14 we are the wild ones

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We are the wild ones, Cinemaboy.

"Tu sei proprio pazzo" decretai, spezzando il silenzio che si era creato da quando c'eravamo sdraiati a prendere il sole.
Lui si voltò, rivolgendomi uno sguardo confuso.
"Beh," indicai la barca e il punto sconosciuto in mezzo al mare dove ci trovavamo.
Sangio rise, tornando a guardare il cielo sopra di noi.
"Era una bella giornata che meritava di essere vissuta" spiegò come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Sorrisi, per l'ennesima volta da quando l'avevo conosciuto sentii la sensazione di aver trovato il mio posto nel mondo.
In quel momento non avrei voluto essere da nessun'altra parte se non lì.
La leggera brezza di fine estate faceva dondolare la barca, cullandoci mentre ognuno si immergeva nel proprio mondo.

Fu solo quando mi arrivarono degli schizzi di acqua gelida, che mi risvegliai, sobbalzando.
La risata di Sangiovanni mi raggiunse prima che riuscissi a metterlo a fuoco.
Stava strizzando i suoi capelli bagnati sopra di me, sgocciolandomi addosso.
Spalancai gli occhi, alzandomi di scatto.
"Stronzo!" esclamai, allontanandomi da lui, solo per farlo ridere più forte.
A quanto pare mi ero addormentata, e anche profondamente.
"Dovresti farti il bagno," disse indicando il mare intorno a noi, "è caldissima l'acqua"
Sbuffai, credendoci poco.
Tuttavia, non ebbi nemmeno il tempo di considerare la sua proposta che con uno strattone mi gettò in acqua, seguendomi a ruota.
In un primo momento annaspai, solo per essere salvata dalle sue braccia che mi tennero stretta a sé.
Iniziai a tossire, imprecando contro di lui, ottenendo solamente la sua risata.
Non appena la tosse si calmò, lo fulminai con lo sguardo, mettendogli le braccia intorno al collo.
"Non sai nuotare?" mi chiese divertito.
Sbuffai, scuotendo debolmente la testa.
Lui spalancò gli occhi, "devi assolutamente imparare!" esclamò, provando a lasciarmi andare.
Istintivamente, mi strinsi ancora di più a lui, avvolgendo le mie gambe attorno al suo bacino.
Ero letteralmente aggrappata a lui come un koala.
"Ma devi imparare!" rise, continuando a provare ad allontanarmi. "se rimani aggrappata a me non ci riuscirai mai"
"Se non rimango aggrappata a me non mi vedrai mai piu" intimai, fulminandolo nuovamente.
Questa volta si ammutolì, continuando a sorridermi divertito.
Tornò a stringermi le braccia intorno al corpo, tenendomi stretta.
"Se ti tenessi le mani, ma provassi a stare un po' più in là?" provò dopo un po'.
Presi in considerazione la sua proposta, forse avrei potuto farcela.
In ogni caso mi sarei fiondata su di lui, o sulla barca.
Annuì, allontanandomi lentamente da lui.
Sangiovanni intrecciò le nostre dita, non appena mi staccai completamente.
"Brava, ora muovi le gambe come faccio io" con la testa fece un cenno verso le sue gambe che si muovevano ritmicamente.
Lo imitai, sorridendo non appena realizzai di riuscire a stare a galla.
Lui sorrise di rimando, "vedi, è semplice"
Annuì, iniziando a prenderci gusto mentre guardavo l'acqua intorno a noi, incredibilmente trasparente.
D'un tratto, Sangio mi lasciò, allontanandosi velocemente da me.
Spalancai gli occhi, iniziando ad agitare le braccia e le gambe senza la ritmicità di prima.
"Non fare così! Torna a fare i movimenti ritmici di prima, ce la puoi fare!" mi incitò lui.
"Io non-" senza capire come avessi fatto, mi trovai sott'acqua.
Iniziai a boccheggiare, cercando un modo per tornare in superficie.
Fu solo quando vidi due mani venire verso di me che tutto diventò buio.

"Giulia?" la voce di Sangiovanni mi raggiunse ovattata, mentre il buio ancora mi avvolgeva.
"Giulia??" qualcosa mi scosse, e una luce squarciò quell'oscurità ormai familiare.
"GIULIA!"
D'un tratto spalancai gli occhi, iniziando a sputare acqua tossendo.
"O per l'amore del cielo!" le braccia, che realizzai essere di Sangiovanni, mi tenevano stretta, mentre tremante, smettevo di tossire.
Lui mi strinse a sé, "scusami, io-" mormorò cercando le parole giuste.
Richiusi gli occhi, appoggiando la testa sul suo petto.
"Tranquillo" gracchiai, cercando di capire cosa fosse successo.
"No! Tu potevi..io non pensavo..eri giu..." Sangio iniziò ad annaspare, stringendomi ancora di più a sé.
Ad un tratto, nascose il suo volto fra i miei capelli, "scusami" mormorò, inspirando profondamente.
Le, ormai familiari, farfalle nel mio stomaco esplosero, facendo comparire uno stupido sorriso sul mio volto.
Lentamente riaprii gli occhi, alzando una mano per immergerla nei suoi ricci.
Non appena iniziai a giocare con qualche ciuffo, lui si allontanò leggermente per incrociare i nostri sguardi.
I suoi occhi azzurri lasciavano trasparire tutta la paura che aveva provato fino a qualche secondo prima, riscaldandomi il cuore.
Vedendo il mio sorriso, provò a ricambiarlo, fallendo miseramente.
"Sto bene" provai, accarezzandogli delicatamente le tempie.
Lui mi guardò insicuro, spostando il suo sguardo sulle mie labbra per poi riportarlo sui miei occhi.
"Sto bene" ripetei, avvicinandomi lentamente, per appoggiare la mia fronte sulla sua.
"Non sono mai stata meglio" constatai, più a me stessa che a lui, realizzando quanto, anche seppur in poco tempo, stessi iniziando a provare qualcosa di forte per lui.
Era una cosa illogica, ma in così poco tempo Sangiovanni mi aveva fatto provare cose che non avevo mai provato per nessuno.
E non era amore, o le farfalle, era la sensazione di essere viva.
La monotonia della mia quotidianità mi faceva sentire come se fossi incastrata in un circolo vizioso senza via di fuga.
Ma con lui tutto era diverso.
Con lui mi sentivo viva, come non lo ero stata mai.
Ogni minuto passato con lui valeva più di cento giorni passati senza di lui.
E questi quattro giorni ne erano la prova lampante.
Mi ero confidata con lui come avevo fatto con altre poche persone solo dopo anni e anni, eppure con Sangiovanni era stata la cosa più naturale del mondo.
Con pochi gesti, mi faceva sentire protetta ma anche libera.
Mi sentivo giusta.
E questa, forse, era la cosa più preziosa.
Così, mentre il blu dei suoi occhi si mescolava col marrone dei miei, mi ritrovai a promettere a me stessa di proteggere con tutte le mie forze qualsiasi cosa stava nascendo fra noi.
Mai avrei rischiato di perderla o rovinarla.
Mai.
"Anche io" mormorò lui, avvicinando il suo volto al mio tanto da arrivare a far strofinare i nostri nasi.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora