74 a piedi il mondo

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74

A piedi il mondo, Gio Evan

Salii le scale a due a due, sorridendo quando raggiunsi quella porticina che non vedevo da troppo tempo.
La aprii delicatamente, godendomi la sensazione del vento contro la mia pelle non appena andai sul tetto.
Un tripudio di farfalle esplosero nel mio stomaco alla vista di quel posto, che ormai era indelebile dentro di me.
Potei sentire il ricordo del suo tocco sulla mia pelle e il sussurrò delle sue parole che mi promettevano un futuro insieme.
Chiusi gli occhi, stringendomi nel giubbotto.
Non poteva essere quella la mia realtà, lui non poteva morire così, per colpa di Walter.
Sentii la sua risata risuonarmi nella mente mentre tornavo alla prima volta che mi aveva portato lì, ancora da perfetti sconosciuti.
Mai avrei pensato di poter provare delle cose così forti per quel ragazzo dal sorriso gentile e i ricci sempre scompigliati.
Per un attimo, ci rividi abbracciati mentre ballavamo sereni sotto le stelle, appena scappati da quella festa.
Mi ero aperta a lui così profondamente e così velocemente come non avevo mai fatto prima, e invece di spaventarmi, avevo amato farlo.
Mi aveva aiutato ad amare le mie insicurezze, trasformandole in punti di forza.

"In tutte le cose che hai detto.." iniziò "per me c'è qualcosa di bello"
Alzai lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
"Eri quella diversa dagli altri" mormorò, spostandomi delicatamente una ciocca di capelli dal viso "cosa c'è meglio di questo?"
Sorrisi, vendendo immediatamente ricambiata.
"Io indosso un casco rosa, a volte mi metto lo smalto sulle unghie eppure cosa mi importa?" alzò le spalle "cosa importa a te?"
Piegai la testa di lato, assorbendo tutto quello che mi stava dicendo.
Sangio prese in mano una mia ciocca di capelli, iniziando a giocarci delicatamente.
"Sei diversa e questo lo devono accettare tutti" aggiunse, dandomi un leggero bacio sulla guancia.

Sentii le lacrime rigarmi le guance al solo ricordo di quei momenti, di noi, di lui.
Scossi la testa, aprendo gli occhi per perdermi in quella distesa di palazzi sotto di me.
Sembrava come se tutta Roma si fosse fermata con lui, in attesa di un suo respiro, del suo ritorno.
Mi ricordai solo in quel momento di una canzone che mi aveva inviato qualche tempo prima, quasi casualmente.
Mi aveva raccontato di aver trovato l'ispirazione il giorno in cui eravamo andati al luna park, e non poteva fare a meno di buttare giù qualcosa.
Decisi di ascoltarla, per quanto gli avessi promesso che l'avrei fatto insieme a lui.
Sentii i brividi al pensiero che forse non ne avrei mai più avuto l'occasione di farlo insieme.
Cliccai sul tasto play, ricordandomi solo in quel momento il titolo, "Malibu".

Son le parole tue, no?
Tu non bisticci mai?

Il suono della sua voce mi mozzò il fiato, facendomi perdere qualche battito.

Quando ti arrabbi hai una faccia dolcissima
Siamo due scemi
E sì che mi piace, alla follia

Sorrisi non riuscendo a controllare le lacrime che scendevano copiosamente e quel fiume di ricordi che mi travolse.
Dalla festa al luna park, dalla barca al tatuaggio.
Non c'era niente che rinnegavo, né che non avrei rifatto altre mille volte.

Quattro di notte-e
Luci si spengono
I cuori si bruciano
E fanno le scintille

Sospirai, stringendo le ginocchia contro il petto.
Il vento mi avvolse delicatamente, scompigliandomi leggermente i capelli.
Chiusi gli occhi lasciando che quel momento durasse per sempre, il suono della sua voce e la carezza di quella brezza autunnale mentre rimanevo su quel tetto, che ormai significava un sacco per me.
Rividi me e Sangio ballare sulle note di questa canzone, felici di poter stare insieme nonostante tutto.
Questa doveva essere la mia realtà, non saperlo su un letto di ospedale a combattere fra la vita e la morte.

Se vuoi ti compro tutta Malibu

Scossi la testa all'ultima frase, rimettendo la canzone da capo.
Ne avevo bisogno, avevo bisogno di sentire di nuovo la sua voce.

Sobbalzai quando la mia suoneria la interruppe, riportandomi alla realtà.
Non guardai nemmeno chi mi stesse chiamando, ormai non arrivavano più belle notizie.
"Pronto?" provai, tornando a guardare l'orizzonte davanti a me.
"Giulia ma dove sei?" il tono allarmato di Deddy mi colse di sorpresa.
"Sono in da qualche parte, perché?" chiesi, incuriosendomi quando sentii dei rumori in sottofondo, come se fosse in un posto affollato.
"Perché io sono qui in ospedale!" esclamò, facendomi perdere qualche battito.
Non poteva essere.

Non ero minimamente pronta a sentire quella notizia.

Non potevo immaginare di vivere in un mondo dove non c'era Sangiovanni.
La paura esplose dentro di me al pensiero di cosa avrebbe avuto da dirmi.
"E quindi..." trattenni il respiro, sperando con tutta me stessa di non sentire una brutta notizia.
"Giulia... devi venire qui" disse infine, buttando giù la telefonata.
Spalancai gli occhi sorpresa, alzandomi velocemente in piedi completamente allarmata, non riuscivo a pensare ad altro se non che fosse accaduta l'unica cosa che non volevo accadesse.
Provai a richiamarlo, non ottenendo nessuna risposta.
Non poteva lasciarmi così.
Avevo bisogno di sapere, diritto di sapere.
Chiamai anche Luca, non ottenendo niente.
"Cazzo!" imprecai, riprovando con Deddy finché non mi rispose.
"Deddy! Cazzo ma perché mi hai buttato giù?" urlai, completamente adirata.
"Giù scusami ma qui c'è un casino" provò, non riuscendo a frenare la mia rabbia.
"Allora non mi chiami se non puoi parlare! Ma di sicuro non mi lasci così in sospeso, capito?!" feci un respiro profondo, provando a tranquillizzarmi, invano.
"Giulia devi tornare assolutamente qui" disse di nuovo, con un tono sereno.
"Perché? Cosa succede?" mi passai una mano fra i capelli, completamente frustrata dal velo di mistero che voleva continuare a tenere.
"Quando vieni lo vedi, non posso dirtelo al cellulare" rispose, facendo fermare completamente il mio cuore.
Era finita.
Per non volermelo dire al cellulare, doveva essere successa la cosa più brutta.
"Giulia?" provò di fronte al mio silenzio, non ottenendo niente.
Istantaneamente la città davanti a me perse qualsiasi colore, qualsiasi bellezza.
"Giulia?" ripeté, ma anche la sua voce ormai mi arrivava lontana, ovattata così come qualsiasi altro rumore.
Sospirai, abbracciando le ginocchia al mio petto, iniziando a piangere sommessamente.

"Giulia devi venire qui perché Sangio si è svegliato"

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a/n

TADADAAAAAN 🥁🥁🥁

non dico niente se non che se vi è piaciuto di lasciare una ⭐️ e un commento facendomi sapere cosa ne pensate 🤪

aggiungerei: a domani con l'ultimo capitolo! 🤩

💘💘💘love you all!!

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora