13 vorrei proteggerti dal mondo

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Vorrei proteggerti dal mondo,
Michele Merlo.

Quando mi svegliai la mattina dopo, Luca se n'era già andato portando con sé i cartoni della pizza.
Non so perché ma feci veramente fatica a scendere dal letto per prepararmi la colazione.
Il lunedì mattina era sempre devastante.
Appena iniziai a mangiare i cornflakes presi in mano il cellulare per controllare le materie da mettere nello zaino, sorridendo come un'idiota non appena vidi chi mi aveva scritto su instagram.

Sangiovanni1 ti ha scritto un messaggio: buongiorno lady, ti passo a prendere alle otto meno un quarto.
prendi il primo costume da bagno che trovi e butta tutti i libri.

Risi, rileggendo confusa quel messaggio.
Costume da bagno?

Costume da bagno?

La sua risposta arrivò immediatamente.
Non so perché ma questa cosa mi faceva sempre piacere.

Si, passo tra dieci minuti.

Spalancai gli occhi quando vidi che ore erano.
Le sette e trentacinque.
Mi sbrigai a vestirmi, cercando il costume meno imbarazzante fra tutti quelli che avevo.
Erano anni che non ne compravo uno, gli unici che avevo ormai erano rimasti quelli che indossavo alle medie.
Ne scelsi uno rosso, semplice, senza fantasie o cose strane.
Mi lavai velocemente i denti, raccogliendo i capelli in una coda, non avendo tempo di sistemarli con la piastra.
Feci a pena in tempo, quando il mio citofono suonò e riconobbi la sua voce.
"Sono io, ti aspetto"
Le mie, ormai familiari, farfalle, non tardarono a esplodere mentre mi infilavo le converse alla velocità della luce.
Scesi le scale correndo, rallentando solo negli ultimi gradini, giusto per riprendere fiato.
Rimasi sorpresa quando, uscendo, vidi che era venuto con la macchina.
Una Mustang nera.
Fischiai di fronte a quella visione, non pensavo fosse così ricco.
Mi sorrise non appena mi vide, venendomi incontro.
Mi prese lo zaino dalle spalle, dandomi un veloce bacio sulla guancia.
Arrossii violentemente, da quando si salutava così?
"Non si va a scuola?" chiesi confusa, ottenendo una risata come risposta.
"Buongiorno anche a te" disse, facendomi cenno di salire.
Non appena entrai in macchina, un forte odore di pini mi travolse.
Era estremamente pulita.
L'aveva pulita per me?
Sorrisi al pensiero, anche se sapevo che era alquanto improbabile.
"Ti porto in un bel posto" annunciò, appena si allacciò la cintura.
Lo guardai confusa ma divertita.
Sapevo che era tutto sbagliato.
Sapevo che i miei si sarebbero adirati se avessero saputo che avevo saltato la scuola, ma ogni volta mi ripetevano che avrei dovuto fare delle cavolate e quale migliore occasione di questa?
Inoltre, la compagnia di Sangiovanni era decisamente migliore rispetto a quella di Benedetta o Carlotta.
Quindi non me ne pentii più di tanto.
Non feci nessuna domanda, mentre mise in moto, iniziando a guidare.
"Tieni" disse porgendomi il cellulare, "scegli la musica"
Sorrisi, "sarà fatto"
Andai subito su spotify, decidendo di mettere un grande classico e non Rosalìa.
Non sapevo quanto gli sarebbe potuta piacere.
Mentre le note di "Riccione" dei TheGiornalisti riempivano l'abitacolo della macchina, vidi Sangiovanni sorridere.
Istintivamente sorrisi anche io, emozionata al pensiero di passare una mattinata con lui.

Il viaggio fu veloce, o forse ero troppo felice e non mi sembrò per niente lungo.
Solamente quando scendemmo, realizzai che mi aveva portato al porto.
Spalancai gli occhi, confusa.
"Ma dove siamo?" chiesi, guardandomi intorno.
Lui rise, prendendo un borsone dai sedili posteriori prima di chiudere la macchina.
"Tra poco capirai tutto" mi disse, prima di chiamare qualcuno al cellulare.
"Hey...si sono io... va bene, grazie" liquidò subito la telefonata, tornando a guardarmi.
"Pronta?" mi sorrise eccitato.
Lo guardai confusa, ricambiando il sorriso.
"Si?" chiesi incerta.
"Vieni," come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi mise un braccio intorno alle spalle, facendomi balzare il cuore in gola.
Entrammo in un bar vicino, dove la barista, una signora di mezza età, ci salutò sorridendo.
"Giovanni!" esclamò non appena lo riconobbe, " tuo zio ha lasciato queste stamani, ha già sistemato tutto Giorgio"
Mi rivolse un sorriso sorpresa, porgendo a Sangio delle chiavi.
"Grazie Barbara, la prossima settimana ti porto a cena fuori" disse lui, strappandoci un sorriso, prima di uscire dalla seconda uscita del bar che dava direttamente sul molo.
"Come avrai capito, ti porto a fare un giro sulla piccola di zio" Sangio indico le barche davanti a sé, sorridendo a trecentosessanta gradi.
Spalancai la bocca, estasiata.
Non avevo mai fatto un giro in barca.
Lui rise di fronte alla mia espressione, tenendo ben saldo il braccio sulle mie spalle, conducendoci verso una piccola barca blu che si chiamava "Spicchio di Luna".
Sorrisi, era veramente un bel nome.
Solo quanto Sangio lo salutò, notai un uomo sulla barca.
"Giorgio! Non dovevi" l'uomo ci guardò, rompendo la sua espressione grave con un sorriso enorme non appena riconobbe Sangiovanni.
"We ragazzo, non ti preoccupare" disse saltando giù dalla barca, dandogli una sonora pacca sulla spalla.
Sangio rise, chiedendogli come fossero i venti e altre cose tecniche che non capii.
Quando finirono di parlare, Giorgio ci salutò felice, tornandosene al bar.
"A lei, piccola Lady" mi disse, inchinandosi verso la barca.
Risi, prendendo la sua mano per non cadere, mentre ci saltavo sopra.
Sangio mi seguii subito dopo, aprendo il borsone per tirarci fuori un telo.
"Tieni" me lo porse, prima di spogliarsi, rimanendo solo con un paio di boxer con delle palme sopra.
Risi a quella vista, facendolo arrossire.
"Hey!" cercò di fare l'offeso, mettendosi gli occhi da sole.
"Daii!" provai, tirandogli uno schiaffo scherzoso sul petto.
Lui non ci pensò troppo quando mi afferrò al volo la mano, voltandomi e abbracciandomi da dietro.
"Rapita" annunciò, facendomi ridere ancora più forte.
"Aiuto!" provai, cercando il più possibile di muovermi, ma più lo facevo più mi stringeva a sé.
"Mollamii" gli tirai dei pizzicotti sul braccio, pensando a un modo per liberarmi.
"Ahi!" esclamò, lasciandomi andare all'istante.
Ridemmo come due scemi, rompendo la quiete del porto in quella mattinata di settembre.
"Vai," disse a un certo punto, "mi giro così puoi metterti in costume"
Spalancai gli occhi, cazzo e ora?
Non me l'ero messa addosso.
Ringraziai al cielo quando, guardandomi intorno, notai l'asciugamano.
Lo presi velocemente, avvolgendomelo intorno, cercando di comprarmi il più possibile.
Ci misi molto più tempo del previsto, ma quando riuscii a infilarmi il costume l'espressione di Sangio riappagò tutti i miei sforzi
Rimase imbambolato, mentre con lo sguardo osservava ogni centimetro del mio corpo.
Arrossii violentemente, distogliendo lo sguardo dal suo viso.
"Beh si va?" provai, richiamandolo alla realtà.
Sangio scosse la testa, ridendo imbarazzato.
"Certo, si, andiamo!" si girò immediatamente, mettendo in moto la barca.
Risi, iniziando a sentire il vento fra i capelli mentre il porto si faceva sempre più lontano alle nostre spalle.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora