70 perso nel buio

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leggete la nota a fine capitolo,
è molto importante per me,
grazie mille ♥️.

70

Perso nel buio, Sangiovanni & Madame.

Titubante decisi di entrare nella sua stanza, ringraziando mentalmente Luca e Deddy quando mi lasciarono entrare da sola.
Avevo bisogno di stare con Sangio in privato, solo io e lui.
Sentii le lacrime rigarmi nuovamente il volto, non appena lo vidi sdraiato su quel letto.
Un'infinità di fili lo collegavano a tutte le macchine che aveva intorno, incrinando quella sua aurea eterea.
Il volto pallido contrastava col marrone scuro dei suoi ricci che delicatamente lo incorniciavano.
Passai il mio sguardo dalle palpebre chiuse alle sue labbra rosse, screpolate e rotte.
La sua pelle diafana era completamente costellata da un'infinità di lividi e ferite che mi spezzò il cuore alla sola idea di cosa aveva dovuto affrontare, tutto da solo.
"Amore mio" mormorai, avvicinandomi a lui.
Mi sedetti nell'unica sedia accanto a letto, sospirando.
Gli strinsi la mano, accarezzandogli delicatamente il polso col pollice.
La sua espressione era così pacifica da farlo sembrare quasi un angelo.
Gli spostai un riccio che gli cadeva sulla fronte, lasciandogli un bacio delicato sulle sue labbra screpolate.
Anche se non potevo, ne sentii il bisogno.
Mai come in quel momento mi ero sentita così profondamente impotente, inutile.
La persona della quale ero profondamente innamorata stava lì accanto a me, completamente inerte mentre l'uomo che aveva causato tutto non aveva nemmeno un graffio.
Sentii una rabbia infinita nascermi dentro, mozzandomi il fiato.
Non poteva finire così, lui non poteva sopravvivere e Sangio...
Le lacrime bruciarono contro le mie guance, non permettendomi di pensare al peggio.
Gli accarezzai la mano, cercando di svuotare la mente.
Era inutile pensarci, ormai era successo e non potevo fare niente per tornare indietro né aiutarlo in qualche modo.
Alzai lo sguardo sul monitor che segnava il suo battito cardiaco, perdendomi in quel rumore.
Qualche tempo prima avevo letto come a volte poteva essere utile dialogare con chi era in coma, a volte potevano capirti.
Forse anche Sangio avrebbe potuto.
"Hey" mormorai, portandomi la sua mano sulla guancia solo per rabbrividire nel sentire la sua pelle fredda contro la mia.
Chiusi gli occhi, consolandomi all'idea che nonostante tutto lui era ancora lì, c'era ancora una speranza, per quanto nessuno sembrasse troppo fiducioso.
Soffocai un singhiozzo, cercando qualcosa da dire.
"Mi manchi" le parole uscirono dalla mia bocca quasi all'improvviso, sorprendendomi.
"Mi manchi" ripetei a bassa voce, sentendo quella verità colpirmi come uno schiaffo.
Riportai la sua mano fra le mie, provando a riscaldarla col mio tocco, invano.
Mi avvicinai lentamente, sedendomi sul bordo del letto.
Lanciai un'ultima occhiata alla porta chiusa, aspettando qualche secondo per accettarmi di non sentire nessuno prima di sdraiarmi accanto a lui.
Avvolsi il suo braccio intorno alle mie spalle, controllando di non smuovere nessun filo.
Le macchine non smisero di produrre i loro suoni periodici, tranquillizzandomi.
Gli accarezzai la guancia, dimenticandomi per un secondo di stare in una stanza di ospedale.
In quel momento eravamo solamente io e lui.
"Sangio" mormorai contro il suo orecchio. "Non mollare, non farlo, resta per me ... resta con me" lo pregai, sapevo che poteva sentirmi, doveva ascoltarmi.
Portai di nuovo la mia mano sulla sua guancia, il gelido della sua pelle contro i miei polpastrelli.
"Se rimani, potremmo andare ovunque tu vorrai, insieme" abbassai lo sguardo sulla sua bocca, così dannatamente perfetta per quanto fosse così rovinata per colpa di quell'uomo.
Appoggiai dolcemente le mie labbra sulle sue, provando a trasmettergli tutto l'amore che provavo in quel piccolo tocco fugace.
Quando mi allontanai, allungai la mano fra i suoi ricci, giocandoci appena.
"Solo.." le mie lacrime avevano iniziato a inumidirgli il mento, ma non riuscii a trattenermi "non lasciarmi ti prego"
Lo implorai con tutta me stessa.
Non potevo immaginare di vivere senza di lui.
O di respirare in un mondo in cui lui esisteva solo come un ricordo di chi aveva avuto l'onore di conoscerlo.
Mi strinsi vicino a lui, strofinando il mio volto nell'incavo del suo collo.
Pensai a cos'altro avrei potuto dirgli per farlo rimanere, per farlo lottare.
Sorrisi quando l'unica cosa che mi venne in mente era una verità così ovvia, da far sembrare anche vano il gesto di dirlo ad alta voce.
Ma sentii quasi l'urgenza di farglielo sapere, non poteva andarsene senza averne la certezza.
"Ti amo"
Le parole uscirono dalla mia bocca così velocemente da non lasciarmi modo di controllarle.
"Ti amo" ripetei più forte contro il suo orecchio, "Ti amo!"
Fu come se quella verità mi travolgesse mozzandomi il fiato.
Come se in un attimo la profondità del sentimento che provavo per lui mi avesse catturato, imprigionato in una gabbia senza via d'uscita, ma in realtà nemmeno la cercavo.
Non c'era modo o ragione per cui volessi evadere, se non con lui.
Con lui avrei fatto qualsiasi cosa, qualsiasi.
Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dal rumore copioso delle macchine, assaporando la sensazione di avere il corpo di Sangio vicino a me.
Appoggiai la testa sul suo petto, facendo attenzione a non fargli male, ascoltando attentamente il suo battito.
Mi rassicurava, tranquillizzandomi come niente avrebbe mai potuto fare in quel momento.

Non mi accorsi nemmeno di come il tempo fosse passato così velocemente, finché non vidi la luce dell'alba filtrare fra le tapparelle della finestra, illuminando dolcemente tutta la stanza.
Spalancai gli occhi, alzandomi di scatto solo per ricordarmi dove fossi e con chi fossi.
Mi voltai per guardarlo, se ne stava sempre con la sua espressione beata, quasi da sembrare veramente un santo.
Gli spostai un riccio dalla fronte, lasciandoci un bacio.
Gliene lasciai un altro sulla punta del naso e infine uno sulle labbra.
Quando mi allontanai, per un attimo sperai di incrociare quell'azzurro così profondo, sentendo una punta di delusione quando non fu così.
Tornai ad accoccolarmi vicino a lui, nascondendo il mio volto nell'incavo del suo collo.
Lo strinsi a me, il più possibile, iniziando a sussurrargli tutte le parole più dolci che potevano venirmi in mente.
Gli promisi che l'avrei portato a New York, a Parigi o a Londra o d'ovunque avesse voluto, non appena fosse uscito dall'ospedale.
Avrei fatto di tutto pur di riaverlo con me, anche solo per un giorno.
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a/n
Ciao a tutti!
Ho una comunicazione importante da fare.
In questi giorni pubblicherò gli ultimi capitoli di questa storia, spero vi sia piaciuta e spero vi rimanga quel messaggio che mi premeva passarvi: no a qualsiasi forma di violenza, a maggior ragione se lo schiaffo te lo da chi dovrebbe amarti.
Dopo la pubblicazione della fine, prima di continuare con 'Battiti' ho bisogno di prendermi una pausa.
Stando vicina ad una persona della mia famiglia che è immuno depressa, esco veramente poco e per quanto questa storia all'inizio mi abbia aiutato un sacco a far vagare la mia testa fuori dalla mia cameretta permettendomi di vivere quella leggerezza che dovremmo avere alla nostra età, ora ho bisogno di ritrovare me stessa.
Stare quasi sempre chiusi in casa non è facile, soprattutto quando ormai lo fai da due anni...
Quindi vi chiedo veramente scusa, ma non rispetterò i tempi che avevo previsti per la pubblicazione della fine.
Pubblicherò tutto abbastanza velocemente, per prendermi questa pausa il prima possibile.
Vi ringrazio tantissimo per il vostro supporto, è stato ed è molto importante per me. ♥️.
Spero di riuscire a tornare per il 22 dicembre come promesso.
E se anche non sarà proprio il 22, sarà il 23 o il 24, o direttamente gennaio ma vi prometto che tornerò perché non vedo l'ora di condividere con voi le altre storie (ne ho almeno quattro in testa 🙈 )

Grazie infinite per il supporto.

Vi voglio davvero bene ♥️

ps: se volete possiamo rimanere in contatto su twitter, ogni tanto penso proprio che ci andrò

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora