41. Nico

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Will stava scherzando? Gli stava veramente offrendo quella perla?

Fece un passo indietro.

«Nico.» mormorò Will, sorridendo. «Non provare a scappare. Questa è tua. E giuro che ti seguirò fino in capo al mondo per consegnartela.»

Tremante, Nico prese la perla. Ne aveva viste parecchie, ma non ne aveva mai avuta nessuna. Ogni perla raffigurava il fatto più importante avvenuto durante l'anno. E la perla che teneva tra le dita raffigurava un sette in numeri romani.

«La Profezia dei Sette.» gli spiegò Will. «È stata la cosa più importante che sia accaduta. E il numero è in romano perché quest'anno abbiamo anche fatto conoscenza con i nostri fratelli del Campo Giove.»

«Chi l'ha fatta?» domandò Nico, debolmente.

«Noi. I figli di Apollo. Chirone ha pensato che fosse il caso che ce ne occupassimo noi.»

«Mi sembrava un colore familiare.»

Will sorrise. «Cambia colore.» lo informò. «Ora la vedi arancione, ma può diventare viola quando meno te l'aspetti. A parer mio, l'arancione è migliore.»

Nico non disse niente. Era frastornato. Davvero il Campo Mezzosangue gli stava dando una perla?

«Non sono mai stato qui.» mormorò Nico, con voce roca. «Ho passato tanto di quel tempo ad andare da un campo all'altro... Non la merito.»

«Oh sì, la meriti.» annuì Will. «Ci hai salvato rischiando la vita per portare qui la statua di Atena. E l'anno scorso, tu e tuo padre avete salvato molti di noi durante lo scontro con Crono. Ricordo che in quel momento ho pensato di morire. E lo pensavo anche quando sei comparso dal nulla per cercare di uccidere Ottaviano nell'accampamento. E non sono morto. Molti di noi non sono morti. E lo dobbiamo a te. Magari loro lo dimenticano, ma io no.»

Will lo scrutò.

«La meritavi anche l'anno scorso.» continuò il figlio di Apollo. «Ma alla consegna sei tornato il solito tenebroso Nico e nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarti per dartela.»

«Perché non lo hai fatto tu?»

Will scrollò le spalle. «C'erano i feriti. Decine e decine di feriti. E sono diventato capo cabina all'improvviso.»

Nico chiuse la mano attorno alla perla e fece un secondo passo indietro.

«Sono stanco.» disse. «Torno a letto.»

Will lo afferrò per il braccio. «Ci sono i fuochi d'artificio.» gli disse. «E devo aiutarti a mettere la collana.»

Nico scrutò Will. Il bacio che si erano dati nella capanna aveva abbattuto le difese che aveva innalzato negli ultimi tre anni attorno a sé. Will era riuscito ad abbatterle nel giro di due settimane.

Lasciò che Will gli allacciasse la collana, e quando sentì la perla fredda a contatto con la pelle, gli occhi gli si inumidirono. Un secondo dopo, Will lo strinse a sé senza una parola.

Avevamo una sola casa. Ora ne abbiamo due.

Le parole di Reyna gli risuonarono nella testa. Nico chiuse gli occhi e sprofondò il volto nel petto di Will.

Will gli accarezzò gentilmente la schiena, e quando risuonò il primo fuoco d'artificio, Nico si scostò da lui con violenza, e lo spinse a terra.

«Nico, non fare così!» esclamò Will, rialzandosi e spazzolandosi via la sabbia dalla maglia.

«Will, mi dispiace.» disse Nico, paonazzo, allontanandosi in fretta senza voltarsi. «Penso sia il caso di tornare negli Inferi. Non sono uno di voi, e anche se ho una perla non lo sarò mai.»

Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora