17 baci alla française

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Baci alla française, Peter White.

Spalancai la porta, solo per incontrare quegli occhi azzurri che in quel momento stavo odiando.
Sangio arrossii non appena mi vide, aprendo e chiudendo la bocca un paio di volte, non sapendo cosa dire.
"Cos-" non riuscii a finire la frase che una seconda voce mi interruppe.
"Lola!" Luca mi venne incontro, dando uno schiaffo a Sangio non appena vide che avevo solamente un asciugamano addosso.
"Pervertito è mia cugina!" esclamò, strappandogli di mano quello che realizzai essere il mio zaino.
Spalancai gli occhi quando la riconobbi, passando lo sguardo fra Luca e Sangio.
"Sangiovanni ha detto che te l'eri dimenticato a scuola, ma non rispondevi e quindi te l'abbiamo portato" spiegò Luca, facendo cenno a Sangio di andarsene. "Tornatene in cucina, pervertito"
Risi di fronte alla sua faccia infastidita, prendendo lo zaino.
"Grazie" dissi, superandolo per andarmi a chiudere in camera per cambiarmi.
Mi misi velocemente una felpa oversize nera e un paio di pantaloncini di jeans, pettinandomi i capelli con la spazzola di riserva che tenevo sempre nel borsone della danza.
Quando uscii, erano seduti in cucina intenti a chiacchierare animatamente.
"No! Te l'ho detto quest'anno i Suns sono forti," sentii Luca sbuffare, e la risata di Sangio riempire la stanza.
"Si come no!" disse, con un tono sarcastico.
Entrando, mi sedetti accanto a Luca, ridendo per la sua faccia scioccata.
"MA Booker è fortissimo" provò, passandosi una mano fra i capelli biondo cenere.
Sangio scosse la testa, alzando le spalle.
Gli sorrisi, tornando con la mente su quella barca.
I suoi occhi azzurri, le nostre labbra ricoperte dalla salsedine, la sua pelle bagnata che sfregava contro la mia e il sole rovente che ci riscaldava.
"Giu allora andiamo" Luca mi risvegliò, lanciandomi un'occhiata confusa.
"Certo" annuì, arrossendo di scatto.
Se solo avesse saputo come avevo passato la giornata, sarebbe diventato una furia.
Non solo avrebbe odiato Sangio per avermi baciata solo dopo quattro giorni di conoscenza, ma molto probabilmente lo avrebbe anche menato per avermi fatto saltare scuola.
Da quando mio padre aveva incominciato ad assentarsi spesso e mia madre si era praticamente trasferita in Spagna, si sentiva in dovere di assumere la figura genitoriale, e ci riusciva fin troppo bene.
Sangio mi rivolse un sorriso sbilenco, lasciandomi un veloce bacio sulle labbra non appena Luca si girò per andare verso la porta.
Il mio cuore fece una capriola, e le farfalle nel mio stomaco esplosero quando all'orecchio mi mormorò "A dopo Lady"
"Oh Sangio!" già sul pianerottolo, Luca lo richiamò, facendogli cenno di sbrigarsi.
Per non destare sospetti, Sangiovanni mi salutò con la mano, come se niente fosse, superando Luca per iniziare a scendere le scale.
Luca mi mandò un bacio in aria, richiudendosi la porta dietro di sé.
Sospirai, gettandomi sul divano.
Istintivamente iniziai a ridere.
Mi faceva strano pensare quanto la mia vita fosse cambiata, seppur in modo impercettibile dall'esterno.
Se una settimana prima mi avessero detto che Luca, mio cugino ipergeloso e protettivo, avesse scherzato con Sangiovanni, che era il mio ragazzo?
Spalancai gli occhi.
Cos'eravamo io e Sangio?
C'eravamo baciati.
Stavamo insieme?
Iniziai a modermi il labbro inferiore, chiedendomi come mai non c'avessi pensato prima.
Forse era anche questo quello che mi piaceva di quel ragazzo, non mi faceva pensare o faceva sembrare ogni cosa semplice anche senza doverla definire nei minimi dettagli.
Sorrisi.
Qualsiasi cosa fossimo, mi piaceva.
Mi andai a cambiare, per quanto non fosse un appuntamento, era pur sempre la prima volta che rimanevamo da soli in casa.
Mi misi un semplice top nero con una minigonna bianca, truccandomi solamente gli occhi.
Evitai il rossetto, pensando che se ci fossimo ribaciati, non avrei voluto truccarlo a mia volta.

Avevo appena finito di vedere un episodio della "Vita da Strega", la serie tv preferita di me e mamma, quando il citofono suonò.
Nonostante non sapessi ancora chi fosse, le farfalle nel mio stomaco esplosero.
Sorrisi, "Chi è?"
"Sangio" la sua voce roca, fece fare anche una capriola al mio cuore mentre gli aprivo.
Quando lo vidi, spalancai gli occhi.
Wow.
Al posto della solita felpa e del suo stile casual, si era messo una camicia rosa attillata e un paio di jeans neri.
Sorrisi, quando notai che si era anche pettinato i capelli.
"Sera" coi suoi occhi azzurri mi squadrò, cosa che fece arrossire entrambi.
"Sera" gli feci eco, sporgendomi verso di lui per dargli un veloce bacio sulla guancia che, voltando velocemente il volto, cambiò in un bacio a stampo.
Sorrisi, distogliendo lo sguardo dal suo.
"Sei bellissima, Giu" mi spostò una ciocca di capelli dal volto, facendomi arrossire ancora di più.
Lo guardai imbarazzata, mormorando un "grazie" cercando immediatamente di cambiare discorso non appena vidi i cartoni della pizza che teneva in mano, "Pizza?"
Lui rise, capendo il mio intento, annuendo.
Glieli tolsi di mano, appoggiandoli al tavolo della cucina.
"Vediamo un po'" aprii il primo, ritrovandomi di fronte ad una bufalina.
"Questa è per Sangio!" esclamai, come se ci fossero altre persone oltre che a noi.
Sangio rise, sedendosi e prendendola dalle mie mani.
Aprii la seconda, sorridendo quando vidi una pizza al salamino.
"Questa è per me!" ripetei, facendolo ridere di nuovo.
Mi sedetti accanto a lui, iniziando a tagliare la pizza, insicura su cosa dire.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto, finché - grazie al cielo - lui non lo interruppe.
"Dopo ti porto in un posto" annunciò, cogliendomi di sorpresa.
"Dove?" chiesi, staccando un morso dal mio trancio di pizza.
Lui sorrise, "non si dice"
Cercai di fare gli occhi dolci, forse l'avrei intenerito a tal punto da rivelarmi tutto.
"Non mi compri" ripetè, abbassando lo sguardo cercando di assumere un'espressione seria, fallendo miseramente.
"Un indizio" proposi, continuando a guardarlo supplicante.
"Non cedo" disse, fingendo di concentrarsi sulla pizza.
Sbuffai infastidita, cercando di escogitare un metodo per farlo cedere.
"Allora facciamo un gioco," non sapevo quello che stavo facendo, ma sapevo di essere imbattibile in queste cose "guardiamoci e chi ride per primo, ha perso. Se perdi tu mi dici dove andiamo, se perdo io non lo chiedo più"
Lui mi guardò stupido, annuendo.
"Va bene" accettò, incrociando i nostri sguardi.
Provò a resistermi qualche minuto, cedendo miseramente quando gli detti un bacino sulla guancia come ultima spiaggia.
"Eh va bene," sul suo volto si aprii un sorriso enorme "Luna Park"

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora