccia?»

Will spinse di lato Nico e chiuse gli occhi, alzando il mento, lasciando che l'acqua gli colpisse il viso e gli bagnasse i capelli. Era tiepida, ma il calore alle guance riuscì ad affievolirsi. La scarica di adrenalina che lo aveva spinto a spogliarsi e a spingersi nella doccia con Nico era stata sostituita da una carica di imbarazzo. Ma ormai non poteva tirarsi indietro.

«Tu...» farfugliò Nico, con un filo di voce, cercando le parole adatte. «Tu... tu sei strano.»

Will si voltò verso di lui, la fronte aggrottata. Il rossore sulle guance di Nico proseguiva sul collo e poi sul petto. «Io sono quello strano?» gli chiese, perplesso. «Tu mi hai appena regalato la falange di uno dei miei fratelli!»

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora