Will si chiese se lo stessero prendendo in giro. Se da qualche parte, in giro per la stanza, in qualche angolo buio, sopra l'armadio, ci fosse una telecamera. Forse, crescendo, quell'episodio lo avrebbe fatto ridere. A crepapelle. Fino a farsi lacrimare gli occhi.
Al suono della voce del dio, Will e Nico si bloccarono. Nico per la sorpresa, Will per la paura.
Senza fretta, sperando che si trattasse di un incubo, Will spostò lo sguardo sulla stanza. All'iniziò non lo vide, ma poi Ade, il Signore dei morti, si materializzò completamente nel centro esatto della cabina del figlio. Aveva un aspetto piuttosto normale per essere il Signore dei morti. Jeans, giacca, stivali di pelle, rigorosamente neri. Carnagione olivastra, occhi scuri, capelli neri che gli ricadevano mossi sulle spalle. E sorrideva. Un leggero sorriso gli increspava le labbra. E Will notò la cintura di Nico tra le mani del dio.
Will deglutì, e si scostò da Nico senza guardarlo. Scese dal letto così in fretta che Flash sarebbe stato senz'altro fiero di lui, e si accostò alla parete più vicina, desiderando solo sprofondarci dentro e scomparire. Quando si rese conto di essere senza maglietta, fu tentato di prenderla e coprirsi e scappare via, ma la sua maglia arancione si trovava ai piedi del dio, insieme a quella di Nico.
Will ebbe la fugace immagine delle due magliette, sfilate nella foga del momento, tirate proprio in faccia al dio, in attesa di poter dire la propria.
Immediatamente, arrossì fino alla punta dei capelli.
«Ciao, Padre.» salutò Nico, mettendosi seduto, e passandosi le dita tra i capelli. In un modo così naturale che Will si domandò se fosse vero o solo la sua immaginazione. Erano appena stati colti in flagrante dal dio degli Inferi.
«Salve, figlio. Mi dispiace interrompere i tuoi programmi per la serata.»
Il rossore di Will gli invase tutto il corpo. No, non aveva immaginato. Ade li aveva appena colti sul fatto. O quasi colti sul fatto.
Nico lanciò una breve occhiata a Will, che aveva il terrore di sciogliersi. «Non importa. Hai detto che è, uhm, una questione urgente?»
Ma la questione urgente di Ade non era più così urgente. Il dio lanciò la cintura al figlio, che la rimise con calma, sereno, e si chinò a raccogliere le due magliette che giacevano ai suoi piedi.
Will fece un veloce scatto con la mano, in attesa di ricevere la sua maglia, ma Ade si limitò a gettarle alle sue spalle, sulla scrivania. Gli occhi del dio luccicarono per un breve secondo nella sua direzione, divertiti.
«Allora.» sorrise Ade, esaminando Will dalla testa ai piedi. «Tu chi saresti? Hai un aspetto piuttosto familiare.»
Will si ritrovò a corto di parole. Il che era strano. Di solito parlava spesso, anche se, a differenza di suo fratello Angel, sapeva quando stare zitto. Ma i suoi pensieri dilagavano molto quando era nervoso. Annaspò per un minuto, terrorizzato all'idea di rivolgere la parola ad Ade. Era la prima volta, se non contava Gea o il Signor D, che si trovava di fronte ad un dio.
«Lui è Will Solace.» lo presentò Nico, alzandosi in piedi per sistemarsi la cintura. Sembrava molto tranquillo. Come se gli capitasse spesso di farsi beccare in atteggiamenti intimi dal padre. «Figlio di Apollo. È il mio ragazzo.»
«Oh, un figlio di Apollo!» esclamò Ade, piacevolmente sorpreso. «Per un momento ho creduto che fosse quel giovanotto romano figlio di Zeus. Il mio divino fratello non ne sarebbe stato affatto felice.»
Ade lo stava guardando come se fosse qualcosa da mangiare. Da un momento all'altro, Will si aspettava che Ade lo facesse a pezzi e portasse via la parte più grassa di lui.
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Avere una seconda vita è una cosa. È renderla migliore, il trucco...
FanfictionDopo la battaglia tra semidei greci e romani, e la sconfitta della Madre Terra Gea, i ragazzi del Campo Mezzosangue godono di un periodo di pace. Nico di Angelo deve mantenere una promessa strappata dal figlio di Apollo Will Solace, che intende assi...