15.

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Sono a San Francisco già da qualche settimana. Adesso io e Jhon siamo molto più uniti rispetto a prima.

Nonostante questa positività, Kayla si sta staccando da tutti. Letteralmente.

Un giorno sono andata a casa sua e c'era anche Dylan. Quando Entrai in casa mi salutò con un "ciao" molto spento. In confronto era molto più simpatico Dylan. Il che vuol dire tutto.

Ultimamente era sempre a lavoro. Come fa a stare sveglia per così tante ore e dormire solo di pomeriggio.

Anche se di solito fa qualche doppio turno al suo nuovo lavoro e salta la discoteca.

Tralasciando questo, Jhon mi aveva fatto una sorpresa un giorno. Mi aveva portato in spiaggia e mi aveva regalato un braccialetto bellissimo. C'erano dei ciondoli tra i quali uno che aveva la forma di un gelato.

Io non gli avevo fatto nulla ma era comunque felice perché mi era piaciuto.

Quindi dopo varie considerazioni, mi preparai per andare a casa di Kayla visto che oggi Jhon era impegnato, volevo riprovare a fare la persona civile con quel ragazzo di Dylan O'Brien.

Non presi su la macchina ma andai a piedi. Dopo circa un quarto d'ora mi ritrovai davanti alla porta di casa Hill.

Suonai al campanello e con molta voglia di vivere Dylan mi aprì la porta.

Come mi saluto? Così.

<<Entra e non parlare>>
<<Buon giorno vedo. Allora avevo pensato di f->> non mi fece finire che <<Uno avevo detto di stare zitta. Due attenta a quello che fai o dici che non sono dell'umore giusto>>

Qualcuno si è svegliato con la luna storta per caso?
Quanto lo odio quel bel faccino. C'è dai uno così non può essere così stronzo.

<<Vabbè io ci riprovo. Ti va di fare qualcosa. Qualsiasi. Collabora perché questa non è casa tua è casa di Kayla quindi non fare il padrone di casa. Io sto cercando di fare la persona civile e tu farai lo stesso. Quindi ora comportati come tale. >> dissi già scazzata.

Lui mi rispose con voce roca <<Va bene>>

Cosa avevo appena sentito?! Un "Va bene" da Dylan. Non ci potevo credere.

Così decisi di approfittarne e stufarlo con qualche mia canzone. Presi una cassa e tramite il bluetooth collegati il mio telefono. Misi Vertigo di Alice Merton.

Dopo varie canzoni Dylan prese la cassa in mano e la spense.

<<Ora basta. Adesso che tu ti sei divertita tocca a me. Ti può andare bene o cosa? >> disse.
<<D'accordo al suo servizio. >> dissi ironicamente facendo un inchino stile principessa.

Dopo la mia risposta mi chiese <<Giochiamo ad obbligo o verità. Scegli>>
<<Lo trovi un gioco stupido ma ok. Verità. >>
<<Mamma mia che fifona... >> disse riferendosi alla mia scelta. Allora io mi incavolai e dissi <<Non sono una fifona. Massimo tu lo sei, io no! >>
<<Calmina eh. Si vede tantissimo quanto sei coraggiosa. >> disse ridendo tra una parola e l'altra.
<<Ok come vuoi tu! Obbligo! >> urlao in preda alla rabbia.

Lui sorride sncora divertito. La mia rabbia fu sopraffatta dalla confusione. Perché quel sorriso?

<<Non aspettavo altro. Devi fare tutto quello che ti dico per una settimana a partire da ora. Se accetterai allora non potrai mai lamentarti e se lo farai ci saranno delle conseguenze. Allora? Accetti anche se non sai che conseguenze? >> disse con tono di sfida. <<Accetto>> risposi.

Dopo la mia affermazione sorrise malizioso e mi prese per un polso tirando i in giro per tutta la casa fino alla camera di Kayla. Dopo di ché chiuse la porta e mi sbatte la schiena contro di essa.

<<Che stai facendo?>> chiesi preoccupata. <<Shhh. Ricordi? Non ti puoi lamentare. >>

Si catapultò sul mio collo senza preavviso e mi lecco il lobo dell'orecchio.

Io ero confusa, eccitata, preoccupata e impaurita dal suo comportamento.

Mi mise la mano su un fianco e avvicinò il mio bacino al suo facendo scontrare le nostre intimità.

Dopo di che mi prese e mi buttò sul letto. Ero come un manichino. Ero impotente. Avevo accettato ormai la sfida e dovevo portarla a termine. Se mi fossi lamentata ci sarebbero state conseguenze. Non sapevo che genere di conseguenze. Quindi preferivo non rischiare.

Tutti questi miei pensieri vennero sopraffatti da una emozione. L'eccitazione. Dylan mi faceva eccitare come nessun altro sapeva fare. Era troppo bravo.

Presa da questa enfasi mi lasciai andare. Lui si trovava sopra di me e io sotto. Gli presi le guance e lo baciai senza staccargli gli occhi di dosso.

Avevo il cuore a mille. Anzi mi correggo. Avevo gli ormoni a mille.

Gli misi le mani dietro il collo e scesi fino al brodo della maglia. Iniziai a fare per tirarla via ma lui si bloccò.

<<Mh mh. Decido io. >> lui mi sfilò la maglia che avevo su lasciandomi in reggiseno. Dopo di che fece la stessa cosa coi pantaloncini.

Leccò il mio petto e scese fino alla pancia per poi arrivare sopra le miei mutante dove, senza togliermele, con un dito inizio a massaggiarle.

Io ansimsi ma mi fermai subito. Lui non si fermò e aumentò i movimenti circolatori. Tutto ciò senza staccate mai gli occhi dai miei.

Io non riuscivo a reggere il suo sguardo era troppo. Dopo di ché lui disse con voce roca <<Guardami. >> io provai ma non ci riuscii <<Ho detto guardami>>.

Io guardai i suoi occhi e lui i miei. Tutto ciò continuando a stare sulle mie intimità.

Dopo un po' ritolsi lo sguardo perché ara troppo per me. Allora lui smise e si alzò dal letto.

<<Perché?>> sbuffai.
<<Non mi hai guardato. Non lamentarti. >> Fece un occhiolino.

Quel giorno lui lo aveva già programmato tutto.

Prese una borsetta di carta e me la diede. <<Tieni troverai cosa metterti. >> stavo per dirgli  come mai avesse già tutto pronto ma poi mi ricordai della sfida. Neanche un giorno e già me ne pento.

Mi incamminati verso il bagno ma lui mi blocco. <<Cambiati qua. >>
<<Come scusa? Almeno un po' di privacy. >>
<<No questo è il mio obbligo. >>
<< Si ma cambiarmi con te davanti non mi sembra... Come posso dire... Non mi sembra il caso. >>
<< Tu fai quello che ti dico. Ogni volta che ti lamenti ti farei toccare da me. Quindi muta. >>
<< Almeno girati. >> dissi perché mi ero stufata di controbattere. Ma volevo comunque un pochino di privacy. Ma mi resi conto solo dopo di cosa avessi appena combinato.
<< Ah cara Kassandra non ti dovevi lamentare così tanto. Ora non puoi dire nulla. >>

Si avvicinò verso di me e mi girò, così che io gli dessi le spalle poi avvicinò i nostri corpi così che si toccassero.

Poi sussurrandomi all'orecchio disse. << Ora cambiati... >>
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Scusate se non ho pubblicato ma come avevo detto precedentemente sono stra impegnata. Mi dispiace pubblicare pochi capitoli. Davvero, perdonatemi. Bacioni ❤ ❤.

108//Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora