23 estate

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Estate, Will.

Quando tornammo in classe, Sangio mi teneva per mano.
Arrossii notando come tutti ci stavano guardando.
Nessuno mi aveva mai visto con un ragazzo, anzi forse nessuno mi aveva mai guardato veramente.
Normalmente ero pressoché invisibile, tranne quando Benedetta e Carlotta mi prendevano in giro.
Relegata all'ultimo banco, riuscivo comunque a evitarle il più delle volte.
Come prova ulteriore e inevitabile del loro narcisismo, amavano stare al primo banco.
Tutte le attenzioni dovevano essere su di loro, e i miei compagni non si facevano troppi problemi a dargliele.
Non c'era una persona che non le amasse o non le invidiasse.
Vestiti firmati, truccate sempre in modo perfetto e mai un capello fuori posto.
Sembravano uscite da uno shooting fotografico, o da un concorso di bellezza.
Solamente Sangiovanni, con mio grande piacere, sembrava essere immune al loro fascino.
Non solo non le guardava nemmeno, ma non dava segno di accorgersi della loro esistenza.
Per quanto Benedetta e Carlotta, con mio grande disappunto, per tutte le ultime ore di scuola, avessero cercato di catturare la sua attenzione, snobbandomi.
"Andiamo a mangiare dei taco?" mi propose Sangio, ignorando l'ennesima frecciatina di Benedetta che si era persino seduta davanti a noi.
Annuì compiaciuta, arrossendo quando mi spostò un ciuffo dietro l'orecchio.
"Perché non inviti anche Serena?" chiese, accarezzandomi delicatamente la guancia.
Con la coda dell'occhio potei vedere Benedetta fulminarci con lo sguardo, prima di alzarsi e uscire dalla classe come una furia.
Sangio rise sommessamente, cogliendomi di sorpresa.
"Lo facevi apposta?" ero incredula, pensavo che agire così fosse una cosa tipicamente femminile.
Sangiovanni mi guardò divertito, annuendo.
Lo guardai leggermente infastidita.
Non so perché ma pensare che quelle carezze o gesti carini li aveva fatti semplicemente per dar fastidio a Benedetta, mi faceva sentire usata.
Anche se immaginavo lo facesse per me, e per come venivo trattata da loro.
Il mio fastidio doveva essere evidente, perché non appena mi guardò, spalancò gli occhi iniziando a scuotere la testa.
"No aspetta, cosa credi" iniziò, avvicinandosi "non farti strane idee, se non provassi qualcosa per te non avrei mai fatto ciò che ho fatto"
Se non provassi.
Potei sentire il mio volto andare a fuoco, così come quello di Sangio non appena si accorse di cosa aveva detto.
Si, mi aveva già accennato a come gli piacessi, ma il piacere è qualcosa di generico e fittizio, provare è un'altra cosa, molto più profonda.
Non aveva mai ammesso di provare qualcosa.
Sangio distolse lo sguardo dal mio volto, guardando la lavagna davanti a sé, imbarazzato.
Cercai di pensare a qualcosa da dire per rompere quel silenzio che si era creato fra noi, che mi metteva solamente più a disagio.
"Tu..." non so perché, ma feci una fatica immensa, anche se in realtà era solo la verità "Io.. provo qualcosa per te" balbettai, distogliendo la sguardo a mia volta quando tornò a guardarmi.
D'improvviso, mi avvolse in un abbraccio stretto.
Nascose il viso fra i miei capelli, inspirando lentamente.
Non mi resi conto che era quello di cui avevo veramente bisogno, finché non lo fece.
Quell'abbraccio mi mise, inspiegabilmente, a mio agio.
"Va bene via" mormorò "dopo questa ti offro il pranzo"
Risi, sciogliendo l'abbraccio per guardarlo negli occhi.
"Sei cringe" esordii, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Sangio spalancò gli occhi divertito, "Ah io?"
Arrossì annuendo, spostando lo sguardo sulle mie unghie, facendo finta di trovarle estremamente interessanti.
Lo sentii ridere, cosa che mi riscaldò il cuore.
Amavo la sua risata.
Aveva un suono così piacevole, che mi metteva sempre allegria.
Come se niente fosse appoggiò un braccio sulle mie spalle, allungando le gambe, quando il professore incominciò la lezione.
Rimasi concentrata per tutto il tempo, non mi piaceva fisica, ma lui spiegava veramente bene e se avessi voluto una minima possibilità di non fare schifo alla maturità, non mi sarei dovuta mai perdere una parola.
Feci una piccola pausa, quando andò a cercare la spugna per cancellare la lavagna, scrivendo un messaggio a Serena.

Pranziamo insieme?

Lei rispose subito, facendo vibrare il cellulare che svegliò Sangiovanni.

👍🏻👍🏻

Sangio mi guardò confuso, tornando a dormire quando, invece di dargli spiegazioni, gli detti un fugace bacio sulla guancia.

La lezione finì velocemente, così come la giornata scolastica.
Principalmente Sangio aveva dormito tutto il tempo, divertendosi a infastidirmi quando si svegliava nei cambi d'ora.
"È finita?" chiese, quando tutti si alzarono per uscire dalla classe.
Annuì, finendo di sistemare le ultime cose nello zaino.
Sangio sbadigliò assonnato, mettendomi un braccio sulle spalle.
"Ho voglia di taco" mormorò, chiudendo di nuovo gli occhi.
Sbuffai divertita, se tutto l'anno scolastico fosse stato così, ci sarebbe stato da ridere.
La mia pancia rispose al posto mio, brontolando sonoramente dalla fame.
Il silenzio della classe, rimasta ormai vuota, fu rotto dalla risata fragorosa di Sangiovanni.
Arrossi violentemente, nascondendomi il volto fra le mani.
"Beh, direi di sbrigarci via" disse, prima di fare velocemente il suo zaino.
Ignorai le sue continue battutine fino al portone, dove ormai era rimasta solo Serena che, visibilmente alterata, ci aspettava guardando il cellulare.
"Hey" Sangio la salutò, cogliendola di sorpresa.
Serena si voltò, lanciandomi uno sguardo confusa.
"Andiamo a pranzo?" mi fece, non capendo visibilmente cosa ci facesse Sangiovanni con noi.
"Certo!" lui non sembrò curarsene, mettendomi un braccio sulle spalle.
Serena spalancò gli occhi, arrossendo violentemente.
"Merda vieni anche te?" sbottò, cogliendoci di sorpresa.
"Perche?" chiesi sulla difensiva, andava bene tutto ma così un po' mi offendeva.
Lei si coprì il volto con le mani.
"Non è per Sangio," sbuffò, "Che ci sia tu va bene eh" lo indicò, tornando a guardarmi.
"Quindi?" il mio tono non nascondeva più il mio fastidio, persino Sangio mi rivolse un'occhiata strana.
"È perché avevo bisogno tu fossi la mia spalla" mormorò, alzando le spalle.
Sia io che Sangiovanni la guardammo confusi, non capendo minimamente cosa volesse dire.
Lei annuì, avvicinandosi.
Non fece in tempo a raggiungermi che una voce maschile ci colse di sorpresa, facendoci voltare contemporaneamente nella sua direzione.
"Hey! Eccomi! Scusate ma il traffico era infattibile"
Non appena lo riconobbi, un sorriso gigante si dipinse sulla mia faccia.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora