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Ieri l'altro, Franco126.
Mi appoggiai ad una colonna, aspettando il suono della campanella.
La musica risuonava nelle mie orecchie, nella vana speranza di non dover sentire le voci dei miei compagni.
Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe, cercando di evitare quello di Benedetta o Carlotta.
Non ero psicologicamente pronta né preparata per affrontarle.
Sentivo solo il bisogno di vivere quella giornata scolastica il più velocemente possibile, passando per invisibile.
Non avevo voglia ne la mente per affrontare nessun discorso, neanche quelli più futili e semplici.
Sorrisi debolmente quando vidi Serena oltre la folla di ragazzi, mano nella mano con Alessandro.
Lui le sorrideva sognante, mentre lei stava raccontando qualcosa, così immersa nel suo discorso da non rendersi conto di come lui la stesse divorando con gli occhi.
Scossi la testa, a volte riusciamo ad essere così ingenui.
Mi trovai con la mente a ripensare a me e Sangio, chiedendomi se mai fosse capitato anche a me di non accorgermi di qualcosa.
Sentii un tonfo al cuore al pensiero, sospirando profondamente.
La brutta sensazione dentro di me riemerse prepotentemente, spazzando via qualsiasi nota di felicità dalla mia mente.
Ringraziai mentalmente il suono della campanella, quando avvertì tutti che era ora di entrare.
Lanciai un'ultima sguardo a Serena, troppo impegnata a baciare Alessandro per accorgersi della mia presenza.
Alzai le spalle, sentendomi in colpa nel sentirmi felice di questa cosa.
Non avevo voglia di affrontare nessuno, anche se era la mia migliore amica.
Mi diressi verso la mia classe, continuando a guardare per terra finché non mi sedetti sulla mia sedia.
Aprii i libri della prima ora, appoggiando la testa sul banco, chiudendo gli occhi.
Mi persi nelle parole della canzone, cercando di liberare la mente finché non sentii qualcuno scuotermi il braccio.
Alzai lo sguardo confusa, facendo fatica a mettere a fuoco la persona in piedi accanto a me.
Mi tolsi le cuffie, strofinandomi gli occhi solo per incrociare lo sguardo della professoressa di Filosofia che mi guardava come se avessi ammazzato qualcuno.
Deglutii a fatica, sentendo delle risate in sottofondo, non avevo bisogno nemmeno di chiedere a chi appartenessero.
"Signorina Stabile vedo che trova la lezione veramente interessante" commentò con un tono gelido, incrociando le braccia al petto.
Rimasi immobile, non sapendo realmente che dire o cosa fare.
Provai a sostenere il suo sguardo, attendendo col fiato sospeso.
"Le consiglio di continuarla a seguirla dal corridoio, dicono che l'acustica sia migliore" disse infine, facendomi cenno con la testa verso la porta.
Spalancai gli occhi, incredula.
Non ero mai stata buttata fuori dalla classe.
Annuì, alzandomi lentamente.
Lei rimase impassibile, seguendomi con lo sguardo mentre passavo fra i banchi dei miei compagni raggiungendo l'uscita.
Con la coda dell'occhio vidi Benedetta mandarmi un bacio, mentre Carlotta si limitò a salutarmi con un'espressione soddisfatta sul volto.
Alzai gli occhi al cielo, quanto dovevi vivere male per godere delle condanne altrui?
Le feci una smorfia, rivolgendo un'ultima occhiata alla professoressa prima di scomparire fuori dalla classe.
"Hey" mi voltai non appena uscii, incrociando Serena.
La guardai confusa, "Hey?" provai, avvicinandomi a lei.
Se ne stava seduta sul banco delle bidelle, rigorosamente vuoto, a mangiare un pacchetto di patatine.
"Che è successo?" chiese, facendo un cenno alla mia classe.
Scrollai le spalle, rubandole il sacchetto di tarallini che teneva accanto a se.
Lei mi sorrise, scuotendo la testa.
"Mi sono addormentata e la professoressa mi ha cacciata fuori" spiegai, facendole spalancare gli occhi.
"Seriamente?" chiese prima di scoppiare in una risata fragorosa, non appena annuì.
Un ragazzo che passò ci guardò confuso, scuotendo la testa.
D'un tratto mi chiesi cosa pensasse la gente di me, quale fosse la mia fama.
Scrollai le spalle, realizzando che in ogni caso non l'avrei mai saputo, tornando a focalizzarmi su Serena di fronte a me.
"Te invece?" chiesi, mangiando un altro tarallo.
Lei si indicò, facendomi notare la borsa per la ginnastica.
"Devo andare in palestra, e poi si torna a casa perché la prof di scienze manca" spiegò, "inoltre ora la prof di storia sta finendo il giro delle interrogazioni e, essendo stata interrogata per prima, mi permette di stare fuori tutta l'ora" mi sorrise, ottenendo un mio sguardo invidioso.
Diamine, quanto avrei voluto essere lei.
La sua vita sembrava perfetta: aveva una tra le medie più alte dell'istituto, era tra le migliori a danza e la sua relazione andava a gonfie vele.
Io invece raggiungevo sì e no la sufficienza, avevo saltato danza ormai così tante volte da aver perso il conto e il mio fidanzato era scomparso.
Mi si riabbuiò il volto al pensiero, sentendo di nuovo quella sensazione dentro di me.
Finimmo col parlare di una serie tv, commentando come a volte, per fare più stagioni, scendano nel banale o nell'impossibile.
Al suono della campanella la salutai, promettendole di scriverle non appena sarei uscita da scuola.
Tornai in classe, contro qualsiasi voglia, ignorando le occhiate divertite di Carlotta e Benedetta.
La professoressa non mi considerò, uscendo dalla classe come se non esistessi.
Mi sedetti al mio posto, tornando a mettermi le cuffie, perdendomi nelle parole di Marracash.
Passai tutta la giornata così, assente e troppo incastrata nei miei pensieri per poter realmente seguire qualsiasi lezione.
Sobbalzai solo quando sentii il mio cellulare squillare al cambio dell'ultima ora, cogliendomi di sorpresa.
Uscii velocemente dalla classe, correndo in bagno, provando a non incrociare la mia prossima professoressa, quella di latino.
Non appena entrai, risposi alla telefonata senza nemmeno controllare chi fosse.
"Pronto?" provai, sentendo dei singhiozzi in sottofondo.
"Giulia?" la voce di Deddy mi colse di sorpresa.
"Deddy? Che succede?" chiesi, sentendo quella brutta sensazione esplodermi nel petto.
"Giulia..." lui sospirò, aspettando qualche secondo prima di tornare a parlare "Giulia si tratta di Sangio"
Trattenni il respiro mentre rimanevano in attesa, non riuscendo più a sentire il mio battito cardiaco.
"Devi correre assolutamente in ospedale, io sono già qui, ti aspetto" disse infine, chiudendo la chiamata.
Rimasi ferma a guardare il mio cellulare, provando a processare ciò che mi aveva appena detto, sentendo un ronzio costante nelle mie orecchie mentre delle lacrime iniziarono a rigarmi il volto.
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a/n
Bonjouuuuur!!
aggiornamento a sorpresa !! 🥳
il prossimo sarà lunedì o martedì 🙈
più che altro ho notato che le visualizzazioni stanno diminuendo quindi pensavo di aggiornare tra un pochino, così che riuscite a mettervi in pari 🥰 sto aggiornando troppo velocemente?
in ogni caso, spero questo vi sia piaciuto (se sì lasciate una ⭐️ ) e fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti! 🎡
Love you all
💘💘💘ps: oggi ho scritto l'ultimo capitolo 🥺
non so se sono psicologicamente pronta a finire questa storia 😩
spero solo vi piaccia 💘

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MALIBU
Fiksi Penggemarsiamo sulle giostre salgo io poi sali pure tu mentre guardiamo dall'alto mezzo continente sangiovanni x giulia 18/05/20 - 06/12/20 ❤ #amici20 🕊dedicata a Michele Merlo