15 lady

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Lady, Sangiovanni.

Sorrisi, immergendomi nell'azzurro dei suoi occhi.
I nostri respiri si mescolarono, mentre rimanevamo così vicini da far sfiorare le nostre labbra.
Lentamente, avvolsi le mie mani intorno al suo collo, avvicinandomi sempre di più.
Percepii il suo cuore battere febbrile, facendomi perdere la cognizione completa di dove fossimo.
In quel momento esistevamo solamente noi due.
"Mi piaci Giulia, mi piaci davvero" soffiò, le nostre labbra si sfiorarono ad ogni parola.
"Anche tu" ammisi, più a me stessa che a lui, facendo scivolare la mia mano dal suo collo alla schiena nuda.
La sua risata mi riempì, non facendomi desiderare altro che rimanere lì con lui per il resto della mia vita.
Lentamente lo sentii avvicinarsi a me mentre chiudevo gli occhi, incerta su cosa avessi dovuto realmente fare.
Il suo profumo e la sua vicinanza mi inebriavano a tal punto da immobilizzarmi.
Fu solo quando sentii le sue labbra appoggiarsi delicatamente sulle mie che realizzai cosa stava succedendo.
D'un tratto percepii l'urgenza di ricambiare quel bacio, facendolo diventare sempre più impetuoso, non appena permisi alle nostre lingue di incontrarsi.
Sangio mi prese il volto fra le mani, avvicinandomi ancora di più a sé
Lentamente ci perdemmo l'uno nell'altra, mentre la leggera brezza autunnale ci avvolgeva.
In quel bacio, ci dicemmo tutte quelle parole che, forse per la fretta con cui tutto era accaduto, avevamo paura di dirci.

La barca continuò ad ondeggiare, anche quando ci sdraiammo abbracciati a guardare il cielo.
"Raccontami qualcosa di te" dissi all'improvviso, appoggiando il mento sul suo petto, per incrociare il suo sguardo.
Sangio mi guardò sorpreso, "Cosa vuoi sapere?" chiese, afferrandomi una ciocca di capelli per iniziare a giocarci.
"Non saprei, della tua famiglia.." provai, realizzando solo in quel momento come in realtà lo conoscessi veramente poco.
"Beh.." il suo sorriso si fece più incerto quando iniziò a parlare. "ho due fratelli, o meglio, una sorella di trentotto anni e un fratello di trenta cinque ... i miei mi hanno avuto quando già i miei fratelli erano grandi, dopo che avevano deciso di riprovarci.."
"Si erano lasciati?" chiesi, iniziando a disegnare dei cerchi sul suo petto nudo.
Lui annuì, "Circa un anno prima, poi hanno deciso di riprovarci e senza aspettarselo mamma è rimasta incinta di me,"
Il suo sguardo si fece lontano, come se non fosse qui accanto a me ma distanti anni luce.
"All'inizio erano felici, poi però sono iniziati i problemi economici.. non appena i miei fratelli hanno iniziato l'università.. e con loro, la storia dei miei genitori è naufragata, hanno divorziato e sono andati a vivere in due continenti diversi" La sua risata, vuota e priva di felicità, interruppe la storia.
Il mio cuore si strinse, percependo il suo dolore.
"Mio padre è andato a vivere in America, a Malibu e mio madre è rimasta qui a Roma.. i miei fratelli invece si sono sparsi, Rebecca è andata a vivere a Verona e Gabriele sta a Londra" il suo tono si addolcì, quando nominò i suoi fratelli.
"Cosa fanno?" provai, cercando di distogliere l'attenzione dal discorso dei suoi genitori.
Lui sembrò sollevato, "Rebecca è una giornalista sportiva e convive con Francesca che ha una pasticceria buonissima.."
Sorrisi, iniziando a giocare coi suoi ricci.
"Gabriele invece fa l'attore a teatro, il prossim'anno dovrebbe sposarsi con Sophie, stanno insieme da quando ne ho memoria, e hanno dei figli bellissimi, Ophelia, di tre anni e Lucas, di due" il suo sorriso si allargò, facendo allargare anche il mio di rimando.
"Noo, voglio assolutamente vedere una foto!"
Sangiovanni sorrise, dandomi un fugace bacio sulla guancia, facendo fare una capriola al mio cuoricino.
"Va bene, prima però si mangia, ho portato i panini" Si alzò, prendendo in mano il cellulare e una busta.
"Cavolo sono già le quattro!" esclamò, facendomi morire.
"Cazzo!" mi alzai di scatto, prendendo al volo il mio cellulare.

Tre chiamate perse.

Deglutii, quando lessi i messaggi adirati di Serena.

Giulia dove sei?
Ma a danza oggi vieni?
Hey tutto okay?
Mi sto preoccupando.
Devo chiamare tuo cugino?
Giu!!
Se non mi rispondi dopo la lezione chiamo Luca.

Immediatamente digitai la prima cosa che mi venne in mente.

Scusami amo!! Dopo ti chiamo e ti spiego tutto, sto benissimo.. mai stata meglio!

Sangiovanni mi guardò preoccupato, sedendosi accanto a me non appena mi sdraiai sul mio telo.
"Se vuoi iniziamo a tornare, così per le sei sei pronta.. considerando la doccia e tutto" provò, porgendomi una schiacciata ripiena.
La presi al volo, realizzando solo in quel momento quanto fossi affamata.
"Tranquillo, mi ero solo scordata di avvertirla" gli sorrisi, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Sangio mi avvolse il bacino col braccio, iniziando a mangiare la sua schiacciata.
Il sole batteva forte, dando proprio la sensazione di essere ancora a luglio.
"Un giorno voglio vederti ballare" mormorò di punto in bianco, facendomi arrossire violentemente.
"Cosa?" chiesi, guardandolo sorpresa.
Lui alzò le spalle, "Mi piacerebbe vederti fare la cosa che ti rende più felice" con il pollice mi tolse una briciola dall'angolo della bocca, per darmi poi un bacio fugace sulle labbra.
"Va bene" sorrisi imbarazzata, nascondendo il mio viso sul suo collo.
Sangio rise di gusto, iniziando a darmi dei pizzicotti sui fianchi, facendomi il solletico.
"Dai!" esclamai fra una risata e l'altra.
Vendendo l'effetto che avevano su di me, continuò, facendomi ridere ancora di più.
Le nostre risate riempirono la calma di quel pomeriggio, impregnando ogni cosa con la nostra felicità.
Quando smise, eravamo sdraiati, lui sopra di me e le nostre fronti appoggiate l'una sull'altra.
"Sei stato il mio primo bacio" constatai d'un tratto, non realizzando l'importanza di questa cosa finché non vidi i suoi occhi spalancarsi.
"Veramente?" chiese, sorpreso.
"Si.." mormorai, abbassando lo sguardo imbarazzata.
Invece di deridermi o fare qualsiasi battutina, mi ribaciò quasi con urgenza.
Istintivamente gli misi le mani fra i capelli, tirandoli delicatamente, facendolo gemere.
Iniziò poi a baciarmi il collo, tracciando una linea dalla bocca alla spalla per poi risalire, riunendo le nostre labbra.
Gemetti quando mi morse il labbro, facendomi desiderare di più.
Incrociai le gambe intorno al suo bacino, attirandolo ancora di più a me.
Le nostre pelli nude si sfregavano, mentre il nostro bacio si faceva sempre più impetuoso.
Quando si allontanò, mi spostò i capelli dalla fronte, lasciandomi un fugace bacio sulla punta del naso, facendomi ridere.
"Non ti farò del male" mormorò, guardandomi seriamente.
L'azzurro dei suoi occhi si fece ancora più deciso quando continuò, "Non so come sia possibile, ma in soli quattro giorni mi sei entrata dentro come un pugno"
Sorrisi di fronte alla citazione di Vasco Rossi, riannulando la distanza fra di noi.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora