29 mi sei scoppiato dentro al cuore

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Mi sei scoppiato dentro al cuore, Mina.

Quando tornai a casa, mi appoggiai alla porta, scivolando contro di essa finché non mi sedetti sul pavimento.

Wow.

Avevo appena fatto l'amore con Sangiovanni ed era stato bellissimo.
Era successo tutto così velocemente ma era stato al tempo stesso tutto così perfetto da darmi la netta sensazione di star vivendo in un sogno.
Un sogno stupendo.
I suoi occhi azzurri mi avevano guardato con un desiderio, un amore tale che non avevo mai visto in nessun altro.
Eravamo diventati una cosa sola, dicendoci tutto quello che forse a parole non saremmo mai riusciti a dirci, o per cui forse era troppo presto.
Mi coprii il volto con le mani mentre rivivevo ogni singolo momento.
I suoi gemiti contro la mia pelle, i suoi baci dappertutto e il mio nome sussurrato così dolcemente da farmi venire i brividi.
Ogni cosa di lui era perfetta e ogni cosa di quella serata era stata perfetta.
D'un tratto la voglia di rivederlo mi pervase, era come una droga.
Ne avevo bisogno.
Volevo stare con lui ogni secondo della mia vita, come se fossimo in simbiosi.
Lui stava diventando tutto per me.
Ogni cosa che facevo la facevo per lui, ogni mio pensiero era per lui.
Per la prima volta quella sera, avevo percepito che per lui era lo stesso.
Sorrisi, mai mi sarei aspettata di vivere tutto questo.
Trovare un ragazzo profondo, dolce e di una maturità disarmante a cui potessi piacere a tal punto.
In automatico, mi alzai in piedi andando verso la sala.
Accesi lo stereo, mettendo la canzone che più di tutte mi risuonava in testa in quel momento.
D'istinto iniziai a ballare, esprimendo coi movimenti del mio corpo tutte quelle emozioni che mi stavano esplodendo nel petto facendomi sentire come se fossi in grado di toccare il cielo con un dito.

Tu sei arrivato
M'hai guardato
E allora tutto è cambiato per me

Mi persi in quelle note, scivolando sempre di più nel mio mondo.
Era tutto così perfetto.
Lui.
Noi.
I nostri corpi che combaciavano perfettamente, come due pezzi di un puzzle.

Mi sei scoppiato dentro al cuore
All'improvviso, all'improvviso
Non so perché

Era un sogno?
Qualsiasi cosa fosse, mai mi sarei voluta svegliare.
Mai avrei barattato quello che stavo vivendo con qualsiasi altra cosa.
Era come se dopo anni, avessi incominciato a vivere, a respirare.

Sarà perché m'hai guardato
Come nessuno m'ha guardato mai
Mi sento viva

Sorrisi, danzando nell'immensità di quell'azzurro nel quale mi ero persa da giorni.
Il suo profumo impresso sulla mia pelle che ancora mi accompagnava in ogni movimento, in ogni momento.

Mi sento viva
All'improvviso per te

Non appena anche l'ultima nota svanì, mi sdraiai sul tappeto.

Wow.

Chiusi gli occhi, tornando con la mente a quel giardino, anche se in realtà da quando mi c'aveva portato, non me n'ero mai andata davvero.
Il mio respiro si fece sempre più regolare, mentre mi abbandonavo al tripudio di emozioni che ancora mi scombussolavano, addormentandomi.

La voce familiare di Rosalìa mi svegliò, facendomi sobbalzare sul tappeto.
Cercai a tastoni il cellulare, provando a mettere a fuoco il nome di chi mi stava chiamando.
Sorrisi quando lo lessi.
"Amore mio!" la voce familiare di Chiara mi riscaldò il cuore.
"Cucciola" la salutai di rimando, tornando a chiudere gli occhi.
Per un attimo mi sembrò di averla accanto a me.
"Allora come va? Ho da raccontarti un sacco di cose..." senza nemmeno darmi il tempo di rispondere alla domanda, iniziò a raccontarmi di come questo ragazzo, detto Irama, le avesse chiesto di uscire e su quanto fosse troppo bello.
Sorrisi, tutti quei complimenti sembravano fare eco a quello che pensavo di Sangiovanni.
Anche se non lo poteva immaginare, stavamo vivendo la stessa cosa.
Entrambe avevamo incontrato un ragazzo.
Entrambe ne eravamo rimaste colpite.
Entrambe ce ne stavamo innamorando.
L'idea che stessimo vivendo tutto in contemporanea, mi fece venir voglia di raccontarle ogni cosa.
Ma, qualcosa mi trattenne.
Forse, la mia costante paura di perdere tutto o di rovinarla in qualche modo, mi fece mordere la lingua quando dopo avermi spiegato il significato di una canzone che Irama aveva scritto, mi chiese come stavo.
Invece di raccontarle degli occhi azzurri di Sangio e di come amassi il sorriso spontaneo che gli veniva ogni volta che si disconcentrava, le dissi che mi mancava.
"Amore anche te" mormorò, guardandomi tristemente.
Le sorrisi, cercando di trovare qualcosa da dirle, era la prima volta da quando ci conoscevamo che non volevo o non avevo niente da raccontarle.
Questa cosa mi fece uno strano effetto, era come se un pochino mi stessi allontanando da lei.
Chiara non sembrò accorgersene, ricominciando infatti a dirmi quanto non vedesse l'ora di farmi conoscere Irama e di come mi sarebbe piaciuto da morire.
Sorrisi, annuendo di rimando.
"Amore devo andare, ci sentiamo tra qualche giorno che da domani stiamo in viaggio finché non andiamo a Varsavia" disse infine, raccogliendosi i capelli in una coda.
Annuì distrattamente, salutandola con un bacio che ricambiò volentieri.
Non appena riattaccò, un profondo senso di colpa mi pervase.
Nascondere qualcosa a Chiara mi dava la sensazione di starla tradendo, infine lei mi aveva sempre raccontato tutto e io le stavo nascondendo una cosa così bella come quello che si stava creando fra me e Sangio.
Sospirai profondamente, passandomi una mano fra i capelli.
A volte, ripensare a tutto quello che avevo vissuto in così poco tempo mi mozzava il fiato, a volte mi sembrava surreale.
Non essendo mai stata una di quelle ragazze che si fidano subito, provare certe cose per quello che fino a pochi giorni fa era uno sconosciuto arrivando perfino a dedicagli me stessa, mi era sempre sembrato impossibile.
Sorrisi, non solo mi aveva stravolto la mia realtà ma stava cambiando anche me.
Mi ritrovai a sognare ad occhi aperti a quante altre cose avremmo potuto fare insieme, finché il cellulare non squillò di nuovo.
Lo guardai confusa quando vidi chi mi stava chiamando.

Babbo.

A mezzanotte.

Decisi di rispondere, iniziandomi a preoccupare per ciò che avrebbe potuto dirmi.
"Pronto?" provai, sentendo solo l'eco delle mie parole in sottofondo.

"Pronto?" ripetei, cercai di captare anche il più flebile segnale di vita.

MALIBUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora