28 l'ultima notte

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L'ultima notte, Ariete.

Sangio.

Lei era fatta da atomi che interagivano fra di loro in una serie di leggi che dominavano la natura.
Eppure, non potei fare a meno di pensare che fosse molto più di questo, che ci fossero altre leggi in lei, altri atomi che la rendevano una creatura diversa, speciale.
Magica.
Come le avevo detto, per me lei era vita pura.
Da quando l'avevo vista su quelle scale anti incendio, niente era stato più lo stesso.
Ormai vivevo con lei fissa fra i miei pensieri. Appena mi svegliavo non vedevo l'ora di sentire la sua risata e ogni volta che andavo a letto, non vedevo l'ora di risvegliarmi per tornare da lei.
C'era qualcosa in lei che la rendeva magnetica.
Ero diventato dipendete da Giulia Stabile.
Come se avessi sempre di più bisogno di stare con lei, senza allontanarmici mai.
Ogni cosa assumeva un sapore diverso, persino il luna park che avevo sempre odiato, era diventato uno dei posti più belli di sempre.
Provai un brivido quando la sentii gemere sotto di me, mentre una canzone nasceva nella mia testa.

Tu mi insegni cosa sia l'amore.

Ed era proprio vero.
Con lei stavo imparando cosa significasse voler bene ad una persona a tal punto da pensare prima a loro che a se stessi.
Non avevo mai provato questo sentimento per qualcuno che non fosse mia madre, mai.
Per lei avrei fatto qualsiasi cosa, e se anche fossi un pazzo perché alla fine la conoscevo solo da qualche giorno, sapevo che nessuna sarebbe stata mai come lei.
Giulia mi aveva travolto completamente, lasciandomi continuamente senza fiato.

Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.

Il suo essere così bambina, la sua risata, il suo imbarazzo ma anche la sua forza, il suo amore per gli altri e la danza, la rendevano così speciale.

Era perfetta.

Qualsiasi cosa di lei mi piaceva, anche quelle cose che lei definiva difetti, ai miei occhi, la rendevano solo più bella.
I denti sporgenti, la voglia genuina di divertirsi con niente e quella spontaneità che ormai è diventata una cosa rara, mi mozzavano il fiato.

Per me era perfetta.
Era come se qualcuno avesse portato in vita la ragazza dei miei sogni.

Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.

Il verso continuava a ronzarmi in testa, mentre mi sdraiavo accanto a lei, rivolgendo lo sguardo a quell'intreccio di rami sopra di noi.
Continuai a tenerla stretta a me, mentre sentivo il cuore tornare a battere normalmente.
Ogni volta con lei mi sembrava potesse uscire dal mio petto da un momento all'altro.
Nessun'altra mi aveva fatto quest'effetto, nemmeno in America.

Iniziai a giocare coi suoi capelli, quando la sentii ridere.
La guardai divertito, immergendomi in quel marrone che ormai era diventato uno dei miei colori preferiti.
Giulia mi sorrise, arrossendo violentemente.
Diamine quanto amavo quando faceva così.

Amavo.

Amavo?
Era possibile amare una persona in così poco tempo?
D'altronde non sapevo quasi niente di lei, eppure mi sembrava di conoscerla da una vita.
Tutto di lei era così nuovo ma al tempo stesso così familiare.

Le lasciai d'istinto un bacio sulla punta del naso, facendola ridere ancora di più.
"È stato bellissimo" soffiai, sentendo il mio cuore riprendere a battere più velocemente.
Giulia annuì, iniziandomi ad accarezzare le braccia.
La strinsi ancora di più a me, facendo sfregare di nuovo la nostra pelle.
Improvvisamente sentii dentro di me nascere la voglia di rifarlo, ora e altre mille volte.
Era stata la cosa più bella che avessi mai fatto, e con lei l'avrei fatto per sempre.
D'un tratto tutte le altre volte che l'avevo fatto con altre ragazze, mi sembrarono così insulse, vuote.
E non era per loro, ma per lei.
Con Giulia avevo riassaporato tutto come se lo stessi facendo per la prima volta.
Come se stessi scoprendo per la prima volta com'era fatto il corpo di una ragazza, e questo perché questa volta non era il corpo di una qualunque ma il suo.

Il corpo di Giulia.

Sorrisi imbarazzato quando mi baciò sull'angolo della bocca, aumentando ancora di più la voglia di farlo di nuovo.
Lei sembrò come leggermi nel pensiero, perché si ammutolì.
Passò lentamente lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca, indugiando sulle mie labbra.

Mi faceva impazzire.

Era così dannatamente bella in ogni cosa.
Senza chiederle il permesso, la baciai, mettendo in quel bacio tutto quello che provavo per lei.
Tutti quei battiti veloci che mi rubava, tutti quei pensieri che le dedicavo, tutte quelle poesie che le stavo scrivendo.

Tutto.

Era tutto suo.
Ogni cosa che facevo era diventato suo, ogni respiro era suo.

Io ero completamente suo.

E diamine se era passato poco tempo, se agli occhi degli altri sembravo un pazzo.
Non c'era niente che poteva darmi quello che lei mi stava e mi aveva dato.
Tutte quelle sensazioni che mi faceva provare.

Nessuno.

Quando tornai sopra di lei, mi fermai.
Le sue guance si tinsero di rosso, mentre lentamente incrociava i nostri sguardi, annuendo debolmente.
Improvvisamente, dei fuochi d'artificio mi esplosero nel petto quando realizzai che anche lei provava le stesse cose, quando vidi che nei suoi occhi c'erano riflessi gli stessi sentimenti che mi avevano travolto.

A volte l'amore è semplice da spiegare, segue la tempistica della logica umana, altre volte non ha completamente senso e diventa fottutamente stupendo.

Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.
Tu mi insegni cosa sia l'amore.

Tornammo ad essere un tutt'uno, ancora, ancora e ancora.
Le canzoni in sottofondo si alternavano, cullandoci in quel giardino che mai come in quel momento mi era sembrato così bello.
Le foglie si muovevano, mentre la leggera brezza della sera danzava vorticosa intorno a noi.
Il mio cuore esplose ogni volta che la sentivo gemere sotto di me, ogni volta che diventava mia sempre di più,

ogni volta che mi accorgevo di starmi innamorando di quella ragazza sempre di più.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora