27 non aver paura

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Non aver paura, Tommaso Paradiso.

Rimasi senza fiato.
Era bellissimo.
Ci trovavamo in un giardino che sembrava incantato.
I rami degli alberi intorno a noi si intrecciavano fra di loro coprendoci completamente mentre la luce del tramonto filtrava tra le foglie creando un gioco di luci mozzafiato.
In mezzo al giardino c'era un telo blu appoggiato sull'erba, sul quale Sangio aveva appoggiato un paio di cuscini tutti colorati.
Intorno a noi, aveva appeso dovunque poteva tante lanterne di tutte le forme, colori e dimensioni, da rendere il tutto così magico, quasi etereo.
Spalancai la bocca, estasiata.
"Wow" mormorai, nessuno aveva mai fatto qualcosa di così bello per me.
Il fatto che l'avesse fatto Sangio, rendeva il tutto ancora più speciale.
"Ti piace?" lo sentii mormorare contro la mia pelle, mentre teneva il mento appoggiato sulla mia spalla.
Annuì, guardandomi intorno, mi sembrava di essere in un sogno.
Sentii la sua risata avvolgermi, mentre mi lasciava un bacio sulla pelle nuda della spalla, allontanandosi per incrociare i nostri sguardi.
Mi allungò una mano che afferrai, seguendolo mentre si sedeva sul telo.
Dal basso, sembrava tutto ancora più incantato.
Il gioco di colori era stupendo, e stare lì con lui ancora di più.
"È bellissimo" lo guardai, rivolgendogli un sorriso imbarazzata.
Lui annuì. "Era il giardino di un signore del palazzo accanto, ma poi nonno lo comprò per nonna perché loro non ce l'avevano e a nonna era sempre piaciuto il verde," spiegò, iniziando a giocare coi miei capelli.
"da quando è morto, nonna ha smesso di venirci e gli alberi sono diventati folti a tal punto da non lasciare intravedere più niente" indicò sopra di noi l'intreccio delle foglie che si faceva sempre più fitto.
"Così mi piaceva l'idea di venire qui, in un posto così bello e al tempo stesso così privato," si guardò intorno "nessuno può vederci" constatò infine, alzando lo spalle.
Sentii il mio cuore battere più velocemente quando lo vidi arrossire, mentre mi abbracciava.
"Ah" Sangio si allontanò quanto bastò per afferrare il cellulare dai jeans, "ho pensato a tutto" mormorò facendomi ridere, mentre avviava una canzone che non riconobbi.
Confusa, mi indicò una piccola cassa bluetooth immersa nel verde di fronte a noi.

Era tutto perfetto.

Se mi guardi così
Se mi sfiori così
Se avvicini la tua bocca al mio orecchio

Le parole del cantante iniziarono ad avvolgerci, mentre abbracciati, guardavamo le foglie sopra di noi muoversi grazie alla leggera brezza che accompagnava la sera.
Mi strinsi ancora di più al suo petto, immergendomi nel suo profumo.
Amavo questo posto, per quanto fossi lì da solo dieci minuti, mi aveva già incantata.
Non so perché ma il fatto che nessuno poteva vederci, rendeva il tutto ancora più magico.
C'eravamo solo noi.
Con i polpastrelli gli accarezzai la guancia, provando di nuovo quella, ormai familiare, sensazione di non voler stare da nessun'altra parte se non lì, con lui.
"Tu non sei come le altre" affermò all'improvviso, spezzando quel silenzio che si era creato fra noi.
Mi alzai sugli avambracci per guardarlo meglio, sorpresa.
Lentamente lui ricambiò il mio sguardo, lasciando trapelare una punta di incertezza.
"Beh si, Deddy mi ha detto tutto" spiegò, abbassando lo sguardo sul mio braccio che iniziò ad accarezzare.
Alzai gli occhi al cielo, non si teneva nemmeno il semolino quel ragazzo.
Ma soprattutto, nemmeno il tempo di uscire di casa che già era andato a spifferare ogni cosa?
Nota mentale: mai dire niente a Deddy.
Lui rise, tornando a guardarmi.
"Sono passato dal bar prima a prendere qualche lanterna" si giustificò, dandomi un bacio fugace sulla guancia.
Scossi la testa, Deddy.
"Tu non sei come le altre" continuò, facendosi serio. "Nessuna è mai stata come te, te sei completamente diversa, te mi hai travolto in un modo che non pensavo fosse possibile."
Arrossii, costringendomi a non distogliere lo sguardo dai suoi occhi per l'imbarazzo, quando continuò.
"Tu sei così bambina, così pura ed è difficile trovare una ragazza così alla nostra età, tu.." Sangio per la prima volta annaspò, non riuscendo a contenere del tutto l'emozione di quel momento.
"Tu sei vita pura"
Rimasi senza fiato di fronte a quelle parole, sentendo anche il mio cuore smettere di battere.
Vita pura.
Sangio arrossii, abbassando lo sguardo di nuovo sul mio braccio.
Vita pura.
Come per rispondere ad un urgenza che d'improvviso era scoppiata dentro di me, lo baciai.
Prima lentamente, e poi, quando le nostre lingue si incontrarono, con più decisione.
Sangio ricambiò immediatamente, avvolgendomi la schiena con le sue braccia per stringermi ancora di più a sé.
Per la prima volta, sentii come la necessità di voler andare oltre, come se un semplice bacio non mi bastava più.
Volevo altro.
Molto di più.
Volevo diventare un tutt'uno con lui, arrivare ad essere una cosa sola.
Era lui.
Non sarebbe stato nessun altro.
Non c'erano e mai ci sarebbero stati ragazzi come lui nella mia vita, e per la prima volta ne ebbi la certezza.
Lui era stato come un fiume in piena che mi aveva travolto dal primo momento.
Niente era stato più lo stesso.
Ogni cosa con lui aveva assunto una sfumatura in più, tutto era diventato più luminoso.

Mi stavo innamorando di lui.

Il suo sorriso, i suoi occhi, le sue parole, tutto era perfetto.
Stavo vivendo un sogno, e mai mi sarei voluta svegliare.

Sangio si portò sopra di me, iniziando a tracciare con dei piccoli baci una linea che andava dall'angolo della bocca alla base del collo.
Sentii il mio cuore battere più velocemente, ogni volta che si abbassava sempre di più.
Quando tornò a guardarmi, l'azzurro dei suoi occhi era talmente intenso e profondo da sembrare quasi nero.
I ricci gli ricadevano sulla fronte, mentre appoggiava la sua fronte contro la mia.
"Nessuno ci obbliga" mormorò, accarezzandomi lievemente la guancia.
Era vero.
Nessuno ci obbligava, ma mai ero stata sicura di qualcosa come in quel momento.
Lui era tutto quello che avevo sempre desiderato.
Se non era con lui, non sarebbe stato con nessun altro.
Nessuno mi aveva mai fatto provare quello che provava lui.
Nessuno.
Era come se da quando c'eravamo incontrati fossi salita sul vagone di un treno che mi stava portando a vivere una delle persone più belle che avessi mai conosciuto.
Per la prima volta in tutta la mia vita, decisi che non avrei seguito la testa, ma solo quello che provavo.
Portai le mani fra i suoi capelli, sorridendogli.
"Lo so" soffiai, annullando la distanza fra di noi nello stesso istante in cui la canzone finì.
Continuai a sentire la musica in sottofondo anche quando i nostri corpi nudi si incontrarono, perdendomi in lui,

in noi.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora