66 lucciole

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Lucciole, Blanco.

Sangio.

Stranamente non sentii niente quando caddi sul pavimento, se non il freddo delle piastrelle a contatto con la mia pelle che ormai mi bruciava.
L'uomo sopra di me continuava a colpirmi copiosamente, non lasciandomi quasi tempo di respirare.
I suoi occhi mi fulminavano così violentemente che quasi mi picchiavano anche loro.
Smisi di capire le parole che mi sputava addosso, sentendo solo il pianto in sottofondo di mia madre che lo pregava di smettere.
Provai a sorriderle, ormai era troppo tardi.
Lo sentivo dentro di me, stava nascendo quel senso di pace così profondo che mi faceva venire voglia solo di abbracciarlo e lasciarmi avvolgere da questo.
Mi ritrovai con la mente a rivivere tutti gli ultimi mesi della mia vita, quelli più belli.
Risentii la sua risata risuonarmi dentro, riscaldandomi il cuore.
Diamine quanto l'amavo.
Non pensavo fosse possibile provare qualcosa così profondo per qualcuno, eppure eccola qui.
Con il suo essere così bambina, mi aveva fatto sentire tanto leggero da darmi la sensazione di poter toccare il cielo con un dito.
Tutto era possibile con lei, anche credere di poter avere una vita così felice da sembrare quasi un film.
Risentii il suo tocco delicato che mi dedicava ogni volta che si faceva l'amore, quando mi guardava come se fossi la persona più bella che avesse mai visto.
Le avrei voluto ripetere che l'amavo ogni secondo del giorno, e non sarebbe bastato per farle capito quanto realmente fossi così profondamente innamorato di lei.
Ebbi quasi la certezza di poter risentire la sua voce, quando l'uomo sopra di me fu spinto via da qualcuno.
"Giovanni!" due occhi marroni cercarono i miei, e per un attimo credetti fossero i suoi.
Provai a sorridere, sentendo solo l'esplosione di uno strano sapore metallico avvolgermi la bocca, mozzandomi il fiato.
"Giovanni!" la donna si mise sopra di me, deludendomi quando capii che non essere Giulia.
Feci una smorfia, sentendo un dolore acuto penetrarmi nella mandibola.
Chiusi gli occhi, tornando con la mente sulla barca.
Potei sentire il mio corpo oscillare, guidato dalle onde del mare, mentre la ragazza di cui ero innamorato rimaneva accanto a me.
Le accarezzai i capelli, ottenendo un suo sorriso timido che mi faceva impazzire.
Amavo questo suo lato ancora di più, il suo essere così ingenua mi colpiva ogni volta.
Le sorrisi a mia volta, lasciandole un bacio sulla punta del naso, facendola ridere.
Le toccai la guancia, perdendomi al contatto con la sua pelle delicata.
Non mi sarei mai stancato, come avrei potuto?
Quando sentii delle sirene spalancai gli occhi, non capendo realmente cosa stesse succedendo.
Provai a guardarmi intorno, non riuscendo a mettere a fuoco niente.
Sentii una folla di voci accavallarsi sempre di più, finché lo sbattere di una porta non le mise a tacere.
Delle mani fredde mi accarezzarono il viso, sistemandomi qualcosa addosso mentre due occhi verdi mi guardavano preoccupati in lontananza.
"Giovanni?" una voce maschile mi chiamò, cogliendomi di sorpresa.
Mi voltai di scatto, non vedendo più niente se non il buio più totale.
Mi lasciai cadere nell'oscurità, finche non sbattei in quello che mi parve cemento.
"Sangio?" la sua voce delicata mi scosse, dandomi la forza di alzarmi in piedi.
"Sangio?" ripeté, la usai come guida, cercando di navigare in quella distesa di nero.
"Sangio!" iniziai a correre quando gridò, tirando un sospiro di sollievo non appena la trovai ad aspettarmi in quella che capii essere una fermata.
"Sangio" mormorò, facendomi cenno di sedermi accanto a lei.
Obbedì, prendendo le sue mani fra le mie.
"Sangio" il suo sguardo triste mi strinse il cuore, "non mollare, fallo per me, resta per me"
La guardai confuso, non riuscendo a capire il vero significato delle sue parole.
"Resta con me" appoggiò una mano sulla mia guancia, accarezzandola delicatamente.
"Se rimani, potremmo andare ovunque tu vorrai, insieme" mi lasciò un bacio fugace sulle labbra, sorridendomi "solo... non lasciarmi ti prego,"
Spalancai gli occhi non appena vidi le sue lacrime, perché stava piangendo?
"Ti amo" sussurrò, mozzandomi il fiato.
Giulia mi amava?
Come se avessi appena fatto una doccia fredda, sentii l'adrenalina invadermi il corpo, dandomi la convinzione di poter fare qualsiasi cosa.
Mi avvicinai per baciarla, lasciando che le nostre labbra si unissero delicatamente.
"Io ti-" la sua voce si spezzò in un sussulto, venendo trafitta da altre voci sempre più insistenti.
"Cosa abbiamo qui?" aprii gli occhi, cercando di capire chi mi avesse chiesto quella cosa, trovandomi a guardare una signora col camice bianco.
"Ragazzo, trauma cranico, numerose ferite alla testa e sull'addome, il battito è di..." sospirai quando la voce che rispose diventò quasi un sussurro che mi coccolò in lontananza.
Non riuscii più a sentire niente, se non il silenzio più totale mentre cercavo di capire dove fossi.
Ogni persona mi guardava preoccupata, toccandomi dappertutto senza darmi la percezione di capire cosa stessero facendo, non riuscendo più ad avere la sensibilità nel resto del corpo.
Mi voltai verso una signora, poco lontana da me, che riconobbi essere mia madre.
La guardai confuso non appena capii che stava piangendo, urlando quello che doveva essere il mio nome mentre veniva sorretta da un uomo in divisa.
Perché mia madre veniva tenuta da un carabiniere?
Mi lasciai trasportare da questa domanda quando chiusi gli occhi, tornando in quel buio così confortevole.
Niente più rumori, voci o persino preoccupazioni mi toccarono, lasciandomi completamente da solo.
Mi sedetti per terra, rimanendo a scrutare quella distesa nera di fronte a me.
Un bip delicato si alzò dalla profondità, ricolorando lo spazio intorno a me.
Scoprii essere accanto ad una cascata così alta da non permettermi di vedere l'inizio.
Sorrisi, nel vederla riversarsi su un lago così bello da sembrare uscito da una fiaba.
Avvolto da un prato immenso, si potevano scorgere tutti i tipi di fiori esistenti, creando un quadro stupendo.
Ma fu solo quando notai qualcosa muoversi in lontananza che mi alzai, provando ad avvicinarmici.
Camminai per quelle che sembrarono ore, cercando di mettere a fuoco quella che scoprii essere una ragazza che stava danzando delicata.
"Sangio?" sorrisi non appena mi guardò, scoprendosi di nuovo Giulia.
Le corsi incontro, abbracciandola.
"Che ci fai qui?" mi chiese sorpresa non appena mi allontanai.
Le accarezzai il volto, era così bella da far male.
"Non puoi rimanere qui," scosse la testa, quasi turbata di vedermi lì.
La guardai confuso, perché non potevo?
La calma che stavo provando in quel momento era così profonda e totale, da farmi desiderare di rimanere lì per sempre.
"Devi andare, devi tornare indietro" ordinò, guardandomi con disapprovazione.
Spalancai gli occhi non appena iniziò a spingermi via, facendomi perdere l'equilibrio.
Caddi a terra, sbattendo fortemente la testa.
La guardai, non riuscendo a trovare la forza di rialzarmi mentre tutto tornava ad essere sfuocato a tal punto da non poterla più distinguere in quel tripudio di colori che d'un tratto si offuscarono, mischiandosi in una goccia nera.
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a/n
Heyyy!! 🥰
lo sooo, ho pubblicato ieri ma domani arriva mia zia e se ne va nel weekend, quindi non penso poi di aver proprio tempo di pubblicare!
Il prossimo capitolo penso lo metterò sabato o domenica. 💃🏻
In ogni caso siamo ad una svolta, entriamo nell'ultima decisiva fase della storia. 🤪
Spero vi piaccia 🙈
Nel caso lasciate una ⭐️ e fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti - amo leggervi! 😍
Grazie mille per il supporto costante, 💘
Vi voglio bene
💘💘

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora